Mi capita continuamente di leggere articoli e commenti, anche da fior di analisti, che mi lasciano interdetto: Trump crede nelle sfere di influenza perciò la pace regnerà nel mondo (scusate la sintesi brutale).
Premesso che visti i nomi blasonati che sostengono questa tesi potrei essere io in errore, a me pare un pio desiderio e tra l’ altro pericolosamente fuorviante.
Gli interessi e le concessioni
Gli imperi non cedono mai volontariamente spazi. Trovatemi un caso nella storia in cui un impero si auto amputi di una parte del suo territorio o dominio perché il suo vicino è cresciuto.
Un conto è parlare di interessi non strategici come lo è l’ Ucraina per gli USA, un conto è permettere alla Russia di riprendersi le Nazioni ex patto di Varsavia. Tra l’ altro le concessioni alla Russia sono il frutto di una necessità, questa si strategica, di darle l’ ossigeno necessario a non cadere completamente in un rapporto di dipendenza dalla Cina.
Una Yalta che non c’è
Una Cina che con tutto il suo strapotere economico e militare lotta per la navigabilità ai limiti delle sue spiagge.
Io questa futura Yalta di cui tutti parlano, per quanto sia auspicabile, non la vedo. Prendete una cartina e guardate plasticamente la cintura di nazioni ad ovest della Russia e per la Cina nell’ Indopacifico.
Le ragioni degli imperi
Si può sostenere che gli USA abbiano dei problemi, che soffrano la fatica di essere impero e un’ economia in difficoltà (posto che la macroeconomia non è scienza lineare), ma pensare che per questi motivi si ritirino dall’ Europa o espellano dalla NATO la Polonia, la Romania o persino i baltici ovvero consentano alla Cina di proiettarsi verso l’esterno in una conferenza internazionale, mi pare fantapolitica. Potranno attuare politiche di distensione ( e fino ad un certo punto) con la Russia, magari in ipotesi , di un contenimento dell’Iran e come già detto, di maggior autonomia dalla Cina. Ma alla base vi è sempre in una logica strategica imperiale. Una logica che è di contrapposizione rispetto al blocco Sino Russo. Inoltre vi assicuro che a Washington questa nostra visione di una America malata terminale, non solo non è condivisa, ma al contrario permane l’ idea di una potenza che ha vinto la guerra fredda ed è egemone.
Pace e perdita di influenza
Una potenza che è sempre più svincolata dagli apporti simbolici di alcuni dei suoi riottosi alleati (L’Italia non è tra questi). In ogni caso Trump può fare molte cose in America, ma una non gli è consentita (e neanche penso sia nei suoi desideri) ed è una pace mondiale il cui prezzo sia perdere pezzi dell’impero americano
Gli imperi, torno a dirlo, crollano, non si dimettono, né cedono nulla senza combattere.