giovedì, 25 Aprile, 2024
Agroalimentare

Presenza donne vitale per sistema produttivo agricolo

In dieci anni l’ingresso delle donne nelle società di capitali e di persone, nella fascia di età dai 18 a 29 anni è più che raddoppiato, salendo dal 14% al 33,7%, a dimostrazione che la partecipazione femminile a tutti i livelli, anche e soprattutto in una fase critica per l’economia, costituisce una componente vitale all’interno del sistema produttivo nazionale, che va adeguatamente incoraggiata.

È quanto emerso dall’incontro dall’incontro “Donne in agricoltura: da sempre protagoniste del cambiamento” promosso da Confagricoltura Donna Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia, nell’agriturismo Battibue a Fiorenzuola D’Arda (PC). Le rappresentanti di Confagricoltura Donna delle tre regioni organizzatrici dell’evento, per far emergere la centralità del ruolo della donna in agricoltura, insieme alla capacità di affrontare con determinazione le difficoltà e l’attitudine al cambiamento, hanno coinvolto la professoressa Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la ricercatrice storica Marialuisa Ricotti e due giovani imprenditrici che dell’innovazione hanno fatto una regola di vita.

Guendalina Graffigna ha sottolineato la crescita delle donne che si iscrivono alle facoltà di Agraria e le buone prospettive lavorative: il 61% è occupata dopo un anno e il 74% raggiunge l’obiettivo in tre anni. “Se il 15% delle donne che hanno compiuto studi nelle facoltà di Scienze agrarie, dopo il primo anno non sta lavorando né cerca lavoro – ha messo in evidenza – trascorsi tre anni solamente il 5% si trova in questa condizione; una percentuale destinata ad azzerarsi a cinque anni dalla laurea”.

Marialuisa Ricotti ha tracciato un excursus sull’agricoltura coniugata al femminile dal Medio Evo al XX secolo, evidenziando le figure più rappresentative. “Intuizioni, conoscenze, capacità di trasformare in economia saperi antichi trasmessi dalle donne attraverso le generazioni – ha affermato – confermano la capacità, pur nel loro silenzio umile, di essere state e di continuare ad essere portatrici di innovazione nel settore agricolo, mettendo in gioco abilità e risorse umane di qualità”.

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