sabato, 28 Dicembre, 2024
Società

Covid, Signorelli: “Niente abbracci. Al cenone non invitate Omicron”

Il virus continua a circolare in quantità “perché non ci attendevamo che la protezione dei vaccini si abbassasse tanto con il tempo. Il 39% di copertura dopo 5 mesi è un dato peggiore di quanto ci saremmo aspettati all’inizio. Il vaccino ci protegge dalla malattia grave, e non è poco. Ma con questi dati, il virus continuerà a circolare e le persone a reinfettarsi”. Lo ha detto, in un’intervista a Repubblica, Carlo Signorelli, docente di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica all’ospedale San Raffaele di Milano. Fare la terza dose non è una fatica di Sisifo? “È vero, la terza dose è necessaria. Ma tornare a immunizzare 40 milioni di italiani a distanza di pochi mesi è un’impresa immane. I cittadini per fortuna rispondono bene. Ma per raggiungere un buon livello di copertura e servono almeno 4 mesi…”. “Siamo passati – ha spiegato – da 2mila casi a 20mila soprattutto a causa del calo di efficacia dei vaccini e alla trasmissione del virus in ambiente familiare. La stragrande maggioranza dei contagi avviene in casa, o comunque in ambienti chiusi. È lì che bisogna stare attenti”. Che consigli ci dà per le feste? “Di applicare il Green Pass anche in famiglia, visto che è lì che si sviluppa il 90% dei focolai. In casa dovrebbero essere ammessi solo i parenti e gli amici vaccinati. In nessun caso un anziano non immunizzato deve entrare in contatto con gli altri: rischierebbe davvero tanto”. Possiamo abbracciarci? “Se siamo vaccinati è difficile dire di no, anche se resta un comportamento a rischio”. A tavola che regole seguire? “Appena entrato, un ospite dovrebbe lavarsi le mani. È chiaro che a tavola non si può tenere la mascherina, ma bisognerebbe almeno evitare di cantare: come anche l’urlare, è l’attività che ci fa emettere più goccioline contagiose. È necessario evitare lo scambio di posate, piatti e bicchieri o passare il cibo dal piatto di un commensale all’altro. Nei limiti del possibile, bisognerebbe sedersi distanti e cambiare spesso l’aria. Se comunque ci sono eventi sociali che possiamo evitare, evitiamoli. E se possiamo ridurre il numero degli invitati, non esitiamo…”.

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