martedì, 16 Aprile, 2024
Economia

Confartigianato: ripresa possibile solo con meno burocrazia e regole inutili

L’Italia è al 23° posto tra i 27 Paesi dell’Unione europea per l’eccesso di complicazioni amministrative e al 58° posto tra 190 Paesi nel mondo per la facilità di fare impresa. Basterebbero questi numeri per dire che riformare burocrazia e pubblica amministrazione, sono una priorità per un Paese che vuole crescere.

A invocare un cambio, uno snellimento di pratiche e norme sono le Associazioni di categoria, e tra queste quelle delle piccole imprese che auspicano una radicale riforma anti burocrazia, anti privilegi e una pubblica amministrazione che stia al passo con i tempi. “La riforma della Pubblica amministrazione e l’azzeramento delle complessità burocratiche a carico delle imprese sono condizione fondamentale per il rilancio dello sviluppo del nostro Paese”, sottolineano i rappresentanti di Confartigianato, “Il Piano varato dal Ministro Renato Brunetta e il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico non rimangano sulla carta, ma siano la vera svolta per una buona amministrazione alleata degli imprenditori”. La speranza della Confartigianato è nell’obiettivo della Commissione d’inchiesta Parlamentare per la semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa. Compito complica

 

Parola d’ordine, semplificare

“Per realizzare un appalto in Italia servono 7 mesi in più rispetto alla media europea, a causa dei numerosi passaggi burocratici che incidono per il 54,3% sui tempi complessivi per completare le opere”, calcola la Confartigianato. Anche l’utilizzo del superbonus 110%, secondo i dati di Confartigianato è frenato dalla burocrazia: il 52% delle imprese segnala ritardi nell’inizio delle attività a causa di problemi burocratici e il 42,5% lamenta le mancate risposte di uffici comunali e pubbliche amministrazioni.

Per uscire dalla crisi e utilizzare al meglio le opportunità offerte dal Recovery Plan, per Confartigianato è indispensabile imprimere una svolta nelle politiche di semplificazione secondo tre direttrici: “La digitalizzazione estesa del rapporto tra PA e imprese, soprattutto attraverso il dialogo tra le banche dati pubbliche, la standardizzazione dei procedimenti e della modulistica; riorganizzazione delle competenze e riduzione del numero di enti pubblici coinvolti nel medesimo procedimento. In questo modo”, per la Confartigianato, “si creeranno le condizioni per applicare finalmente il principio dell’’once only’, in base al quale le pubbliche amministrazioni non possono chiedere all’impresa i dati già in loro possesso”.

 

Evitare produzione continua di norme

Inoltre, secondo Confartigianato, l’impresa deve poter contare su norme chiare, senza doversi assumere la responsabilità di interpretazioni incerte, rischiando di essere sanzionata a seguito di controlli da parte di soggetti diversi, non coordinati, o che interpretano in maniera differente la medesima normativa. L’obiettivo o forse il sogno delle piccole imprese è avere un unico interlocutore.

“In sintesi, le imprese chiedono che il rapporto con la Pa si semplifichi con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta ed un solo controllo”, conclude la Confederazione degli artigiani, 

“Fondamentale, infine, il monitoraggio delle semplificazioni già introdotte, ed evitare l’emanazione continua di nuove norme che modificano le precedenti, complicando ulteriormente la vita delle imprese”.

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