domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est: Lombardia, Emilia e Veneto sugli scudi

L’analisi della Cgia: “I tir sull’A4 Milano-Venezia sono il doppio che sulla Torino-Milano”

L’analisi dei flussi di traffico dei mezzi pesanti lungo le autostrade italiane fornisce un quadro eloquente della trasformazione economica in corso nel Paese. Il nuovo baricentro industriale si è spostato verso Est, con Milano, Bologna e Venezia al centro di un’area di crescita e prosperità economica. Mentre il Nord e il Nordest guidano la crescita, il Mezzogiorno continua a lottare per colmare il divario economico. Tutto questo viene fuori da uno studio condotto dall’Ufficio studi della Cgia, utilizzando dati forniti dall’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (Aiscat) il quale rivela un quadro eloquente: l’A4 Milano-Venezia, che attraversa questo nuovo epicentro economico, vede il doppio dei mezzi pesanti rispetto alla tratta Torino-Milano, indicando un aumento significativo delle attività industriali e commerciali lungo questo corridoio vitale.

Risultati inequivocabili

Il risultato che emerge dall’elaborazione è inequivocabile: se lungo l’autostrada A4 Brescia-Padova nel primo semestre 2023 sono transitati 28.618 veicoli pesanti teorici medi al giorno, sulla Milano-Brescia se ne sono ‘contati’ 25.920, mentre sulla Torino-Milano ‘solo’ 13.636: praticamente la metà delle due cifre appena citate. Senza tener conto che anche sull’A1 Milano-Bologna il numero dei Tir giornalieri ha toccato quota 23.431, contro i ‘modestissimi’ 10.209 dell’A7 Milano-Serravalle e i 7.319 dell’A7 Genova-Serravalle. Tratti autostradali, questi ultimi due, che collegano il capoluogo meneghino a Genova. Sull’intero sistema autostradale presente nel Paese, il dato medio giornaliero è di 9.838 veicoli teorici, un flusso tre volte inferiore al dato medio della tratta più trafficata d’Italia, ovvero l’A4 Brescia-Padova.

Volumi economici

La ripresa economica registrata dopo la crisi sanitaria causata dalla pandemia ha spinto all’insù i volumi economici e, conseguentemente, la quantità delle merci trasportate con gli autoarticolati. Al Nord, a esempio, spicca il +13,2 per cento dei mezzi pesanti lungo l’A6 Torino-Savona, il +9,3 per cento nell’A10 Ventimiglia-Savona, il +7,1 per cento nell’A4 Torino-Milano, il +5,5 per cento nell’A4 Venezia-Trieste e il +4,2 per cento sia nell’A4 Brescia-Padova che nell’A22 Verona-Brennero. Nel Centro, invece, la tratta più percorsa dai Tir riguarda l’A1 Bologna-Firenze con un numero teorico medio giornaliero di mezzi pesanti pari a 18.510 (+0,3 per cento rispetto al 2019). Seguono l’A1 Firenze-Roma con 14.666 (+1,9 per cento) e l’A1 Roma-Napoli con 14.566 (+7,6 per cento). Nel Sud e nelle Isole, infine, spiccano gli 8.824 mezzi pesanti teorici medi giornalieri (+8,6 per cento) che ‘sfrecciano’ lungo l’A3 Napoli-Salerno. Seguono i 4.773 autoarticolati (+7,6 per cento) che attraversano la A14 Lanciano-Canosa e i 4.067 (+ 5,2 per cento rispetto al 2019) che in Sicilia viaggiano lungo la Messina-Catania.

Lombardia top

A livello regionale la crescita del Pil nazionale per l’anno in corso dovrebbe essere trainata dalla Lombardia (+0,95 per cento), dall’Emilia Romagna (+0,86 per cento), dalla Valle d’Aosta (+0,81 per cento) e dal Veneto (+0,80 per cento). Ancorché le distanze tra le singole regioni siano risicatissime, emerge ancora una volta che le previsioni di crescita dovrebbero premiare la Lombardia e il Nordest. È altrettanto importante notare che rispetto al 2019 (anno pre-Covid), tutte le regioni (a esclusione di Umbria e Abruzzo) hanno recuperato abbondantemente gli effetti negativi provocati dalla caduta del Pil avvenuta nel 2020. In particolare in Lombardia (+6,65 punti di Pil), in Puglia (+6,18), in Emilia Romagna (+5,62), in Trentino Alto Adige (+4,98), in Friuli Venezia Giulia (+4,77) e in Veneto (+4,60). Anche in questa circostanza, al netto dello straordinario score ottenuto dalla Puglia, la ripresa post Covid ha interessato, in particolare, la Lombardia e il Nordest.

Sempre per l’anno in corso, le previsioni di crescita riferite alle 107 province d’Italia vedranno Milano guidare la graduatoria nazionale. Nel capoluogo lombardo il valore aggiunto reale è stimato al +1,14%. Seguono Pavia con il +1,01%, Vicenza con il +0,98%, Bologna con il +0,95% e Modena con il +0,92%. Così come evidenziato nei dati regionali più sopra, anche quelli provinciali presentano delle differenze tra le singole province molto contenute. Tuttavia, anche in questa graduatoria le posizioni di vertice sono occupate dai territori inclusi nel nuovo triangolo industriale. Nelle prime 10 posizioni, 8 sono ad appannaggio di province ubicate in Lombardia e nel Nordest. Delle 107 realtà territoriali monitorate, nel 2024 solo 9 dovrebbero registrare una variazione negativa del valore aggiunto. Esse sono tutte localizzate nel Mezzogiorno. Le situazioni più critiche riguardano Crotone e Isernia, entrambe con il -0,13%, Ragusa con il -0,14%e Vibo Valentia, maglia nera d’Italia, con il -0,23%.

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