giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Reddito di cittadinanza. Dal Sud + 200 mila domande. Un privato offre lavoro? Vietato dire no

Cresce la disuguaglianza tra le aree del Nord e quelle del Centro e Sud. Con una dato significativo relativo alla povertà e gli aiuti a persone e famiglie. Le difficoltà pesano soprattutto sul Mezzogiorno, dove il numero di famiglie povere è cresciuto del 6,6% nel 2021. Crescono al Sud anche le domande per richiedere il Reddito di cittadinanza. Nel frattempo alla Camera la concessione del RdC ha subito una modifica grazie ad un emendamento di Fratelli d’Italia. Chi ora rifiuta una “congrua offerta di lavoro” anche da un privato – quindi non solo dall’Ufficio del Lavoro – può innescare la perdita del beneficio.

I dati Inps, più poveri al Sud

L’osservatorio per comprendere le dinamiche di lavoro, sviluppo e assistenza rimane quello dell’Inps che segnala un dato che preoccupa circa l’aumento dei livelli di povertà o, se vogliamo in parallelo la ricerca di incentivi che la popolazione può intercettare. Il numero delle domande presentate all’Istituto per ottenere il reddito di cittadinanza nei primi 5 mesi di quest’anno, – complice anche il sopraggiunto deterioramento dell’economia per l’aggressione della Russia all’Ucraina, l’aumento dei prezzi energetici e l’impennata della inflazione -, ha raggiunto tra gennaio e maggio quota 466mila tra. Sono le richieste che provengono da nuclei familiari residenti al Sud e nelle Isole, che risultano in aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nord e centro, meno richieste

Nella ultima rilevazione il Reddito di cittadinanza è percepito da 3 milioni 300 mila persone. A luglio, inoltre, per effetto delle domande di rinnovo della misura di sostegno si avrà una impennata di 200 mila nuove richieste. Si tratta di persone che avrebbero diritto in base all’Isee ai benefici assistenziali del RdC. Mentre seguendo i dati Inps si evidenzia come le richieste presentate al Nord e al Centro risultano in flessione. Secondo i calcoli rispettivamente del 19% e del 5,8%, in netta discesa dopo il picco innescato dalla pandemia.

RdC, valanga di domande

Nei primi mesi dell’anno a guidare le statistiche sulle prestazioni Inps è il meccanismo di rinnovo dell’Isee che, quest’anno, fa riferimento ai redditi e ai patrimoni del 2020, particolarmente penalizzati dall’impatto del Covid. A cui va aggiunto l’effetto legato alla scadenza naturale del reddito di cittadinanza: a fronte di un numero crescente di richieste, i beneficiari nel mese di maggio risultano in netto calo; la flessione è da attribuire al fatto che circa 255mila nuclei hanno terminato di percepire il beneficio dopo 18 o 36 mensilità, di cui circa 225mila appartenenti alla coorte di aprile 2019 (cioè al secondo rinnovo). Di questi, quasi 200mila (l’80%) hanno già ripresentato domanda, e pertanto da luglio è presumibile che siano nuovamente ricompresi dentro le statistiche, determinando un nuovo picco sulla platea raggiunta dal sussidio.
 

I beneficiari, primi i single

Sono i single i maggiori beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza. Ad aprile i percettori nel complesso sono stati 1,19 milioni (1,09 milioni RdC e 103mila PdC), con 2,65 milioni di persone coinvolte (2,53 milioni RdC e quasi 118mila PdC) e un importo medio erogato a livello nazionale di 561 euro (588 euro per il RdC e 270 euro per la PdC). Ma tra loro oltre 522mila sono nuclei con un solo componente (43,85%), rispetto ai 90mila composti da almeno 5 componenti (7,44%). L’importo medio varia in base al numero dei componenti; da un minimo di 458 euro (per i sigle) a 741 euro per le famiglie con cinque componenti.

L’osservatorio Inps fornisce anche i dati relativi al primo quadrimestre, che fa registrare circa 1,5 milioni di nuclei beneficiari, per un complesso di 3,3 milioni di persone coinvolte. Sono state 24mila le revoche e 158mila nuclei hanno perso il diritto per non avere più i requisiti.
 

Regioni, la mappa del RdC

A fronte di circa 1,05 milioni di nuclei beneficiari a maggio 2022, il 63% sono residenti al Sud e nelle Isole. La regione con il maggior numero di famiglie destinatarie della misura è la Campania (21,9% delle prestazioni erogate), seguita da Sicilia (19%), Lazio (10,6%) e Puglia (9,3%).
Il dibattito sul futuro del reddito di cittadinanza parte, dunque, da una certezza: è una prestazione che sembra “colmare” soprattutto i gap del Mezzogiorno, economici e occupazionali. Uno sbilanciamento territoriale a cui si aggiungono anche altri due importanti dati: il 47% dei beneficiari sono single, il 41% ha dei minori a carico, il 16% dei disabili.

Rifiuto del lavoro e decadenza

Molto si è discusso sul RdC come incentivo più rivolto al disimpegno che al lavoro o alla ricerca di occupazione. In particolare il percettore di reddito può rifiutare le richieste di lavoro che gli vengono offerte in particolare quelle di una impresa e di un privato. Ora con l’emendamento proposto al

Parlamento dal gruppo di Fratelli d’Italia si prevede la decadenza del Reddito per quanti non accetteranno “offerte di lavoro congrue” anche da privati. Prima, infatti, l’offerta proposta poteva essere rifiutata senza incorrere in provvedimenti e decadenza dal RdC. Oggi la norma ha ottenuto una revisione.

“Le offerte congrue possono essere proposte ai beneficiari direttamente dai datori di lavoro privati”, recita l’emendamento di F.d’I. poi approvato, “L’eventuale mancata accettazione dell’offerta congrua da parte dei beneficiari viene comunicata dal datore di lavoro privato al centro per l’impiego competente per territorio anche ai fini della decadenza del beneficio”.
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