venerdì, 26 Aprile, 2024
Lavoro

C’è chi preferisce il Rdc. 120 mila barman e cuochi. Cercasi disperatamente

Incognita sulla ripartenza. Mancano all’appello 120 mila figure professionali e altri 30 mila lavoratori a tempo determinato. Una situazione che è sempre più paradossale.

Preoccupazione esprime Roberto Calugi direttore generale della Fipe (Federazione italiana pubblici. esercizi)“Nel corso dello scorso anno, in tanti hanno preferito cambiare lavoro e interrompere i loro contratti”, fa presente Calugi, “si tratta di cuochi e bar tender di lunga esperienza, attorno ai quali, spesso, sono state costruite intere imprese. A questi si aggiungono altri 30 mila lavoratori che lo scorso anno lavoravano a tempo determinato e che oggi, anche alla luce dell’incertezza sul futuro, potrebbero preferire strumenti di sostegno al reddito, invece di un vero impiego Il problema tuttavia era nell’aria, si inquadra in uno scenario più ampio ed è quello della crisi del lavoro innescata dalla pandemia.

 

MOLTISSIMI HANNO GETTATO LA SPUGNA DURANTE LA PANDEMIA

Secondo Fipe-Confcommercio, il settore dei pubblici esercizi ha pagato un conto salatissimo: nel 2020 sono stati persi 243mila posti di lavoro. Tra i più colpiti i giovani (7 su 10 sono under 40). Bar, ristoranti, discoteche e imprese di catering e banqueting hanno perso 243mila occupati rispetto al 2019

Dei 20mila apprendisti che si erano infervorati verso il lavoro nella ristorazione, moltissimi hanno gettato la spugna. In termini assoluti la contrazione maggiore ha interessato ristoranti con un meno 25% e i bar con un meno 26,2%. Inoltre non era personale dedito a “lavoretti” ma stando ai calcoli della Federazione 166mila, il 54,9%, erano lavoratori assunti con contratto a tempo determinato, mentre il 40,7% erano contratti stagionali. Con impegni a tempo pieno.

 

BASE REMUNERAZIONE, ESTERO E REDDITO DI CITTADINANZA

Il problema in queste ore è rimbalzato sui social animando un dibattito controverso. C’è chi critica i livelli contrattuali e le paghe giudicate, basse rispetto all’impegno. Chi invece difende i ristoratori ricordando che una parte dei ragazzi preferisce andare all’estero o avere il reddito di cittadinanza. C’è chi spiega che ci sono giovani che chiedono di non lavorare la mattina o reputano troppo faticoso farlo di sera.

 

OVERDOSE DI FORMAT SULLA CUCINA

Inoltre l’overdose di trasmissioni e format televisivi di cucina, con chef stellati e super pagati, ha dato un’aurea di star system al lavoro che nella realtà ha non ha i riflettori puntati su una vita dorata e piena di successi. Ora si incrociano le dita sperando in un ritorno di fiducia e di assunzioni. “Speriamo che si tratti di un intoppo momentaneo”, auspica Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, “perché altrimenti non riusciremo a cogliere pienamente le opportunità della ripresa”. Infine altro tracollo annunciato sarà quello delle  discoteche con una flessione di dipendenti calcolata sulle 3 mila unità.

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