venerdì, 19 Aprile, 2024
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Cibo, energia e Private Equity i protagonisti del 2022

Lo Spread di nuovo al centro dell’attenzione

Lo spread, dopo la famosa crisi di un decennio fa, è tornato prepotentemente alla ribalta.  I rendimenti sui Btp decennali hanno superato il 3%, e la differenza con i Bund tedeschi è salita oltre il 2%.

Un anno fa o poco più, quando Mario Draghi è salito al Governo, lo spread era sceso a 90 punti base. La situazione attuale, oltre a preoccupare per il costo del debito, 2.700 miliardi, ha un effetto chiaro anche sulle emissioni già sul mercato: i rendimenti sono destinati a salire, ma i prezzi sono destinati a scendere ancora nei mesi a venire, soprattutto quando la BCE rialzerà (come annunciato)

L’Osservatorio sui conti pubblici di Cottarelli

L’Osservatorio dei conti pubblici dell’Università Cattolica presieduto da Carlo Cottarelli ha spiegato che “con un aumento di un punto percentuale dei tassi di interesse sui titoli di Stato, persistente e uniforme lungo la curva per scadenze, la spesa per interessi crescerebbe di tre miliardi nei successivi 12 mesi (e di 39,4 miliardi nei successivi 5 anni). Nel primo anno, la spesa aumenta di due miliardi per il rinnovo dei titoli in scadenza, e di un miliardo per le nuove emissioni per coprire il deficit previsto secondo i piani correnti”.

Il Governo ha stabilito nel Documento di economia e finanza che il deficit pubblico al netto della spesa per interessi debba scendere dal 3,7% dello scorso anno al 2,1%, con obiettivi di finanza pubblica ancor più ambiziosi: il disavanzo primario dovrebbe arrivare allo 0,8% l’anno prossimo fino a raggiungere il mitico pareggio nel 2025.

In questo scenario, da inzio anno hanno brillato, e fatta da padroni sui listini, i titoli legati all’energia ed al cibo. Protagonisti anche, per aspetti diversi, i fondi di private equity, visti come una delle risposte alla volatilità dei mercati.

Cibo ed Energia, sul podio dei rendimenti

I prezzi del petrolio sono in rialzo da inizio anno ma, soprattutto, le soluzioni d’investimento legate ai settori energetici classici hanno registrato performance a due cifre da inizio anno. In un mercato che relega in secondo piano i timori legati alla crescita economica globale, le imminenti sanzioni dell’Unione europea sul petrolio russo rafforzano la prospettiva di un’offerta più limitata.

Anche quello dell’agribusiness emerge come uno dei temi chiave dopo l’invasione dell’Ucraina. Come riportato da Milano Finanza, secondo Credit Suisse, che ha analizzato i precedenti picchi al rialzo dei generi alimentari, il trend attuale sarà destinato a durare nel tempo, tenendo conto anche del fatto che i mercati rialzisti del cibo durano il doppio degli altri.

Secondo la maggior parte degli analisti nel breve periodo i sottosettori dell’energia tradizionale e agroalimentare sono favoriti da una forte crescita degli utili e una correlazione con la durata e l’impatto macroeconomico derivante dalla guerra in corso.

Il Private equity si affaccia prepotentemente anche in Italia

La situazione geopolitca  e la forte volatilità dei mercati ha di fatto amplificato un’attenzione già crescente nel corso degli ultimi anni n Italia sugli asset alternativi. Un segmento di mercato, che potenzialmente può garantire rendimenti elevati, ma a fronte di rischi maggiori e della rinuncia alla liquidità tipica dei mercati quotati.

Si tratta evidentemente di soluzioni adatte a una clientela con possibilità non banali, non solo per i vincoli d’investimento, ma anche perché investire in asset reali – che siano immobili, quote azionarie o debito societario, infrastrutture – significa alzare l’asticella del rischio e rinunciare alla liquidità che solitamente caratterizza i titoli quotati.

Advisoronline riporta che Il Pem, private equity monitor ha registrato 81 nuovi investimenti nel primo trimestre dell’anno, dopo i 52 deal conclusi tra gennaio e febbraio. Anche il mese di marzo subisce un’ulteriore impennata rispetto allo scorso anno, con l’annuncio di 29 operazioni (erano 26 nel 2021), sembrando quasi non risentire dei timori che caratterizzano molti comparti finanziari.

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