Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato ieri, in un’intervista a NBC, che sarà la NATO a pagare interamente le armi statunitensi da destinare successivamente all’Ucraina. “Invieremo le armi all’Alleanza e la NATO le consegnerà a Kiev, coprendo il 100% del costo”, ha spiegato. Una mossa presentata come strategica e vantaggiosa per Washington, che tuttavia alimenta le tensioni con Mosca. Nel corso dell’intervista, Trump ha annunciato anche una “dichiarazione importante” sulla Russia prevista per lunedì prossimo, lasciando intendere nuove iniziative sul fronte diplomatico o militare. Ha inoltre autorizzato, per la prima volta nel suo mandato, l’invio diretto di munizioni all’Ucraina per un valore stimato di 300 milioni di dollari, facendo uso dei poteri straordinari derivanti dallo stato di emergenza. Non si è fatta attendere la reazione del Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha definito “inaccettabile” lo schieramento di truppe occidentali sul suolo ucraino vicino ai confini russi, accusando l’Occidente di voler prolungare il conflitto “fino all’ultimo ucraino”. Peskov ha bollato come “un affare” per gli Stati Uniti la vendita di armi alla NATO, affermando che “i sentimenti militaristi dell’Occidente stanno sabotando ogni tentativo di pace”. Sul piano diplomatico, la Russia ha confermato un colloquio tra il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio. Lavrov ha lasciato intendere che Mosca abbia proposto una “nuova idea” per la risoluzione del conflitto, ma si è rifiutato di entrare nei dettagli, ironizzando con una citazione dello stesso Trump: “Non ve lo dico, vogliamo fare una piccola sorpresa?”.
Zelensky: “Un’altra atrocità russa”
Intanto la guerra continua a mietere vittime. Nella giornata di ieri, un attacco russo con droni ha colpito un ospedale maternità a Kharkiv. Le finestre sono esplose, le schegge hanno invaso i letti, e pazienti e neonati sono stati evacuati in preda al panico. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato duramente: “Un’altra atrocità. La Russia mira alla vita, anche dove è appena iniziata”. Nove persone sono rimaste ferite in città, e si contano almeno un morto e cinque feriti nell’intera regione. Oleksandra Lavrynenko, una madre che aveva appena partorito, ha raccontato di aver corso con il marito a proteggere il piccolo Maksym, nato solo il giorno prima. “È stato spaventoso, sono ancora sotto shock”, ha detto. L’ospedale ha subito danni anche alle sale operatorie e al reparto parto.
“Cessate il fuoco realistico entro il 2025”
In un’intervista a Bloomberg, Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina, ha affermato che un cessate il fuoco entro il 2025 è “realistico” e “non difficile”, purché coinvolga Ucraina, Russia e Stati Uniti. Ha sottolineato che le forze russe non riusciranno a conquistare la regione di Donetsk entro l’anno, come auspicato da Mosca, e ha denunciato il ruolo crescente della Corea del Nord nel conflitto: Pyongyang fornirebbe fino al 40% delle munizioni russe, oltre a missili balistici e sistemi d’artiglieria. “Sono armi efficaci”, ha detto Budanov, attribuendo il 60% delle perdite recenti della sua unità proprio a questi armamenti.
Numeri dal fronte: 236.000 vittime russe nel 2025
Secondo l’intelligence britannica, la Russia ha subito circa 236.000 vittime tra morti e feriti solo nei primi sei mesi del 2025. Dall’inizio dell’invasione su larga scala nel 2022, le perdite totali ammontano a oltre un milione. Il tasso medio di vittime giornaliere nel mese di giugno è stato di circa 1.080, in lieve calo rispetto ai mesi precedenti, grazie anche alle migliori condizioni meteorologiche.
Accordo Italia-Ucraina su porti e trasporti
In questo contesto, l’Italia ha firmato un Memorandum of Understanding con l’Ucraina per la ricostruzione e modernizzazione dei porti. L’accordo, siglato dal vice ministro Edoardo Rixi e dalla vice ministra ucraina Alona Shkrum, punta a rafforzare i corridoi logistici nel Mar Nero e i collegamenti tra i porti italiani dell’Adriatico e dell’Alto Tirreno. Un’iniziativa che mira non solo alla ricostruzione fisica, ma anche al rilancio economico dell’Ucraina nel lungo periodo. A Roma, durante la Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina, il commissario europeo per la Difesa Andrius Kubilius ha presentato l’iniziativa Brave Tech EU, un progetto congiunto tra Bruxelles e Kiev per sviluppare droni militari e rafforzare la difesa comune. “L’Ucraina produrrà quattro milioni di droni nel 2025 per difendere 1.200 km di fronte – ha spiegato –. Dobbiamo imparare da loro per rafforzare anche la nostra sicurezza”. Il progetto, finanziato per 50 milioni di euro dall’Ue e altrettanti dal governo ucraino, punta a integrare l’industria bellica di Kiev con quella europea. “Il loro esercito di droni ha già avuto grande successo, ma ogni innovazione diventa obsoleta in due mesi. Serve un ecosistema industriale dinamico e connesso”, ha osservato Kubilius.