giovedì, 29 Maggio, 2025
Politica

Il voto. Il Centrodestra non rinunci ai moderati

Il Governo mette a segno numerosi risultati, le leadership hanno l’opportunità di coinvolgere le persone su temi popolari e coinvolgenti. Le elezioni comunali aprono una riflessione: serve più dialogo al centro. Ai cittadini diamo risposte su sanità, trasporti, lavoro e partecipazione

La vittoria del centrosinistra a Ravenna e Genova nelle elezioni comunali 2025, e i ballottaggi a Taranto e Matera, non sono certo un dramma o un test nazionale, tuttavia, segnala una necessità per il centrodestra. Un risultato sul quale è necessario aprire una considerazione che consideriamo a fin di bene per far maturare un progetto politico più in sintonia con l’Italia di oggi che centra grazie al premier Giorgia Meloni molti obiettivi, tra questi la stabilità del Governo, un consolidamento dei conti con risultati eccellenti, una crescita della occupazione, una affermazione in campo internazionale del nostro Paese.

Più dialogo meno arroccamenti

Il problema a nostro avviso rimane quello evidenziato da tempo, ossia la capacità di intercettare l’elettorato moderato e centrista nelle aree urbane e più progressiste. Per il centrodestra, il problema non è solo numerico ma strategico e identitario. In Italia lo dicono i commentatori di sinistra e di destra, serve un cambio di passo nel considerare e dare spazio e voce all’elettorato che crede in alcuni valori fondati di una comunità, come il dialogo, la comprensione dei problemi, come risolverli. Serve una politica del coinvolgimento con un approccio popolare.
Le strade concrete per cercare di conquistare più spazi al centro moderato ci sono e vanno attuate.

La lezione degli statisti

In primo luogo nella politica il linguaggio che si adopera è una scelta importante. La moderazione dei toni è vincente. Come giornale erede di Alcide De Gasperi e di statisti come Aldo Moro, Benigno Zaccagnini e Arnaldo Forlani, hanno insegnato che quando si Governa, ai cittadini ci si rivolge con un linguaggio privo delle inutile polemiche, di quelle polarizzazioni politiche, che invece di avvicinare allontana l’elettorato moderato. Servono messaggi che parlino di stabilità, competenza, soluzioni realistiche.

Parlare alla gente

Le persone comuni che non vivono di politica ma che se ne sentono partecipi devono essere coinvolte sui grandi temi: sanità, trasporti, ambiente, scuola, lavori, formazione, sicurezza, sviluppo. Il centrodestra deve articolare una proposta concreta e meno ideologica. Deve sentire che i cittadini sono i primi fruitori di servizi e se questi non funzionano o che non sono all’altezza delle nuove necessità, la politica deve intervenire. Negli anni ‘60 davanti al boom demografico, venne realizzato un Piano Infanzia, che permise a milioni di bambini di avere assistenza, cure migliori, scuole nuove ad iniziare dagli asili. Oggi abbiamo il grande tema della terza età, della società che invecchia, della non auto sufficienza, ma a parte monsignor Paglia, la politica non riesce a mettere a punto una riforma del Sistema Sanitario Nazionale che ponga – tra le diverse urgenze – questo tema come prioritario.

Dai social alla realtà

Il centrodestra è spesso forte sui social, ma deve migliorare il radicamento nei media locali e nel tessuto sociale urbano.
Raccontare una visione moderna di città, sostenibile ma anche attrattiva per le imprese, può intercettare i moderati. C’è il tema dello sviluppo, delle piccole imprese, in particolare dei giovani che gettano la spugna per l’eccessiva burocrazia e carico fiscale. Bisogna rinnovare il modo di parlare a questi giovani imprenditori con attenzione ai loro problemi.

Cattolici e moderati

Infine in molte realtà urbane, il voto è meno ideologico e più legato ai problemi concreti. Il centrodestra deve annoverare nel dibattito oltre alle questioni nazionali come immigrazione, sicurezza, i temi locali come l’efficienza della sanità sul territorio, i trasporti, i servizi, le scelte dello sviluppo, le questioni ambientali. Lo diciamo al di là dei risultati elettorali, il centrodestra ha oggi credibilità, uomini all’altezza del Governo nazionale, delle città e dei territori. Si può fare di più, perché la politica in Italia ha necessità di una visione moderata, centrista, Cattolica, che sappia discutere di economia ma anche di welfare; di ricchezza ma anche di povertà. Bisogna credere di più nella forza centrista e questa non deluderà le giuste ambizioni di un centrodestra meno leaderistico e più popolare.

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