venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Il diritto alla città e la terza missione della conoscenza

Una nuova "alleanza urbana" per una partecipazione civica e democratica

Il Premio Nobel J. Stiglitz afferma che gli economisti tradizionalmente ignoravano  le limitazioni di essere in una biosfera e costruivano modelli di crescita economica with-out end – senza fine. I dati ONU dimostrano che nel 2050 il 66% della popolazione sarà concentrata nelle metropoli e il  34% nelle aree rurali. È necessaria una nuova “costruzione sociale” delle città (centro storico, area centrale, area intermedia, periferie), una nuova lettura, un nuovo punto di vista, “centro-periferia-un’unica città” (Alessandro Bianchi).

Sono lì nelle città, nelle periferie, nei piccoli comuni  che si concentrano le sfide del “tempo che verrà”. ”Capii che per cambiare il Mondo, bisognava esserci” ci ricorda Tina Anselmi.  Ogni città metropolitana, area urbana, borghi, comuni devono acquisire nei piani di programmazione politica territoriale i 17 Obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile (2030 ONU SDGs) con un monitoraggio sui risultati raggiunti intervenendo e facendo “ruotare” i piani di sviluppo intorno all’Obiettivo 11 dell’Agenda ONU SDGs per “inclusive, safe, sustainable and democracy friendly communities”  – “comunità inclusive, sane, sostenibili e democratiche”.

Realizzazione di una “rinnovata alleanza urbana” –  che perseguendo il massimo obiettivo di una rigenerata unione tra gli attori istituzionali e sociali, dell’istruzione e della conoscenza,  coinvolti sul piano “partecipativo” (civic universities), definiscano dei “placed urban act” relativamente a misure in tema di integrazione dei servizi territoriali a misura di persona, “green plan” urbano integrato, politiche pubbliche di adeguamento, etc.

Ma anche “webcity” orientate alla partecipazione civica e democratica, politiche sociali urbane e rurali “integrate”, interventi per una piena cittadinanza “connessa” alla rete come “diritto costituzionale ed universale” (“digital democracy”), politiche e misure ecosostenibili, piani di economia circolare, rigenerazione di aree industriali dismesse, nuova occupazione.  La meta è quella di una “transizione antropologica” per sviluppare autenticamente la “persona”,  “l’hominem integrum” maritainiano sulle basi  dell’ecologia umana e sociale. Questo “geo-riformismo sociale”  traccia il sentiero delle politiche condivise intra-generazionali ed inter-generazionali verso quell’ecologia integrale che pone al centro gli esclusi, i più vulnerabili, le nuove povertà ma anche il “prendersi cura dell’ambiente di un territorio” (citaz. da Laudato Si’ di Papa Francesco).

Il nostro – dice Henri Lefebvre – è il “diritto alla Città” (Le Droit à la Ville/ Right to the City).  È questa la nuova terza missione universitaria del sapere e della conoscenza. È il tempo di digitare il tasto “play” del futuro. Dalle aule universitarie si inizi a tessere la rete delle relazioni tra le persone per un nuovo modello di sviluppo per incidere sulle dinamiche storiche con al centro la “persona”, non solo “resilienza” ma da domani “salienza”.

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