sabato, 27 Luglio, 2024
Lavoro

La ripresa c’è. Ma non si trovano 400mila lavoratori

Le aziende hanno in programma di assumere, in totale, 1,2 milioni di lavoratori e, in media, la difficoltà di reperimento si ha in un caso su tre. I settori che fanno fatica o, addirittura non riescono a trovare personale con le competenze necessarie, sono quelli della logistica, turismo, trasporti e costruzioni. Ad agosto le posizioni aperte sono oltre 257mila. Sono le assunzioni previste dalle imprese che però non trovano addetti.

La ripresa c’è ma manca il personale. I dati emergono dal Bollettino Excelsior con la previsione del mercato del lavoro e le indicazioni dell’Anpal, (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro). A sottolineare i problemi sono le Associazioni di categoria, dall’Ance a Confindustria e le associazioni a lei collegate, come Confcommercio e per i trasporti Anita-Confindustria. In un approfondimento del Centro studi del Sole 24 ore emergono anche casi limite. A Bolzano, alla Fercam, multinazionale della logistica con un giro d’affari di circa 800 milioni di euro e oltre 2mila dipendenti diretti e 3mila collaboratori indiretti, servono urgentemente 40 autisti di camion, con conoscenza dell’inglese.

CERCASI AUTISTI
Trasporti e logistica che hanno conosciuto una notevole intensificazione di attività durante la pandemia. “Fanno parte di un settore integrato che si avvale del lavoro di diversi professionisti. In questa fase registriamo una forte carenza di autisti di camion”, spiega Giuseppina Della Pepa, direttore generale di Anita Confindustria, “Sono infatti più di 5mila quelli che mancano nell’immediato, secondo una survey fatta tra gli associati. Un dato che arriva a 17mila se estendiamo il periodo temporale della ricerca a un biennio. Gli autisti risultano di difficile reperimento nell’83% dei casi, gli addetti ai magazzini nel 29%. Il motivo nel 44% dei casi è la mancanza di formazione adeguata, mentre nel 75% è nel fatto che la professione è considerata poco attrattiva”.

C’È LA CRESCITA
Molti settori, commenta il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, “stanno affrontando una ripresa che va al di là delle aspettative e delle diverse previsioni che sono state fatte nei mesi passati. Rispetto ad altri paesi, come la Germania, sicuramente cresciamo di più perché abbiamo perso di più, ma questa volta è chiaro che la ripresa c’è e ci stiamo comportando meglio del 2010 e del periodo in cui siamo usciti dalla crisi del 2008-2009”.

Oltre al problema del reperimento di alcune figure professionali c’è poi il problema dell’età. Il caso degli autisti è emblematico. L’età media di 50 anni degli autisti genera una preoccupazione ancora più grande. “Quando di qui a qualche anno quelli che ci sono andranno in pensione”, continua la responsabile dell’Associazione dei trasporti di Confcommercio, “dovremo affrontare un’emergenza nell’emergenza”.

PERSONALE INTROVABILE
Dai rilievi delle Unioncamere e dal Bollettino Excelsior, realizzato insieme ad Anpal, – relativi al trimestre agosto-ottobre -, saltano fuori i numeri per ciascun settore produttivo.
Nei servizi, il commercio ha bisogno di 148mila persone, il turismo di 276mila, trasporti, logistica e magazzini di 84mila. “È abbastanza ovvio”, prosegue il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, “che ci sia un forte tasso di crescita rispetto al 2019 quando eravamo in condizione di normalità e quindi c’erano delle ricerche ma su livelli di normalità. Adesso invece siamo in una fase di recupero”.

NUOVE PROFESSIONALITÀ
Ci sono settori come la Farmaceutica che grazie alla programmazione sono riusciti a far fronte alle necessità ma nel prossimo futuro i problemi di una ricerca di personale specializzato si faranno sentire. “C’è da sempre una forte proiezione in avanti”, rivela Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, “accompagnata però alla programmazione. Soprattutto oggi che la ricerca non è più in mano solo agli scienziati, ma anche agli ingegneri informatici, agli ingegneri biologici e, l’evoluzione nel settore, è tale che ci sono figure che ci serviranno da qui ai prossimi 5 anni di cui non abbiamo neppure la job description”.

COSTRUZIONI IN DIFFICOLTÀ
Stando inoltre ai calcoli del centro studi dell’Ance, l’Associazione dei costruttori stima per il 2022 un fabbisogno occupazionale aggiuntivo diretto di circa 170mila unità, cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila. Non si trovano però il 52% degli addetti alle finiture e il 60% dei giovani operai specializzati richiesti, per i lavori legati al Recovery e per i cantieri che lavorano a pieno ritmo, anche per via dei bonus dell’edilizia. Nella manifattura, invece, la siderurgia ha in programma oltre 60mila assunzioni, la meccanica e l’elettronica 54mila, gli alimentari più di 33mila, il tessile 24.500, il legno arredo 12mila, mentre il contatore di chimica, farmaceutica e gommaplastica ha bisogno di 23.540 figure professionali.

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