martedì, 23 Aprile, 2024
Attualità

G20 e sicurezza: un successo

Bisogna dirselo: in un periodo in cui il nostro paese è “sotto attacco”, con manifestazioni di piazza non tutte legittime e fin troppo esagitate, le nostre Forze di Polizia hanno curato la sicurezza dei Grandi della Terra, e di noi tutti, con esemplare professionalità e senso del dovere.

Chi li attacca colpisce lo Stato, nei sui presidi fondamentali di sicurezza e stabilità.

Gli improperi e le sassaiole alle manifestazioni non sono da farsi verso nessuno, figuriamoci verso coloro che nulla c’entrano, al limite, se non perché “di mestiere” devono tutelare coloro che vogliono manifestare pacificamente, insieme a coloro che non desiderano manifestare.

Sì, perché forse è bene ricordare che chi manifesta pacificamente – e chi non decide di manifestare – rispondono alla Costituzione; gli altri no.

Il diritto di manifestare per i violenti non è previsto; per chi attenta alla Costituzione, come i no vax, nemmeno, soprattutto quando offendono la memoria e la dignità dei popoli. Il diritto alla salute è di tutti, quindi chi ne viola le fondamenta deve ritenersi responsabile per ciò che fa.

La  comunicazione da parte delle forze politiche, in questi due anni, non è stata affatto brillante sui vaccini e sulle cure, sui lock down e sui rimedi. Bisogna avere il coraggio delle posizioni “non politiche”, quelle “senza voti”. La voce sia una, quella magari del Presidente del Consiglio, che egregiamente ha preso le redini anche di questo settore, sempre coadiuvato ovviamente dagli scienziati (anche questi, per favore, parlino con una voce sola).

Chi si occupa, come noi, di sicurezza, non era quindi preoccupato dal G20, ma lo è in questi ultimi giorni dalla tenuta sociale che scaturisce da infiltrazioni di violenti nelle manifestazioni (quelle legittime, lo abbiamo capito) di pensiero.

La nostra Intelligence e le nostre Forze dell’Ordine, i nostri militari tutti, sono attrezzati. Una sicurezza “integrata” che fa invidia al mondo.

Abbiamone stima e rispetto.

 

*Ranieri Razzante, Direttore del Centro di Ricerca sulla Sicurezza e il Terrorismo

 

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