venerdì, 19 Aprile, 2024
Politica

Meloni: Se perde l’Ucraina vince la Cina. Europa Confederale più forte nella Nato

Coerenza e concretezza. Sono queste le coordinate con cui Giorgia Meloni candida il suo partito alla guida del Paese, sostituendo il sovranismo con un “patriottismo” economico e con una proiezione internazionale nettamente euro-atlantica.
Con stile franco e senza giri di parole Meloni dice da che parte sta. Sta con l’Occidente e la libertà contro le autocrazie e i regimi dittatoriali.
L’Occidente nella concezione di Meloni non è solo un’alleanza militare o economica, ma è una coalizione che si stringe intorno a valori che sono sempre più minacciati. Da chi? Dalla Russia e dalla Cina, ma anche da una globalizzazione senza regole.

Meloni non ha alcuna esitazione a condannare l’invasione russa dell’Ucraina -perché “se Kiev perderà la guerra il vero vincitore non sarà la Russia ma la Cina comunista e totalitaria”. Nessun dubbio sull’appartenenza alla Nato ma con la necessità di riequilibrare i rapporti di forza nell”Alleanza Atlantica che deve avere due colonne quella americana e quella europea. Per contare di più i Paesi europei devono rispettare l’impegno a investire il 2% del Pil nelle spese militari. Su questi temi Meloni ha posizioni lontane dalle ambiguità di Salvini e opposte rispetto ai 5Stelle che sono l’obbiettivo principale delle critiche della leader di Fratelli d’Italia.

A Biden Meloni chiede di farsi carico del peso delle sanzioni che graveranno più sull’Europa che sugli Stati Uniti con un fondo di compensazione di tutto l’Occidente per sostenere i Paesi alleati che subiranno i contraccolpi maggiori delle sanzioni.

Meloni non propone meno Europa ma una confederazione con ampia condivisione nella politica estera, nella difesa, nell’energia, nelle materie prime – settori che in qualche modo richiedono cessione di sovranità. Questa Europa dovrebbe accogliere tutti i veri profughi e rimpatriare quelli che no hanno diritto a starci.

Il partito conservatore che nasce in questa convention rimane saldamente ancorato ai valori tradizionali della destra democratica: presidenzialismo, centralità della famiglia, del ruolo della madre contro l’ideologia gender, valorizzazione del Made in Italy, delle risorse naturali italiane, a cominciare dal mare, e delle risorse energetiche nazionali da sfruttare. Per questo secondo Meloni il Pnrr va rivisto e la transizione ecologica va adeguata negli obiettivi e nei tempi alle condizioni reali in cui ci troviamo.

Meloni apre il suo partito anche a chi tradizionalmente non viene dalla destra. E questa, forse, è la scelta più foriera di novità non solo nel centrodestra.

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