sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Un grande equivoco della democrazia italiana

La politica occidentale, nel contesto globale dei grandi mutamenti epocali, attraversa una fase di crisi (krisis, dal greco: momento difficile, scelta) e credo che il nostro mondo della cultura e dell’informazione possa proporsi come portatore intelligente di qualche sana provocazione- Ecco alcune brevi riflessioni sulle forme e sulle contraddizioni della politica fuori dagli schemi del politichese quotidiano.

E partiamo proprio dalla rielezione di Sergio Mattarella, esito liberatorio per gli Italiani che avviene dentro un sistema politico che ha ancora dato di sé una pessima rappresentazione su questioni che meriterebbero specifica trattazione:

  • incapacità di esprimere, anche a causa di una pessima legge elettorale, maggioranze coese;
  • difficoltà nel mettere al centro dell’azione politica l’interesse generale del Paese;
  • divisioni profonde all’interno delle singole coalizioni e pessimo livello delle classi dirigenti;
  • incapacità dei moderati, dotati di grande domanda politica e di personalità d’alto profilo, di esprimere unità, progetto e leadership;
  • pericolosità di un’opposizione avventuriera.

Sarebbe dunque un errore, un grande equivoco, pensare che l’esito provvidenziale della rielezione del Presidente Mattarella sia da attribuire ad un sistema politico che funziona, la verità è un’altra: fra tante personalità di altissimo livello che il Paese avrebbe offerto per l’alta carica, la politica ha dovuto scegliere lo status quo perché fuori dall’equilibrio un po’ miracoloso creato intorno alle figure del Presidente della Repubblica e del Premier, fra Mattarella e Draghi, la classe politica avrebbe perso il controllo del sistema: sarebbe corsa verso le elezioni anticipate, abbandonando il Paese allo sfascio, in piena pandemia, incapaci di cogliere l’occasione storica di risanamento del Paese con la realizzazione finanziaria e socio-economica del PNNR, che dovrebbe peraltro accompagnarsi a riforme attese da decenni. La molla valutativa di una classe politica che salva sé stessa ha prevalso sul senso di responsabilità. La cosa è di tutta evidenza, fosse stata una subordinata rispetto alla responsabilità nazionale la classe politica tutta ci avrebbe evitato uno dei soliti e volgari teatrini che destano tante preoccupazioni alla comunità europea e più di un senso di profondo malessere al popolo italiano.

Insomma auguri al governo Draghi e buona fortuna al popolo italiano, tanta pazienza infine al Presidente Mattarella che avrebbe preferito un meritato pensionamento.

D’altronde senza una rifondazione della politica saremo sempre in balia di calcoli di bottega, di parlamentari che rinsaviscono per il manifesto timore di perdere la poltrona, di maggioranze di governo bislacche che stanno in piedi grazie all’italica capacità di produrre uomini eccezionali.

A proposito, e questo è un onore per l’Italia, non certo per la politica, alle cariche istituzionali più decisive per le sorti nazionali, Mattarella e Draghi, si è aggiunta quella di Giuliano Amato, uomo di grande esperienza, qualità ed equilibrio, Presidente della Corte Costituzionale.

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