mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Confesercenti: consumi natalizi, spesa sale +20% tra chi riceve la tredicesima. I negozi fisici guadagno terreno su internet

Moda, cosmetici e giocattoli i doni più ricercati

Natale, lo shopping entra nel vivo. Nel conto alla rovescia per il 24 dicembre, un italiano su due (il 53%) deve ancora terminare di acquistare i doni da mettere sotto l’albero. È quanto emerge da un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti su un campione di consumatori italiani in occasione del Natale.
“In media, si faranno poco meno di nove regali a testa, per un budget di 225 euro a persona ed una spesa complessiva di 8,1 miliardi”.

Occupazione e salari

Sotto l’albero, i Babbo Natale italiani lasceranno soprattutto capi e accessori moda, giocattoli, prodotti di profumeria e cosmetica e libri.
“L’inizio del recupero dei salari reali, congiuntamente alla crescita dell’occupazione, avrebbe dovuto innescare una accelerazione dei consumi, ma le famiglie restano ancora prudenti anche a Natale”, ora Confesercenti, “In media, i nostri concittadini progettano di spendere 225 euro per i doni da mettere sotto l’albero, una previsione simile a quella dello scorso anno (223 euro). Il budget si alza sensibilmente, però, tra i percettori di tredicesima: questi ultimi destineranno in media 270 euro (circa il 20% in più) ai regali da mettere sotto l’albero”.

Negozi recuperano terreno

Con l’avvicinarsi del Natale, il canale retail offline guadagna terreno. “Ed i negozi battono l’online 6 a 4”, rimarca la Confederazione, “I consumatori sceglieranno infatti un punto vendita fisico per il 61% circa degli acquisti: il 46% presso un negozio, di vicinato o in un centro commerciale, il 10% in un negozio monomarca di una grande catena e il 4% in un mercato o mercatino. Il 38% dei doni, invece, verrà acquistato online, soprattutto presso le grandi piattaforme (36%), mentre si riduce (2%) la quota degli acquisti effettuati direttamente sul sito del produttore”.

Regali, vince la moda

Babbo Natale, secondo la ricerca Ipsos , quest’anno, farà più di uno stop in boutique: “prodotti di abbigliamento e accessori sono infatti in cima alla lista dei regali del 47% dei consumatori, mentre un ulteriore 19% donerà delle calzature. Al secondo posto della classifica dei regali più ricercati, prodotti di cosmetica (42% delle indicazioni, con una preferenza per i profumi)”. Chiudono il podio giochi e giocattoli, indicati dal 37% degli intervistati: videogiochi, bambole/bambolotti e giochi in scatola/da tavola restano le categorie più scelte. “Tra i cinque doni più scelti anche libri e prodotti editoriali (33%) e tecnologia (32%), anche se in quest’ultimo caso si prediligeranno gadget e piccoli doni sotto i 150 euro di budget (19%) rispetto ad investimenti più consistenti (13%). “Il 30% si indirizzerà invece su un dono gastronomico, il 23%”, segnala la Confesercenti, “su un prodotto da enoteca. Nella top ten dei regali anche gioielli/bigiotteria (26%) e oggettistica e prodotti da collezione (24%)”.

Il peso delle incertezze

“Gli italiani non rinunciano al Natale”, sottolinea la Confederazione, “ma il quadro che emerge dagli ultimi mesi suggerisce uno stato di incertezza persistente – anche a causa delle tensioni, economiche e non solo, del contesto internazionale – che rischia di riflettersi negativamente anche sulla dinamica dei consumi natalizi”, commenta Confesercenti.

L’ultima settimana decisiva

“L’incertezza, sia a livello economico che politico, tende infatti a frenare la fiducia delle famiglie”, osserva la Confederazione, “che continuano ad adottare comportamenti prudenti, privilegiando il risparmio e limitando le spese discrezionali. In questo contesto, l’esito delle vendite natalizie dipenderà in larga misura dall’andamento della settimana finale, tradizionalmente cruciale per il periodo festivo, poiché contribuisce per circa il 50% alle vendite complessive dei regali”.

Sospesi tra prudenza e ripresa

“Sarà quindi fondamentale monitorare con attenzione le tendenze di consumo in questi ultimi giorni”, conclude la Confesercenti, “per valutare l’effettiva ripresa o conferma della prudenza nelle scelte di spesa. Ricordando che una ripresa stabile e duratura dei consumi richiede politiche economiche strutturali, orientate al rafforzamento del potere d’acquisto e alla riduzione del carico fiscale”.

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