venerdì, 19 Aprile, 2024
Emozioni dal Cielo

Il cielo del cambiamento

Le stelle di Settembre virano a Occidente e inizia l’autunno

Tocca a Deneb mostrarsi. Dopo l’appariscente Vega settembre ci mostra il cielo del cambiamento quello degli astri che virano a Occidente. Si prepara l’autunno con le giornate più corte e l’oscurità più lunga. Nel firmamento emerge un pianeta, Saturno il gigante degli anelli con le sue lune. E nella oscurità si fa strada la maestosità di Giove. Tutto si muove e tutto cambia.

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È difficile ammetterlo, ma l’estate, astronomicamente parlando, ha i giorni contati. L’attento osservatore del cielo se ne è reso conto da un pezzo: da settimane, infatti, il Sole ritarda gradualmente la sua levata e anticipa il suo tramonto. Il prossimo 22 settembre, alle 21:21 di ora italiana, esso taglierà il traguardo dell’equinozio d’autunno, congedandosi così dalla stagione calda boreale. Da quel momento, ai nostri occhi, l’astro diurno trascorrerà più tempo sotto l’orizzonte che in bella vista: la notte durerà più del dì, guadagnando ulteriormente terreno fino al solstizio invernale.

Intorno alle 22:00, volgiamo i nostri occhi verso lo zenit, esattamente sulla verticale, dove troveremo – evidentissima – la stella Deneb. Abbiamo potuto ammirarla già il mese scorso, ma stavolta potremo notare che essa brilla là dove, 30 giorni prima, avevamo trovato la più appariscente Vega. Questa semplice osservazione, l’evidenza di questo “scambio”, ci permette di realizzare un fatto fondamentale: notte dopo notte e a parità di orario, il paesaggio del cielo scivola lentamente verso occidente e dopo alcune settimane le conseguenze sono davvero macroscopiche.

Questo mese appare ancora dominato dalle costellazioni che abbiamo esplorato ad agosto, in primis Lira, Aquila e Cigno, tanto che voglio approfittarne per indugiare su due importanti mondi del Sistema Solare, ovvero nostri vicini cosmici, finalmente visibili in orari comodi per tutti.

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Dando le spalle alla Polare, scendiamo dunque decisi verso sud, dove troveremo un astro isolato e luminoso, che domina in una regione del cielo priva di luci eclatanti. A dire il vero, quella non è una stella, ma il pianeta Saturno, uno dei giganti gassosi che orbitano intorno al Sole. Questo potremmo già intuirlo badando al fatto che la sua luce non palpita come quella delle stelle (tra tutte, si guardi ad esempio Altair nell’Aquila): quello scintillio, dovuto esclusivamente alla turbolenza della nostra atmosfera, caratterizza infatti quegli astri così lontani da mostrarsi puntiformi anche al telescopio (proprio come le stelle). I pianeti, invece, si mostrano come un disco esteso, il che li rende immuni da quell’effetto.

Se puntassimo un piccolo telescopio o anche un buon binocolo verso Saturno, che si staglia contro le deboli stelle del Capricorno, potremmo ammirare uno dei più preziosi tesori del cielo: il pianeta rivelerebbe infatti il suo sistema di anelli e almeno Titano, il suo satellite più grande, offrendoci una visione indimenticabile. L’opportunità di osservare il Signore degli Anelli astrale al telescopio va dunque colta senza indugi: si tratta di un’esperienza tra le più toccanti che ci sia data di vivere.

Per quanto molto evidente, il pianeta appena osservato viene letteralmente offuscato dalla luce ben più intensa dell’altro gigante gassoso che possiamo trovare una ventina di gradi più a est. Quest’ultimo è attualmente l’astro più brillante visibile per buona parte della notte, escludendo la Luna (e Venere, per meno di due ore dopo il tramonto). Siamo infatti arrivati al cospetto di sua maestà Giove, il colosso planetario del Sistema Solare, l’unico più grande proprio di Saturno.

Impossibile non notare il fulgore di quel brillante, esaltato anche in questo caso dalla mancanza di stelle luminose sullo sfondo (siamo ancora nella pallida costellazione del Capricorno). Un modesto binocolo rivelerà le quattro lune maggiori di Giove, scoperte da Galileo nel gennaio del 1610, mentre un telescopio aggiungerà la vista della complessa atmosfera del pianeta. Ora dopo ora, potremo notare il movimento di quei satelliti attorno al proprio pianeta, constatando ancora una volta come il cielo, al di là della sua apparente immobilità, sia tutto un brulicare di ritmi.

Possiamo infine dare un’occhiata verso oriente e salutare costellazioni come Pegaso e Andromeda, che conosceremo in dettaglio il prossimo mese.

Riguardo alla Luna, essa sarà nuova il giorno 7 settembre, al primo quarto il 13, piena il 21 dicembre e all’ultimo quarto il giorno 29.

Buona passeggiata tra le stelle.

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