sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Le lezioni dell’11 settembre. Quelle Torri, il terrore che si diffonde e le superpotenze senza una strategia

Cosa abbiamo davvero imparato in questi 20 anni insanguinati?

Primo: il terrorismo è una pandemia mortale, una minaccia globale  che colpisce ovunque, quando vuole, con le più disparate motivazioni. Prevalenti sono quelle che si ispirano all’estremismo islamico, in varie forme.

Secondo: le superpotenze sembrano impotenti e non hanno una strategia comune per prevenire e stroncare questi paladini della morte. L’impegno degli Stati Uniti e della Nato non può bastare

Serve un Trattato internazionale delle superpotenze che includa il principio della “difesa collettiva

Ecco l’ elenco eloquente delle località in cui, dopo l’11 settembre si sono verificati attentati terroristici (e non sono inclusi gli attentati terroristici che si sono verificati in Israele, Libano, Siria)

Djerba, Bali, Casablanca, Nassiriya, Istanbul, Beslan, Madrid, Al Khobar (Arabia Saudita),Tabe (Egitto), Londra, Sharm el Sheikh, Mumbay, Nairobi, Bruxelles, Parigi, Copenaghen,

Tunisi, Sousse, Ankara, Bamako (Mali), Ouagadougou (Burkina Faso), Grand Bassam (Costa d’Avorio), Orlando (Florida), Dacca, Nizza, Berlino, San Pietroburgo, Stoccolma, Manchester, Barcellona, Turku (Finlandia), Las Vegas, New York, Il Cairo, Kizljar (Russia), Grozny, Liegi,Toronto, Strasburgo.

 

L’espansione dei terrorismi

In questi 20 anni è cresciuto non solo il numero degli attacchi terroristici ma anche quello dei gruppi che in tutti i continenti seminano morte.

Bisogna ammetterlo con crudo realismo: dal 2001 a oggi abbiamo visto dilagare forme di terrorismo sempre più feroce e organizzato, culminato con la costituzione dell’Isis. E’ vero che  è stato abbattuto, a fatica, ma i i suoi seguaci sono ancora tanti e si sono sparsi, soprattutto in Africa, conquistando zone sempre più estese nell’area del Sahel.

A peggiorare il quadro c’è poi stato il ritorno dei Talebani a Kabul che hanno costituito il primo stato terrorista dotato di confini, sovranità e ora in cerca di riconoscimenti internazionali.

Il quadro è peggiorato. Ma, a quanto pare, Russia e Cina pensano solo ai rischi di terrorismo interno e non si occupano di quello internazionale che mette radici ovunque.

 

Una forte iniziativa internazionale

Ora che gli Stati Uniti non saranno più il gendarme del mondo non basterà che ogni Paese blindi i suoi confini o alzi la soglia di sicurezza al massino livello. E’ necessario ma non sufficiente.

Ciò che serve è invece una presa di coscienza comunque di Usa, Europa, Cina e Russia:il terrorismo è una minaccia globale e come tale va trattato. Occorrerebbe che queste 4 superpotenze sottoscrivessero un Trattato internazionale di prevenzione e lotta contro il terrorismo, aperto anche ad altri Paesi. Esso dovrebbe prevedere,come succede con l’art.5 della Nato, il principio della difesa collettiva: ogni attacco contro uno più Paesi firmatari del Trattato dovrebbe essere considerato un attacco diretto contro tutti che richiederebbe una risposta comune contro il comune nemico.

Il prossimo G20 a guida italiana potrebbe gettare le basi per una collaborazione internazionale più seria  e meno rituale contro i terrorismi. Dobbiamo porre le condizioni perchè il mondo si liberi di questa piaga. Lo dobbiamo alle tante vittime che oggi ricordiamo.

 

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