lunedì, 21 Luglio, 2025
Attualità

Il Papa: “Il mondo non sopporta più la guerra”

Leone XIV invoca il dialogo e chiede il rispetto del diritto umanitario. Dolore per l’attacco alla parrocchia cattolica di Gaza e un appello alla comunità internazionale: “Tutelare i civili, basta punizioni collettive”

Anche da Albano Laziale ieri il Papa ha usato parole alquanto forti e allo stesso modo inequivocabili: “Dobbiamo dialogare e lasciare le armi. Il mondo non sopporta più la guerra”. Un messaggio chiaro, che ha avuto distintamente l’obiettivo di scuotere le coscienze, pronunciato all’uscita della Messa celebrata nella cattedrale cittadina. Leone XIV non si è limitato a una riflessione spirituale, ma è entrato con forza, diciamo in tackle usando un termine calcistico, nel cuore della crisi mediorientale, denunciando atti concreti e chiedendo responsabilità internazionale. Durante l’Angelus recitato a Castel Gandolfo il Pontefice è tornato dunque a invocare la pace. Ha espresso “profondo dolore per l’attacco dell’esercito israeliano alla parrocchia cattolica di Gaza City, che ha causato la morte di tre cristiani”. Ha letto ad alta voce i nomi delle vittime: Saad Issa Kostandi Salameh, Foumia Issa Latif Ayyad, Najwa Ibrahim Latif Abu Daoud. Parole cariche di dolore, quelle di Prevost, che hanno nettamente voluto restituire dignità alle vittime: “Alla comunità internazionale rivolgo l’appello a rispettare l’obbligo di tutela dei civili nonché il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e di spostamento forzato della popolazione”.
Il Pontefice ieri è stato chiaro come non mai: la guerra non è più tollerabile. Non è solo una questione politica o militare, ma è una sfida morale, che interroga la coscienza dell’umanità: “Bisogna pregare per la pace e cercare di convincere tutte le parti a mettersi a un tavolo. Il mondo non sopporta più. C’è tanto conflitto, tante guerre, e bisogna lavorare davvero per la pace. Fiducia in Dio, ma devono anche lavorare gli uomini”.

Servizio e ascolto

L’omelia nella cattedrale di Albano ha offerto uno spunto ulteriore. Leone XIV ha riflettuto sulla fatica del servizio e dell’ascolto: “Richiedono impegno e capacità di rinuncia”. Poi ha inviato tutti a trasformare i giorni estivi in un tempo di cura reciproca, di costruzione di una “cultura di pace”, che unisca nella solidarietà, nella condivisione della fede e nella volontà di superare ostilità.
Poi il Papa ha riflettuto sull’ospitalità, ispirandosi alle figure bibliche di Abramo e Sara, e a quelle evangeliche di Marta e Maria. La capacità di accogliere e di lasciarsi accogliere è stata indicata come chiave per una vita più piena. Un invito a rallentare, ad ascoltare, a condividere. A fare spazio all’altro, a Dio e ai fratelli, in una società che spesso privilegia la velocità e il rumore.
L’intervento del Vescovo di Roma ha toccato anche la condizione dei cristiani in Medioriente. Si è rivolto a loro con parole di comprensione: “Sono vicino alla vostra sensazione di poter fare poco davanti a questa situazione. La Vergine Maria vi protegga sempre e accompagni il mondo verso albori di pace”.
Chiaro è che questo discorso si è inserito in un contesto drammatico. Mentre si moltiplicano le notizie di attacchi contro civili e luoghi di culto a Gaza, Leone XIV ha ribadito il principio cardine del diritto internazionale umanitario: la protezione dei non combattenti. Nessuna ragione strategica può giustificare punizioni collettive o deportazioni forzate.

Appello all’impegno civile

La giornata del Papa ad Albano e a Castel Gandolfo si è conclusa con un appello alla responsabilità, alla preghiera e all’impegno civile. Ha salutato fedeli e pellegrini accorsi nella piazza, ringraziato i presenti e incoraggiato iniziative concrete come la ‘Maratona di preghiera per i governanti’, promossa dal Forum Internazionale di Azione Cattolica. Iniziativa che invita ciascuno, dalle 10 alle 22, a dedicare un minuto alla preghiera per la pace e la sapienza nei cuori di chi governa. Durante i saluti finali, Leone XIV ha citato le famiglie riunite a Loppiano per la Scuola Internazionale di Famiglie Nuove e ringraziato i giovani del Catholic Worldview Fellowship, gli studenti del Catholic Institute of Technology, gli scout Agesci di Gela 3, i ragazzi di Castello di Godego, i fedeli di Palermo e Sarsina. Ha riconosciuto anche la presenza del gruppo folkloristico ‘O Stazzo’ e della banda musicale di Alba de Tormes. A tutti ha rivolto parole di affetto, ricordando che è nella quotidianità che si costruisce la pace.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Piccole imprese. Costantini (Cna): guerre e dazi, l’Europa realizzi un piano di sostegno e l’Italia tagli la burocrazia

Paolo Fruncillo

Non bistrattiamo la storia e la geografia

Domenico Turano

Tajani: “La riforma della giustizia è un pilastro di Forza Italia. Nessuno vuole lo scontro”

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.