Bankitalia ha pubblicato, all’interno della pubblicazione ‘Banche e moneta: serie nazionali’, i dati relativi ai tassi di interesse in Italia per il mese di novembre 2023, evidenziando variazioni significative nel settore finanziario. Secondo le informazioni fornite dall’istituto bancario, i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, inclusi i costi accessori (Tasso annuale effettivo globale, il cosiddetto Taeg), si sono collocati al 4,92 per cento, registrando un aumento rispetto al 4,72 per cento di ottobre: mai così alti da 15 anni.
Una delle principali osservazioni di Bankitalia riguarda la quota di prestiti con un periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno, che è scesa al 22 per cento rispetto al 35 per cento del mese precedente. Questo potrebbe indicare un cambiamento nelle preferenze degli acquirenti o una risposta alle dinamiche del mercato.
Per quanto riguarda il credito al consumo, il Taeg sulle nuove erogazioni si è collocato al 10,27 per cento, in calo rispetto al 10,45 per cento del mese precedente. Una variazione che potrebbe essere influenzata da una serie di fattori, tra cui le politiche economiche, le condizioni di mercato e i comportamenti dei consumatori.
I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie hanno mostrato una leggera crescita, passando dal 5,46 per cento di ottobre al 5,59 per cento a novembre. Bankitalia ha inoltre fornito dettagli specifici per importi inferiori e superiori a 1 milione di euro, rilevando che i tassi sono stati rispettivamente del 5,98 per cento e del 5,30 per cento.
Inoltre, i tassi passivi sui depositi in essere si sono attestati allo 0,95 per cento, leggermente superiori allo 0,92 per cento registrato nel mese precedente. Questo indica che, nonostante le dinamiche nei tassi di interesse attivi, le banche potrebbero mantenere una politica di remunerazione dei depositi più stabile.
Pesanti ricadute sulle famiglie
In sintesi, i dati di novembre riflettono una dinamica in evoluzione nel settore finanziario italiano, con possibili impatti sulle decisioni di acquisto di case, sul credito al consumo e sulle attività delle imprese. Gli osservatori del mercato resteranno vigili per monitorare come queste tendenze si evolveranno nei prossimi mesi. I numeri elencati da Bankitalia non fanno dormire sonni tranquilli Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Bisogna risalire al dicembre del 2008, subito dopo il fallimento di Lehman Brothers del 15 settembre di quell’anno, per trovare un Taeg maggiore, pari a 5,19. Insomma, nonostante la Bce abbia interrotto in ottobre i rialzi dei tassi di riferimento, dopo 10 aumenti consecutivi, non si arresta la corsa dei tassi bancari, con pesanti ricadute sulle famiglie con mutui a tassi variabili e con effetti negativi sui prestiti alle famiglie che calano dell’1,2% su base annua”. A fare la voce grossa anche il Codacons che, calcolatrice alla mano, tramite una nota ha spiegato che oggi un mutuo a tasso variabile costa fino a quasi 5.500 euro in più all’anno rispetto al 2021. Considerando le migliori offerte presenti oggi sul mercato, spiega il Codacons, per un mutuo a tasso variabile da 150mila euro della durata di 30 anni, la rata mensile passa da 442 euro di settembre 2021 agli attuali 767 euro, con un maggior esborso annuo di 3.900 euro. Per un mutuo da 100.000 euro a 25 anni la rata passa da 346 euro a 557 euro, pari ad una maggiore spesa da 2.532 euro annui. Se invece si analizza l’andamento di un mutuo da 200mila euro a 20 anni, l’impatto è più pesante: la rata mensile sale infatti di 454 euro rispetto al 2021, equivalente ad una stangata da 5.448 euro all’anno.
A causa dell’’scalation dei tassi, le famiglie italiane fanno sempre più fatica a pagare le rate del mutuo. Basti pensare che nel 2023 sono circa 200mila i nuclei che hanno saltato una o più rate del mutuo a tasso variabile, proprio a causa dei costanti rialzi dei tassi che impattano come un macigno sulle tasche dei cittadini.