venerdì, 2 Maggio, 2025
Esteri

Israele: “Incendi sotto controllo”. Cisgiordania, coloni danno fuoco a terre palestinesi

Netanyahu: per i roghi 3 arresti e altri 15 indagati. Siria, leader druso: "Campagna genocida". Droni israeliani sul Libano, due morti

Dopo due giorni di incendi devastanti nei dintorni della capitale, Israele è riuscito a riportare la situazione sotto controllo. Le autorità hanno confermato ieri la riapertura delle principali arterie stradali tra Gerusalemme e Tel Aviv, mentre i vigili del fuoco, supportati anche da squadre militari, hanno continuato a lavorare per domare gli ultimi focolai rimasti attivi. I roghi, alimentati da forti venti e temperature elevate, hanno costretto migliaia di persone all’evacuazione e provocato il ferimento di almeno 23 civili, tra cui due neonati e due donne incinte. Diciassette pompieri sono rimasti feriti nel tentativo di contenere quello che le autorità israeliane hanno definito “l’incendio più grave dell’ultimo decennio”. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato che 18 persone sono indagate per sospetto incendio doloso, di cui tre già arrestate. Una di loro sarebbe stata colta sul fatto con accendino e fazzoletti intrisi di liquido infiammabile. “Ci sono disastri naturali e disastri provocati dall’uomo. Questo è il secondo caso. Ma noi amiamo e proteggiamo questa terra”, ha dichiarato Netanyahu. Anche l’Italia ha offerto il proprio sostegno: due Canadair sono partiti ieri per Israele nell’ambito del Meccanismo Europeo di Protezione Civile. “Un aiuto prezioso e provvidenziale, nel giorno della nostra Indipendenza”, ha scritto su X l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled. Parallelamente, in Cisgiordania si registrano nuovi episodi di violenza in reazione agli incendi. Coloni israeliani hanno dato fuoco a terreni agricoli palestinesi, aumentando la tensione in una regione già fortemente destabilizzata. I media locali parlano di attacchi coordinati e numerosi feriti.

Gaza: bombe su sfollati e bambini

Contemporaneamente si è intensificata la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Secondo le Nazioni Unite, oltre due milioni di persone rischiano la vita a causa della mancanza di cibo, acqua e medicinali, in un contesto in cui le consegne di aiuti umanitari sono bloccate da quasi due mesi. I bombardamenti israeliani proseguono senza sosta, colpendo anche tende e abitazioni di sfollati. Nell’ennesimo attacco, una bambina di quattro anni è stata uccisa mentre giocava per strada. “È un promemoria straziante del destino che minaccia ogni bambino a Gaza”, ha dichiarato la famiglia. Secondo il ministero della Salute della Striscia, dall’inizio della nuova offensiva israeliana, oltre 800 minori hanno perso la vita. Israele non ha commentato l’attacco.Il capo di stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha dichiarato che l’esercito è pronto a infliggere un “colpo decisivo” a Hamas. “Se necessario, lo faremo presto e con determinazione”, ha affermato, sottolineando che l’obiettivo finale rimane la vittoria totale sull’organizzazione islamista e il ritorno degli ostaggi israeliani. Netanyahu ha ribadito che, pur rimanendo centrale la liberazione degli ostaggi, “l’obiettivo supremo” della guerra è la sconfitta dei nemici dello Stato ebraico.

Siria, drusi: “una campagna genocida”

La crisi si è estesa anche al fronte siriano. Nella zona di Damasco, due giorni di violenze hanno causato almeno 73 morti, in gran parte appartenenti alla comunità drusa. Gli scontri tra gruppi drusi e milizie legate al governo sunnita di Ahmed al-Sharaa sono esplosi nei sobborghi di Jaramana e Sahnaya dopo la diffusione online di un messaggio audio, attribuito a un druso, ritenuto blasfemo dai miliziani filogovernativi. Il bilancio, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), include 30 membri delle forze lealiste e almeno 42 combattenti drusi. In un solo episodio, quindici paramilitari drusi sono stati uccisi in un’imboscata. Lo sceicco Hikmat al-Hajri, massima autorità religiosa della comunità drusa in Siria, ha denunciato ieri quella che definisce “una campagna genocida” e ha chiesto l’intervento urgente delle forze internazionali. “Un governo non uccide il suo popolo usando milizie estremiste”, ha affermato in un messaggio alla stampa, accusando il regime di voler eliminare la minoranza drusa. Israele ha reagito rapidamente all’escalation: aerei da guerra hanno colpito un “gruppo estremista” nei pressi di Damasco per prevenire, secondo il governo israeliano, attacchi contro la comunità drusa. Il premier Netanyahu ha definito l’operazione un “avvertimento”. In Israele vivono circa 30.000 drusi, in gran parte residenti nelle Alture del Golan occupate dal 1967.

Libano: smantellate infrastrutture Hezbollah

Nel frattempo, droni israeliani hanno colpito obiettivi nel sud del Libano, uccidendo due persone in un’operazione mirata contro Hezbollah. Le tensioni lungo il confine si sono riaccese, ma da Beirut arrivano segnali di contenimento. Un alto funzionario della sicurezza libanese ha annunciato che oltre il 90% delle infrastrutture di Hezbollah nella fascia a sud del fiume Litani è stato smantellato in seguito al cessate il fuoco di novembre. Il presidente libanese Joseph Aoun ha aggiunto che le forze armate hanno ora il controllo dell’85% del sud del Paese.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Trump firma ordine esecutivo per interrompere i finanziamenti alle emittenti pubbliche PBS e NPR

Anna Garofalo

Russia e Corea del Nord: il nuovo ponte sul fiume Tumen rafforza la cooperazione economica

Ettore Di Bartolomeo

Dazi Usa-Cina: Pechino valuta l’offerta di Washington per nuovi negoziati

Paolo Fruncillo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.