venerdì, 26 Aprile, 2024
Energia

Accordo Israele-Europa per importazione gas

Prevista per l’estate la firma di un accordo per l’importazione del gas israeliano verso l’Europa attraverso l’Egitto. L’importazione potrebbe iniziare già il prossimo inverno, imprimendo “un drastico cambiamento nei legami tra Israele e l’Europa”, come ha detto un alto funzionario di Gerusalemme citato da Israel HaYom. La Russia fornisce all’Europa circa il 40% del suo fabbisogno annuale di gas naturale, più di 150 miliardi di metri cubi. Israele non può certo prendere completamente il posto della Russia, ma gli stati del Mediterraneo orientale possono fornire circa 20 miliardi di metri cubi all’anno, la maggior parte dei quali proverrebbe da Israele.

Nel quadro degli sforzi per diversificare le proprie fonti, l’UE ha contattato la ministra israeliana dell’energia Karine Elharrar e il suo omologo egiziano Tarek El-Molla. Elharrar aveva già incontrato il Commissario europeo per l’energia Kadri Simson quando emerse per la prima volta l’urgenza della questione. Nei colloqui, Israele ha chiesto che l’accordo sia a lungo termine e non solo una rapida risposta alla crisi. All’inizio Israele fornirebbe all’Europa una quantità relativamente piccola di gas (tra 1 e 2 miliardi di metri cubi), ma l’obiettivo è di raddoppiare l’importo in pochi anni, con il potenziamento delle infrastrutture necessarie. “Al momento non esiste un gasdotto diretto tra Israele ed Europa – spiega il direttore generale del Ministero dell’energia, Lior Schillat – Ma esiste un gasdotto tra Israele ed Egitto che ora è in fase di ampliamento. Pertanto, il modo più efficiente è inviare gas in Egitto, che dispone di due impianti di liquefazione. Dall’Egitto verrà spedito in forma liquida in Europa, dove verrà riconvertito in gas”.

D’altro canto, l’EastMed Pipeline, come scrive Jerusalem Post, vale a dire il progetto del gasdotto più lungo del mondo che collegherebbe Israele all’Europa attraverso Grecia e Cipro, non è al momento rilevante perché è troppo lontano dal diventare realtà, mentre la società privata destinata a costruirlo sta ancora conducendo le analisi tecnologiche ed economiche. “Oggi il mercato locale israeliano utilizza 12 miliardi di metri cubi e ne esporta altri quattro in Egitto e tre in Giordania – continua Schillat – Inizieremo con limitate esportazioni aggiuntive e aumenteremo man mano che cresce la capacità di Israele”. Per quanto riguarda l’annuncio del Ministero dell’energia nel dicembre scorso circa l’interruzione nel 2022 della ricerca di altri giacimenti per concentrarsi sulle energie rinnovabili, Schillat afferma: “La crisi in Europa ha rimescolato le carte.

Il Ministero dell’energia non ha dogmi e riesaminiamo costantemente il nostro lavoro. Al momento sono in corso nuove ricerche. La società Energean ha annunciato d’aver appena individuato un giacimento da otto miliardi di metri cubi al largo di Haifa e altre ricerche sono pianificate per quest’anno. Quando parliamo con gli europei ci dicono che, alla luce di ciò che sta accadendo in Russia, stanno valutando la possibilità di sostituire il gas russo con un ritorno al carbone. La possibilità di sostituire il gas russo con altro gas, invece del carbone, ha un impatto ambientale positivo”.

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