venerdì, 26 Aprile, 2024
Ambiente

Neutralità climatica, il ruolo centrale delle Amministrazioni locali

Nel gigantesco ingranaggio avviato per perseguire gli obiettivi climatici non può passare in secondo piano il ruolo delle Amministrazioni locali, artefici dell’attuazione delle politiche intraprese a livello internazionale e nazionale.

I riflettori, pertanto, vanno puntati anche sulle performance regionali. Seppure in Italia ci siano 6 Regioni virtuose, ad oggi nessuna è in linea con gli obiettivi intermedi fissati a livello europeo per la neutralità climatica al 2030. È quanto emerge dal report “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica: il primo ranking delle Regioni italiane sul clima 2021” realizzato da I4C – Italy for Climate in collaborazione con Ispra, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Chiesi, Conou, Davines, Edison, Erg, illy, Italian Exhibition Group, H+K Strategies.

Neutralità climatica: la classifica regionale

Lo studio di I4C – Italy for Climate è stato elaborato in base a tre parametri chiave: emissioni di gas serra, consumi di energia e fonti rinnovabili, partendo dai dati ufficiali più recenti del 2019 e analizzando i trend di miglioramento ottenuti nel biennio precedente.

Questi indicatori hanno permesso di stilare una classifica: la Campania è prima, seguita da Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria e Marche con almeno 4 indicatori su sei migliori della media nazionale. Il secondo gruppo è composto da Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, che presentano 3 indicatori su 6 migliori della media nazionale. Puglia, Emilia Romagna e Piemonte con solo 2 indicatori su 6 migliori della media nazionale. A chiudere la classifica, con cinque indicatori su sei al di sotto della media nazionale, Toscana, Umbria, Lombardia e Veneto.

Entrando nel dettaglio, il report evidenzia che metà delle Regioni italiane non ha ridotto le proprie emissioni di gas serra, ben 14 Regioni su 20 hanno aumentato i propri consumi energetici e la maggior parte di esse è distante dagli obiettivi 2030 per il ricorso alleenergie rinnovabili, ad eccezione di Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Calabria e Molise.

Sono 7 le Regioni (Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Lazio e Puglia) che, da sole, ancora concentrano il 99% del consumo nazionale di carbone.

Ma delle note positive ci sono: 7 Regioni sono completamente “coal free” (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Marche, Molise, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta); la Liguria è la Regione con meno automobili in circolazione; a primeggiare nel fotovoltaico sono Marche e Puglia, con oltre 700 Watt per abitante installati, il doppio della media nazionale.

Neutralità climatica, il ruolo delle regioni

Quello della neutralità climatica è un obiettivo ambizioso che apre a un’economia e a una società più sostenibili e includenti.

Nella lotta al cambiamento climatico le Regioni hanno un ruolo centrale potendo agire direttamente sulla definizione e attuazione di politiche energetiche, trasportistiche, insediative. Come ha sottolineato Alessandro Bratti, Direttore generale dell’Ispra, esse possono contribuire “al raggiungimento degli obiettivi attraverso l’incentivazione di politiche di mitigazione sul territorio, in accordo con le politiche intraprese a livello centrale, soprattutto in quei settori, come l’agricoltura, i trasporti, il riscaldamento degli edifici dove maggiori sono le competenze e i margini di iniziativa a livello locale e regionale”.

“Serve una ‘legge per il clima’ – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – che consenta di raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici nazionali al 2030 e che assegni anche alle Regioni target specifici e vincolanti (tramite il c.d. burden sharing), direttamente connessi all’effettiva realizzazione degli impianti e degli interventi necessari al loro conseguimento”.

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