venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Consulta: coppie gay non sono famiglia. Il matrimonio è tra uomo e donna

Una pietra tombale sul concetto di omogenitorialità. Così la Consulta pone fine alla disputa: “Le coppie gay non sono famiglie”. Una bocciatura secca sul controverso (forse impossibile richiesta) di omogenitorialità come aspetto normale di famiglia con figli. Il quesito, – semplificando e aldilà dei presupposti sentimentali -, che si è posto in merito alla omogenitorialità con prole: “Possono due maschi generare figli?”. O meglio possono “generare” ricorrendo solo alla pratica dell’utero in affitto privando un bambino del diritto di crescere con la mamma. E seguendo l’interrogativo di chi si oppone a considerare famiglia con figli una coppia di sole donne: “da due donne possono nascere i bambini?”, anche in questo caso solo ricorrendo alla fecondazione eterologa che però è illegale per le coppie lesbiche.

Le coppie omosessuali, quindi secondo la decisione della Consulta non sono vere “famiglie” e non possono essere registrate in anagrafe come tali quando di mezzo ci sono dei bambini.
Partendo quindi da queste osservazioni, la Corte Costituzionale con la sentenza 221 di qualche giorno fa, ha messo una pietra tombale sul concetto di omogenitorialità. La decisione attesa da più versati, ora segna una svolta a favore di quanti hanno contestato il principio che una famiglia possa essere composta da due genitori dello stesso sesso e con la richiesta di avere anche figli. Un problema dal punto di vista dei diritti non facile da risolvere, in quanto il Parlamento ne aveva riconosciuto la legittimità per una coppia dello stesso sesso di sposarsi e avere dei figli.

Il problema è sorto sulla idea di famiglia composta da due padri o due madri che desiderano una prole. La Consulta, dopo i ricorsi e le contrapposte prese di posizioni è stata investita dal problema, e con la decisione ha bocciato l’idea per le coppie composte da gay e lesbiche, di “appropriarsi”, del termine “famiglia”. Nel merito della decisione la Corte Costituzionale ha detto no ad una richiesta del tribunale di Pisa che intendeva comporre un certificato anagrafico che attestasse un bambino “figlio di due donne”. La richiesta è finita sulle scrivanie dei giudici dell’Alta Corte che ha hanno detto no. Per la Cassazione quindi la “Famiglia” è solo quella definita dall’articolo 29 della Costituzione Italiana ovvero una “Società naturale fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”.

Con questa sentenza si chiarisce definitivamente che l’omogenitorialità nell’ordinamento giuridico italiano non esiste perché i bambini sono soggetti di diritto. E, “non un diritto di adulti egoisti”, sottolinea chi oggi plaude alla decisione della Consulta, “alla Bibbiano che pensano di poter fare tutto quello che vogliono”, sostengono ancora quanti hanno criticato la decisione di dare il via libera alla coppie dello stesso sesso e di considerarsi famiglia con la prospettiva di “generare” figli. La notizia è passata in sordina senza i clamori che invece avevano accompagnato il varo della Legge Cirinnà. Un altro aspetto che spiega anche come su alcuni temi e nelle interpretazioni che si danno si creano scontri ideologici, giuridici e mediatici.

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