mercoledì, 9 Luglio, 2025
Lavoro

Popolazione in calo e lavoratori in fuga: l’Italia perde forza lavoro

Allarme dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: con l’invecchiamento demografico si rischiano quasi due milioni di lavoratori in meno entro dieci anni

Un Paese che invecchia e lavora meno. La popolazione italiana continuerà a diminuire e a invecchiare, con conseguenze dirette sul mondo del lavoro. A lanciare l’allarme è Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ascoltata in audizione dalla Commissione parlamentare che indaga sugli effetti economici e sociali del cambiamento demografico in corso. Secondo i dati presentati, l’Italia rischia di perdere quasi due milioni di lavoratori nel giro di un decennio, se non verranno adottate misure efficaci. Cavallari è stata chiara nel descrivere lo scenario: “È previsto che continui il calo della popolazione in termini assoluti, accompagnato da un invecchiamento progressivo della popolazione italiana”.

Meno giovani, più anziani e meno occupati

Il problema non è solo numerico ma riguarda anche l’età delle persone che restano attive nel mercato del lavoro. In altre parole, si riducono le persone in età lavorativa mentre aumentano gli anziani. Se si mantiene il tasso di occupazione attuale, cioè la percentuale di persone che lavora rispetto alla popolazione totale, nei prossimi cinque anni si perderanno circa 700mila lavoratori. Ma se si guarda più avanti, il numero diventa ancora più preoccupante: 1,8 milioni in dieci anni. “C’è dunque un tema di numerosità e di composizione per età della forza lavoro” ha spiegato la presidente dell’UPB.

Calo demografico e impatto sull’economia

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più basso tasso di natalità. Le nascite sono in calo da anni e il ricambio generazionale non è garantito. L’allungamento della vita media porta a una crescita della popolazione anziana ma non compensa la riduzione delle nuove generazioni. Questo squilibrio si ripercuote sull’economia in vari modi. Con meno persone che lavorano e più persone da sostenere, aumenta la pressione sui sistemi pensionistici e sanitari. Diminuisce anche il numero di contribuenti, con ricadute sui conti pubblici. Inoltre la carenza di lavoratori rischia di rallentare la crescita delle imprese e l’innovazione.

Le sfide del mercato del lavoro

Il rischio, secondo Cavallari, non è solo avere meno lavoratori ma avere anche una forza lavoro poco adatta ai bisogni futuri. Il cambiamento demografico influisce sulla composizione delle competenze disponibili. Le imprese potrebbero trovarsi senza le professionalità necessarie per affrontare le sfide della transizione digitale ed ecologica. A questo si aggiunge un mercato che fatica ad attrarre talenti dall’estero e che spesso non valorizza appieno le risorse interne, in particolare i giovani e le donne. Servono politiche attive del lavoro, formazione continua e misure per rendere il Paese più attrattivo.

Un problema noto ma ancora irrisolto

La questione demografica è sul tavolo da tempo. Già da anni gli esperti segnalano che il calo delle nascite e l’invecchiamento sono tra le principali sfide per l’Italia. Tuttavia le risposte politiche sono state frammentarie e spesso di breve respiro. Incentivi alla natalità, sostegno alle famiglie, integrazione degli immigrati e valorizzazione della forza lavoro femminile sono temi ricorrenti ma poco strutturati. La relazione dell’UPB arriva in un momento in cui la consapevolezza del problema è diffusa ma le soluzioni concrete ancora scarseggiano.

Un invito a non perdere tempo

Nel documento pubblicato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio e discusso in Commissione, si sottolinea l’urgenza di intervenire. “Mantenere i tassi attuali significa accettare una perdita progressiva e strutturale di lavoratori” ha spiegato Cavallari. Per invertire la rotta servono investimenti in politiche demografiche, riforme strutturali e una visione di lungo periodo. Le scelte di oggi determineranno l’Italia di domani. Una società con meno lavoratori rischia di essere meno dinamica, meno competitiva e più fragile sul piano sociale.

Le parole dell’UPB sul sito ufficiale

Tutti i dati presentati da Lilia Cavallari durante l’audizione sono disponibili sul sito dell’UPB, che ha pubblicato integralmente il materiale a supporto. L’intervento fa parte di un ciclo di audizioni che intende raccogliere elementi utili per un’analisi approfondita della transizione demografica. La speranza, ha lasciato intendere la presidente dell’UPB, è che da queste riflessioni possa nascere un’azione politica consapevole e incisiva

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