sabato, 20 Aprile, 2024
Esteri

Aumento spesa sussidi per Tunisia, Algeria e Marocco

L’aumento dei prezzi internazionali delle materie prime ha generato un aumento della spesa per sussidi in Tunisia, Algeria e Marocco. Questi paesi sono chiamati a sostenere la loro agricoltura locale, in particolare la coltivazione dei cereali, per non rimanere in balia della volatilità dei prezzi su scala globale e per ripristinare la loro sovranità alimentare. Lo raccomanda l’Osservatorio tunisino dell’Economia ( OTE) in una nota pubblicata venerdì 28 gennaio 2022. “L’indice dei prezzi alimentari della FAO ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni nel 2021, nonostante un leggero calo nel dicembre 2021. Secondo i dati della FAO, i prezzi del mais e del grano hanno registrato un aumento del 31,3%, nel 2021 rispetto al 2020, a causa di un aumento della domanda a fronte di una contrazione dell’offerta”. “Questo aumento si è riflesso nell’indice di inflazione alimentare tra gennaio e ottobre 2021 nei tre paesi (Tunisia, Algeria, Marocco), passato dal 4,9% al 7,6% in Tunisia, dal 3,44% al 12,32% in Algeria e dal -1% al 4,5% in Marocco”.

“Per preservare il potere d’acquisto dei cittadini, il budget dei sussidi per i prodotti essenziali è aumentato del 41% in Tunisia (secondo il bilancio rettificato del 2021) e del 20% in Marocco (fino a settembre) rispetto al budget iniziale del 2021” osserva l’OTE. I tre Paesi (Tunisia, Algeria, Marocco) intendono dunque “aumentare ulteriormente i budget per i sussidi ai prodotti essenziali nel 2022. In Tunisia, il budget 2022 prevede un aumento del 71,4% dei sussidi per i prodotti essenziali rispetto al 2021. Il Il governo algerino, dal canto suo, ha stanziato 1,3 miliardi di dollari del suo budget per il 2022 per i sussidi ai cereali, con un aumento dell’8% rispetto al 2021. Anche il Marocco dedicherà 1,8 miliardi di dollari del budget 2022 al sussidio per i prodotti essenziali, in aumento 12% rispetto al 2021”. “Il governo tunisino ha annunciato nuove misure per razionalizzare il sussidio ai prodotti essenziali in attesa dell’istituzione del meccanismo di sussidio diretto per le categorie vulnerabili. Il governo algerino ha dal canto suo adottato, ai sensi dell’articolo 118 della legge finanziaria 2022, una nuova politica di sussidio che prevede un sussidio monetario diretto alle classi medie e vulnerabili.

Da notare che anche l’Ugtt, la principale organizzazione sindacale tunisina, chiede il mantenimento del sussidio per la classe media tunisina, contrariamente alle direttive del Fmi, che chiede di indirizzare il sussidio solo alle categorie vulnerabili. Per quanto riguarda il Marocco, il governo ha deciso di posticipare la revisione del sistema delle sovvenzioni al ritorno alla stabilità dei prezzi mondiali e alla fine della pandemia, sebbene l’orientamento adottato in Marocco consista, come la Tunisia, nella graduale revoca delle sovvenzioni e nel liberalizzazione dei prezzi secondo le raccomandazioni del FMI. L’Osservatorio ha stimato che, nonostante le differenze di approccio economico tra Tunisia, Algeria e Marocco, i tre paesi hanno adottato il sussidio ai prodotti essenziali, per preservare il potere d’acquisto dei propri cittadini, in particolare sovvenzionando idrocarburi, petrolio, zucchero e grano che è la principale materia prima per fare il pane, un prodotto alimentare essenziale in Nord Africa, primo importatore mondiale di cereali.

L’Osservatorio ha anche ricordato che Tunisia, Algeria e Marocco hanno vissuto rivolte per il pane, rispettivamente nel 1983, 1986, 1981, quando il FMI è intervenuto in questi paesi attraverso i suoi programmi di aggiustamento strutturale. Questi programmi hanno favorito l’agricoltura per l’esportazione e la competitività dei prodotti agricoli sui mercati mondiali per aiutare questi paesi a pagare i loro debiti, a scapito della coltivazione dei cereali, che ha gravemente compromesso l’autosufficienza alimentare di questi tre paesi, costringendoli a importare cereali ed esponendoli a prezzi internazionali fluttuanti. L’Osservatorio ha ritenuto che, a parte l’Algeria, che per finanziare il proprio bilancio dipende dall’esportazione di idrocarburi, le politiche del FMI hanno mostrato i loro limiti in Tunisia e Marocco, che non sono riusciti a controllare i loro crescenti debiti, oltre alla loro incapacità di preservare la loro sovranità alimentare, che li espone a un’elevata volatilità dei prezzi su scala globale. Questo vale anche per l’Algeria. L’OTE ha quindi invocato una nuova politica che rompa con le direttive del FMI e sostenga l’agricoltura locale, in particolare la coltivazione dei cereali, condizione sine qua non per questi tre paesi, per ripristinare la loro sovranità alimentare e alleggerire l’onere delle sovvenzioni prodotti essenziali.

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