Narciso, rifiutati molti spasimanti, non sa abbracciare la propria immagine riflessa nell’acqua, unica realtà che riesce compiutamente ad amare, e cade così in un senso di fallimento interiore, lasciandosi morire di inedia. Questa storia mitologica fa da modello allo studio del fenomeno umano, fra rapporto d’amore e rapporto sociale, soggiornando stabilmente tra fisiologia e patologia dei sentimenti.
Un senso di magnificenza, di superiorità, d’irraggiungibilità, trasforma l’Io medesimo in principio superiore, in potere allo stato puro, unica ragione, esercizio di una condizione che prescinde dal mondo esterno.
Narcisismo è dunque l’”atteggiamento psicologico di chi fa di sé stesso, della propria persona, delle proprie qualità fisiche e intellettuali, il centro esclusivo e preminente del proprio interesse e l’oggetto di una compiaciuta ammirazione …” (Treccani).
La psicoanalisi si interessa al tema, trattando il narcisismo come uno stato normale che può talora assumere dimensione e significato patologici che interferiscono seriamente nella vita di relazione. Nel saggio Introduzione al narcisismo (1914), Sigmud Freud distingue: un tipo primario, tipico del primo stadio dell’esistenza e antecedente alla formazione dell’Io, in cui è assente (all’interno della vita intrauterina) qualsiasi genere di relazione con oggetti esterni; e un tipo esistenziale e secondario, quello della vita mondana, dove la libido si sprigiona appropriandosi dell’Io.
La psichiatria tratta il fenomeno come disturbo mentale, più precisamente come disturbo della personalità. Le persone che ne sono affette tendono a esagerare le proprie capacità e i propri talenti, sono costantemente assorbite da fantasie di successo illimitato, manifestano un bisogno quasi esibizionistico di attenzione e di ammirazione. Incapaci di riconoscere e percepire i sentimenti degli altri, tendono a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi o per poter ingrandire sé stesse.
Lo spiritualismo. L’indagine che a me pare più interessante è quella proposta dal mio teologo preferito e geniale, Vito Mancuso: “Il narcisista ossessivo è dominato a livello mentale da una tale forza di gravità che è come se ospitasse dentro di sé un buco nero che risucchia tutto quanto gli passa vicino; oggetti, persone, ed esperienze risultano incurvati verso di lui e alla fine annullati. Per questo il destino del narcisista è un’oscura solitudine, perché anche quando è circondato dalla gente egli in realtà negli altri pensa e vede solo sé stesso … il narcisista può giungere a trasformare in menzogna tutto quello che dice e che fa … una terribile malattia spirituale …”.
Per concludere questa breve riflessione sul tema, può essere utile la seguente domanda: esiste un superamento, una risposta positiva e di sintesi alla malattia narcisistica? Si, esiste nella relazione.
Interessante la riflessione sul tema di Vito Mancuso nel suo libro La vita autentica: una relazione con il mondo è fondata, prima che in chiave religiosa, nella struttura unitaria di tre elementi: l’essere: l’energia, l’equilibrio bio-fisico in natura; l’io: “ogni essere naturale è soddisfatto di sé quando procede per la via giusta”, “quando dirige i suoi impulsi solo verso il bene comune” (Marco Aurelio, Pensieri); e infine l’ordine: che nell’organismo psico-fisico si chiama salute, nelle relazioni sociali si chiama giustizia.
Alla domanda “ognuno di noi è definito dall’equazione Io=Io, oppure dall’equazione Io=Noi?”, la risposta è: l’Io è fondamentalmente relazione, relazione con il mondo, momento stesso della costituzione delI’Io, frutto delle relazioni di una Comunità, dalla procreazione alla socialità.
In questa risposta focalizziamo la capacità di un Ego sano, che nasce dal mondo e ama il mondo, che sa vivere un’igiene mentale e sociale, che sa riconoscere profondità e autenticità della vita stessa.