sabato, 27 Aprile, 2024
Società

Eurispes: rivalutare capitale umano e multidisciplinarità

“Il capitale umano si lega a due fattori importanti: tutti gli Stati, accelerando gli impegni per sviluppo sostenibile, sono impegnati a passare da un modello basato sulla quantità a uno basato sulla qualità. Significa valori diversi da quelli seguiti finora, attività economiche diverse e un nuovo ingresso al lavoro per le persone. La logica della sostenibilità richiede un approccio sistemico e disciplinare. Con la guerra è già la seconda volta che il mondo viene shoccato da eventi enormi imprevisti e dobbiamo riconoscere che la nostra scienza è stata debole: nessuno aveva previsto la pandemia o la crisi finanziaria del 2008. Occorre maggiore collaborazione tra le diverse discipline scientifiche”. Così il segretario generale dell’Eurispes, Marco Ricceri, aprendo i lavori del V laboratorio di analisi sul capitale umano come fattore che produce innovazione e sulla sua importanza per superare il divario di genere. Ricceri ha invitato gli operatori pubblici e privati a collaborare davvero se si vuole realizzare una vera innovazione: “Il progresso va accompagnato nella dimensione sociale e invece nelle imprese trovo chiaro il discorso del profitto e dell’ambiente ma non capisco il loro impegno per l’inclusione e la coesione sociale”.

“Chi parla oggi di rammendo delle città, fino a ieri ha intensificato l’aspetto tecnologico dello sviluppo non curandosi se creavano spaccature, ghetti o inclusione. Gli operatori privati e pubblici dovrebbero parlarsi con armonia, assistenza e sussidiarietà. A oggi non lo vedo e il fallimento del bando del Pnrr sugli asili nido ne è la prova. Usiamo sempre la parola innovazione, voglio sapere che valori ci colleghiamo: positivi o negativi?”, ha aggiunto. L’economista Guido Tabellini ha precisato che l’Italia e i paesi come il nostro possono crescere solo attraverso l’innovazione. Solo chi innova di più cresce di più e si arricchisce di più: “Dal punto di vista economico gli investimenti in ricerca e capitale umano sono importanti, Putin ha fatto un grave errore: sta facendo scappare talenti e capacità intellettuali. L’innovazione la fanno gli individui con le loro capacità ma hanno bisogno di risorse e non tutto il capitale umano è equivalente. In Italia c’è evidenza di una non conformità tra il capitale umano richiesto e quello offerto dal sistema scolastico e universitario. Il capitale umano che serve è quello vicino a discipline scientifiche”.

L’innovazione passa per una caduta della barriere disciplinari e per la cultura. Ne è convinta Andrée Ruth Shammah, regista, artista e dal 1989 responsabile unica della Cooperativa Teatro Franco Parenti, che si definisce artigiana della cultura: “Secondo me manca il rispetto della storia e della memoria, manca la passione di venire dopo qualcos’altro. I fragili non sono più i vecchi, ma i giovani. I grandi vecchi a volte possono essere più giovani dei giovani. E’ sempre la cultura che fa innovazione, il vero contributo si dà quando si mette tutto insieme, quando c’è un contesto”. Laura Cavatorta, amministratrice indipendente di società quotate a Piazza Affari, ha invece evidenziato la gravità di escludere le donne dal mondo del lavoro: “L’Italia fa a meno di una parte importante del suo capitale umano: le donne. Dobbiamo parlare di una redistribuzione di un impegno sociale e familiare e di una maggiore qualità del lavoro. Nei prossimi 50 anni l’innovazione tecnologica è importante, sempre in ottica di multidisciplinarità, le donne laureate nelle discipline Stem sono poche, è un problema di cultura. Stiamo perdendo Pil e quel capitale umano di interdisciplinarità che in termini sociali significa inclusione”. All’incontro era presente anche Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera: “Il capitale umano è qualcosa che si forma nella storia, con la vicinanza, rubando a uno o all’altro, unisce perché è qualcosa che si può scambiare.
L’elemento culturale favorisce l’esplosione, la rinascita, la bellezza. Va ritrovata la terapia della cultura”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Il 15,6% degli italiani nega l’Olocausto. Oltre il 60% pensa che gli episodi di antisemitismo sono “casi isolati”

Lorenzo Romeo

P.A. digitale? Dipende dal capitale umano

Cristina Calzecchi Onesti

Sotto pandemia scoppia l’amore tra italiani e animali  

Emanuela Antonacci

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.