venerdì, 19 Aprile, 2024
Salute

Sole e mare: a tutta “D”

Chi pensa che un “bambino rachitico” sia immagine d’altri tempi, perché il rachitismo sembrerebbe una malattia debellata, si sbaglia, purtroppo. Il rachitismo, al contrario, è “risuscitato”, come deduciamo dagli studi epidemiologici sull’argomento, dai lavori di importanti Convegni su Pediatria e su Nutrizione e, soprattutto, dall’esperienza clinica quotidiana. Fontanella anteriore ampia, ritardo nella dentizione, dismorfismo degli arti inferiori e rosario rachitico costituiscono uno spettro che probabilmente sta riemergendo.

 

CAUSE DI CARENZA

Le cause sono molteplici, sia ambientali che sociali. Un solo caso clinico può compendiarne parecchie. Per esempio: una giovane donna 1) nord-africana 2) musulmana che si sia 3) trasferita a Roma 4) in giovanissima età e che oggi 5) lavori ed attualmente 6) allatti al seno il proprio figlio. Consideriamo ciascun singolo fattore: 1) la pelle scura, cioè iperpigmentata in cui le eumelanine in parte assorbono le radiazioni solari e perciò riducono la conversione fotodinamica dello steroide contenuto nella pelle, il 7-deidrocolesterolo, in 1,25-idrossicolecalciferolo, che è la forma attiva della Vitamina D; 2) la scarsa superficie cutanea esposta alle radiazioni solari, a motivo della propria tradizione religiosa e culturale, per abiti totalmente coprenti, quali tutte le declinazioni dell’hijab o la sari; 3) la residenza in città dove l’intensità della radiazione solare è nettamente inferiore rispetto ai Paesi da cui gli stranieri di pelle scura provengono; 4) la persistenza della carenza nel tempo, che perciò peggiora negli anni; 5) l’attività lavorativa svolta prevalentemente all’interno degli edifici, per cui: i raggi UVB sono schermati da vetri e pareti e l’attività sedentaria non induce l’attivazione ossea secondaria alla contrazione muscolare (i recettori della Vit. D sulla membrana cellulare dei condrociti influenzano la proliferazione dei condroblasti e la cattura del calcio); 6) l’allattamento al seno, sempre da consigliare, tuttavia necessita di integrazione di Vit. D, in quanto il latte umano ne contiene una scarsa quantità. L’insieme, o una parte, di questi fattori può causare un deficit severo di Vit. D nel feto, poi lattante, poi scolaro (i segni del rachitismo compaiono molti mesi dopo il deficit vitaminico) figlio della giovane donna in esame.

 

CONDIZIONI PREDISPONENTI

Condizioni predisponenti una carenza vitaminica D nei piccoli Pazienti possono essere: un sospetto (non verificato) di intolleranza al lattosio per cui si esclude erroneamente dalla dieta la Vit D del latte e suoi derivati; il veganismo che i genitori (relativamente più protetti dalle deficienze vitaminiche) impongono ai figli, escludendo dalla dieta anche il pesce, in cui la Vit. D, essendo liposolubile, è presente nel grasso, perciò in buona quantità nel salmone; l’uso indiscriminato, per i bambini, delle creme solari (fino ai sei mesi di età, comunque, i lattanti non vanno esposti al sole, anche per questo motivo è bene che facciano scorta di Vitamina D in utero!); il vivere sempre al riparo dal sole in ambienti chiusi senza giocare all’aperto; l’abuso di soft-drinks in età infantile, invece di un bicchiere di buon latte; i disturbi alimentari negli adolescenti, per cui la drastica riduzione anche di vitamine.

Potremmo continuare. Ci fermiamo con una raccomandazione, dettata dall’elevatissima percentuale di carenza, anche severa, di Vit. D riscontrata ai controlli in Pazienti di tutte le età: chiedere al Medico di fiducia di far dosare la nostra Vit. D.

 

TERAPIA

Si consiglia una adeguata supplementazione di Vit. D isolata (cioè non in preparato multivitaminico!) in tutti i soggetti carenti: adulti, donne in gravidanza, lattanti, bambini ed adolescenti. La posologia è intorno a 400UI /die di colecalciferolo per lattanti, bambini ed adolescenti. Negli adulti la dose di attacco è modulata in base all’entità della carenza, arrivando anche a 100.000UI in fiale, mentre il mantenimento si stabilizza intorno a 25.000UI/mese per os. Valutare la concomitante somministrazione di Calcio. Questi dosaggi dovrebbero aiutare a mantenere i livelli sierici di 25-idrossicolecalciferolo almeno al di sopra di 20 ng/ml, ottimali se compresi tra 30 e 100ng/ml.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Marevivo, a Cagliari raccolti 2.000 kg di pneumatici in mare

Giulia Catone

Cosa aspettarci a causa di El Niño: l’analisi della Nasa

Ettore Di Bartolomeo

Oltre il 50% degli under 16 soffre di carenza di vitamina D

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.