Il mercato automobilistico europeo frena ancora, confermando lo scenario di stagnazione che ormai da mesi accompagna l’intero comparto. Secondo i dati ufficiali comunicati dall’Unrae, aprile 2025 si è chiuso con 1.077.186 immatricolazioni, un leggero -0,3% rispetto alle 1.080.680 dello stesso mese del 2024, e ben 20% in meno rispetto ad aprile 2019, ultimo anno pre-Covid. A livello cumulato, il primo quadrimestre dell’anno ha evidenziato un trend analogo: 4.459.087 immatricolazioni, contro le 4.475.369 dello scorso anno, pari a un calo dello 0,4%.
Nonostante l’apparente stabilità nei numeri generali, l’analisi per singolo Paese e per segmento mostra forti divergenze, sia nei livelli di immatricolazione, sia nella penetrazione delle motorizzazioni a zero o basse emissioni, le cosiddette Ecv (Electric chargeable vehicles), che comprendono le Bev (elettriche pure) e le Phev (ibride plug-in).
Italia: il mercato tiene
L’Italia registra ad aprile una modesta crescita del 2,7%, sufficiente a sorpassare temporaneamente il Regno Unito come secondo mercato europeo del mese. Ma sul fronte della transizione energetica, resta ancora ampiamente indietro. Nel mese di aprile, le Ecv hanno coperto appena il 10,4% del mercato italiano (Bv al 4,8%, Phev al 5,6%), posizionando il Paese in ultima posizione tra i cinque Major Market europei. La quota è ancora più bassa nel primo quadrimestre: 9,6% complessivo, con Bev al 5,1% e Phev al 4,5%. Una performance distante anni luce dal 32,1% del Regno Unito, dal 28,8% della Germania o dal 25,3% della Francia.
Francia: prosegue la flessione
Il mercato francese conferma il trend negativo: -5,6% ad aprile, con 138.696 unità immatricolate, e -7,3% nel quadrimestre. I dati per alimentazione fotografano un contesto articolato: le Bev crescono del 2,8% raggiungendo una quota del 18,4%, mentre le Phev perdono l’11,7% fermandosi al 6,9%. Le Hev (ibride tradizionali) volano al 45,5%, con un incremento di oltre 14 punti. Il segnale è chiaro: gli automobilisti francesi si orientano su soluzioni di elettrificazione leggera, mentre l’elettrico puro rallenta e il plug-in mostra segnali di disaffezione.
Germania: mercato stabile
La Germania è rimasta quasi invariata ad aprile con 242.728 unità immatricolate (-0,2%), ma ha sofferto nel primo quadrimestre con -3,3%. Ma il mercato delle auto elettriche è in forte ascesa: Bev al 18,8% (+53,5%) e Phev al 10% (+60,7%). Le Ecv hanno totalizzato il 28,8% del mercato ad aprile, e il 27,2% nei quattro mesi. Il pubblico tedesco, ben supportato da una rete infrastrutturale e incentivi stabili, ha continuato a premiare la mobilità elettrica, segnalando un recupero post fine-incentivi statali iniziato nel 2024.
Regno Unito: aprile nero
In Gran Bretagna aprile si è chiuso con un netto -10,4%, a causa sia della tassazione introdotta dal 1° aprile anche su veicoli elettrici costosi, sia dell’anticipo degli acquisti a marzo per evitare tale onere. Il Regno Unito resta però leader europeo per quota di veicoli elettrici, con una penetrazione delle Ecv al 32,1% (Bev al 20,4%, Phev all’11,7%). Nel quadrimestre, la performance è stata comunque positiva: +3,1%, con 700.833 immatricolazioni. Le Bev crescono del 35,2%, conquistando la seconda posizione tra le alimentazioni preferite.
Spagna: mercato più dinamico
La Spagna si è confermato il mercato più vivace, con +7,1% ad aprile, +12,2% nel quadrimestre, e l’ottavo mese consecutivo di crescita. Merito anche del rinnovo del piano Moves, che prevede 400 milioni di incentivi per l’elettrico. Le Ecv toccano il 16,2% nel mese (Bev al 6,9%, Pheval 9,3%) e il 14,7% nel quadrimestre. Le ibride tradizionali hanno coperto oltre il 41% del mercato.
Il caso Italia
In Italia il 19 maggio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha annunciato un pacchetto di incentivi per 597,3 milioni di euro rivolti alle fasce di reddito più basse, finanziato con fondi Pnrr inutilizzati, inizialmente destinati alla rete pubblica di ricarica. L’annuncio, però, è arrivato senza una consultazione con le associazioni del settore e prima della definizione concreta dei meccanismi operativi, generando incertezza e congelamento della domanda.
Andrea Cardinali, Direttore Generale di Unrae, ha espresso forti perplessità: “Annunciare incentivi senza dettagli operativi è controproducente. Gli incentivi devono arrivare come decisioni, non come promesse”. E ha aggiunto: “Un fondo così ingente potrebbe avere un impatto reale, ma l’orizzonte annuale è troppo breve e i vincoli troppo rigidi: si rischia di non spenderli tutti”.