Kurt il marziano non smette mai di sorprendermi: così me lo sono visto comparire davanti nella serata di ieri, con una pesante abbronzatura, quando ancora lo facevo imbacuccato al freddo della Terra del Fuoco.
Voi terrestri siete davvero un popolo curioso – mi dice – pensavo che vi fosse identità fra le lingue parlate e il clima ove si parlano, invece non è affatto così. Mentre me ne stavo al fresco della Pampa Cilena, Ho sentito alcuni Peones raccontare di un certo Don Chisciotte e del suo scudiero Sancho; da quello che dicevano ho capito che doveva essere una coppia davvero originale: la sintesi dell’idealismo il primo e quella del senso pratico il secondo: così si era aperta una discussione attorno al fuoco di una sera particolarmente fredda su chi dei due – fra il Cavaliere e il suo Scudiero – fosse il saggio destinato a guidare, condizionandole, le scelte dell’Altro.
Dopo aver appreso che Don Chisciotte scambiava i Mulini per giganti ei greggi di pecore per eserciti agguerriti, la mia curiosità è diventata grande e (anche confidando sulla similitudine fra lingua e clima) sono volato via dalla terra cilena – ha proseguito Kurt – Verso la Mancha del Siglo de Oro (secolo XVII) e dei suoi primi anni; poi, sempre muovendomi nello spazio nel tempo, sono arrivato a Siviglia, dove, travestito da monaco confessore, sono andato a visitare Miguel de Cervantes, ristretto nuovamente in prigione dalla Santa Inquisizione, nonostante la sua attiva partecipazione alla battaglia di Lepanto.
Lo Scrittore, ovviamente, aveva molto tempo a disposizione e così mi sono fatto spiegare dalla Sua vivavoce chi fossero, rispettivamente, il Cavaliere dalla triste figura e il suo scudiero; ma soprattutto ho cercato di capire perché questi due personaggi, così diversi fra loro, avessero potuto creare la coppia immortale che tutto il vostro mondo sembra conoscere e tuttora apprezzare come capolavoro letterario.
Mi interessava soprattutto capire le conseguenze del contrasto fra la lucida pazzia dell’Uno e la contadina saggezza dell’Altro: un contrasto che mi è subito sembrato la vera chiave di lettura del romanzo, ma quello che più mi ha colpito è stata una frase di Miguel, quando ha detto “ho voluto raccontare come il potere tenda ad azzerare qualunque comportamento deviante rispetto a ciò che viene definito il Politically Correct; dunque la storia di questa coppia improbabile può anche esser letta in chiave politica, come incontro-scontro fra caratteri e posizioni assolutamente incompatibili fra loro, che però generano – proprio perché tali – una univoca narrazione: esattamente quello che avverrà nei Parlamenti a venire, quando le rivoluzioni borghesi li imporranno ai Sovrani dei tempi a venire: anche Miguel era dunque un sognatore che, come me, sapeva viaggiare nel futuro, ha concluso Kurt.
Quella chiave – ha continuato Miguel – puoi ricavarla da come descrivo, in apertura, lo Scudiero e il suo incedere: “Viaggiava Sancio Panza sopra il suo asino come un patriarca, colle bisacce in groppa e la borraccia all’arcione, e con un gran desiderio di diventare governatore dell’isola che il padrone gli aveva promesso.”
Sancho somiglia dunque ad uno di quei vostri parlamentari – ha detto ancora il Marziano – che segue i lavori della Camera di appartenenza sempre ricercando vantaggi per sé, anziché per i propri elettori, e sempre pronto a cambiare casacca in vista di una nomina più prestigiosa di quella del Peon agli ordini del proprio Capogruppo: i Peones non si trovano solo nell’America latina, ma anche in Italia!
Sinceramente non avevo mai pensato ad una simile lettura del Don Chisciotte e ho dovuto ammettere con me stesso come sia piuttosto singolare che quella lettura si adatti perfettamente alle vicende di questi giorni, che vedono i parlamentari (ma anche gli aspiranti tali) caracollare allegramente accanto al Leader del rispettivo Partito alla ricerca della soddisfazione di promesse più o meno lontane nel tempo.
D’altronde è arrivato il momento delle Elezioni politiche e tutti possiamo constatare come i Sancho Panza siano molti più dei Don Chisciotte e qualche volta li si possa addirittura confondere con gli asini condotti dallo Scudiero di Cervantes.
Se questo sia un bene o un male potremo capirlo solamente vivendo i tempi che verranno (e questa sarà già una fortuna).
Curioso però: mentre esprimevo al Marziano queste mie riflessioni, quello era di nuovo volato via.