domenica, 29 Settembre, 2024
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Il 2022 anno cruciale per il Pnrr

Che ne sarà del Pnrr nel 2022? I fondi attribuiti all’Italia nel luglio 2020 dal Next Generation EU e ordinati nel PNRR nazionale, composti da circa 123 miliardi di prestiti e 69 miliardi di sovvenzioni, poi integrati dal cd. “Fondone nazionale” di 30 miliardi, necessitano di un continuo monitoraggio anche perché le scadenze condivise con l’Unione e affidate alla vigilanza della Cabina di regia presso la Ragioneria Generale dello Stato sono piuttosto rigide.

Nello specifico, al netto delle speculazioni sviluppatesi fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, ad oggi il nostro Paese ha “fatto i compiti” con indubbia diligenza, anche considerando che le risorse attribuite cubano oltre il 25% dell’intero stanziamento europeo.

Avendo già precisato che due terzi di questi fondi sono costituiti da prestiti, seppur a bassissimo interesse e vanno dunque restituiti, discende con evidenza che gli investimenti seguano una logica di ottimizzazione delle risorse, pena caricare le future generazioni di un debito che in alcuna maniera hanno contribuito a contrarre.

Oggi dunque è opportuno ricordare, seppure in maniera sommaria, le tappe che hanno caratterizzato l’avventura Next Generation EU in Italia e quelle che ci attendono. Dopo aver predisposto fra l’estate del 2020 e la primavera del 2021 il piano nazionale il nostro paese ha trasmesso l’intero documento alla Commissione in coerenza con i tempi previsti il 30 aprile 2021. Tale piano, che delinea un pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti, si articola sostanzialmente su tre direttrici: innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale. I tre cardini si articolano poi in sei missioni e diversi progetti.

La proposta italiana è stata analizzata e valutata globalmente positiva dalla Commissione entro i due mesi previsti e cioè il 22 giugno 2021. Il 13 luglio il nostro PNRR è stato approvato dal consiglio Ecofin insieme a quelli di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia e Spagna. Il documento di approvazione è estremamente preciso nel definire per ogni investimento e riforma i tempi, gli obiettivi e traguardi previsti. Al conseguimento dei diversi obiettivi è subordinata l’assegnazione delle risorse che avviene tendenzialmente a cadenza semestrale. Solo sulla base di tale decisione si sono potuti avviare gli accordi che hanno previsto la concessione dei prestiti. La prima tranche di finanziamento è stata pagata il 13 agosto 2021 nella misura di 24,9 miliardi di euro, in sostanza il 13 per cento dell’intera cifra disponibile. Avendo questa prima rata carattere di pre finanziamento verrà detratta in maniera proporzionale da ogni successivo pagamento. Ricordando che la scadenza finale per il completamento degli interventi è fissata al 31 agosto 2026 è utile chiarire che gli Stati membri potranno presentare alla Commissione le loro richieste di pagamento due volte l’anno, motivando con precisione tali richieste. Il 22 dicembre il nostro Paese ha firmato l’accordo operativo con la Commissione, al fine di stabilire le modalità e il calendario di sorveglianza e attuazione del PRNR e pochi giorni dopo il 30 dicembre si è proceduto alla richiesta della prima effettiva tranche di finanziamento pari a 21 miliardi di euro, al netto ovviamente del citato pre finanziamento. Ora dunque, per procedere alle successive richieste, è necessario che vengano rispettate le rigide scadenze di monitoraggio ed attuazione secondo gli indicatori e target previsti. Mentre siamo in attesa di ricevere il giudizio sui primi 51 obiettivi conseguiti siamo già al lavoro per la successiva scadenza, prevista per il secondo quadrimestre 2022, la terza è prevista invece per il quarto quadrimestre 2022. Considerato che tali ulteriori tranches cubano circa 46 miliardi di euro è agevole considerare come il 2022 rappresenti, per il nostro paese un anno cruciale. Il Next Generation EU come suggerisce il nome stesso non è solo un intervento finanziario, bensì insieme un’inversione di tendenza rispetto al passato, una scommessa per il futuro e la premessa di un indissolubile patto fra generazioni, un’ideale staffetta fra padri e figli nell’interesse del Paese e dell’Europa tutta.

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