sabato, 20 Aprile, 2024
Attualità

Il dossier. Caritas: nel Sahel carestie e guerre. L’intervento di Papa Francesco su clima e povertà. Serve l’impegno internazionale

L’obiettivo, o meglio, la missione umanitaria è richiamare l’attenzione sul dramma in corso nel Sahel, nella martoriata regione africana. È l’iniziativa della Caritas italiana con il 62° Dossier con Dati e Testimonianze, dal titolo “Sahel, una terra senza pace”.

Non a caso il dossier è stato pubblicato alla vigilia del 30 gennaio, mese della pace e data in cui nel 1948 venne ucciso Gandhi, profeta della nonviolenza. I dati raccolti dalla Caritas italiana nella carestia del Sahel sono spaventosi.

Sono stati 5 mila morti nel 2020, più di 1,4 milioni gli sfollati interni, circa 170 mila rifugiati, 3,7 milioni in insicurezza alimentare, 3.600 scuole e 241 centri di salute non più operativi, 5,3 milioni di bambini in bisogno umanitario nel Sahel centrale, 900 mila almeno in fuga. Questi alcuni numeri della catastrofe umanitaria che affligge tre Paesi del Sahel: Niger, Mali, Burkina Faso. “Destinata a durare ancora a lungo”, sottolinea nel documento la Caritas italiana, “nel 2020 è stata tra le crisi di sfollati a più rapido tasso di espansione al mondo. Una catastrofe, che si è inasprita rapidamente negli ultimi mesi, quando ha finalmente conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, ma che ha radici profonde in fenomeni duraturi di disgregazione sociale, aggravatisi silenziosamente”. Grandi tragedie legate alla crisi climatiche, ai cambiamenti che si abbattono su territori fragili e poverissimi.

Papa Francesco nella “Laudato Si’” offre una riflessione che va al cuore stesso anche del problema del Sahel”, ricorda la Caritas, “la crisi ambientale si è fatta alimentare, poi sociale ed economica, etnico-religiosa, e infine umanitaria, compiendosi così in una grave forma di degrado umano. Il dossier intende così ricostruire la crisi in Burkina Faso e nel Sahel centrale nella sua complessità in cui l’estremismo religioso è solo il fattore più recente e soprattutto mettere in luce come molte delle dinamiche conflittuali in atto partano dal bene più prezioso e sempre più raro: la terra”.

Per la Caritas si tratta di un impegno di piena solidarietà non facile da attuare ma le difficoltà non fermano le iniziative.

“Tante le sfide da affrontare”, segnala la Caritas, “alcune le proposte per accoglierle nel segno della solidarietà e della pace, lungo il percorso di costruzione di quella cultura della cura che lo stesso Pontefice ha indicato per la promozione dei diritti e della dignità della persona”.

Caritas Italiana, inoltre, è impegnata in Burkina Faso da oltre un decennio in collaborazione con Ocades-Caritas Burkina Faso. Negli ultimi anni si è focalizzata principalmente in tre ambiti di azione: risposta umanitaria soprattutto per quanto concerne la sicurezza alimentare in favore degli sfollati, rafforzamento della resilienza e lo sviluppo delle comunità rese più vulnerabili dall’erraticità climatica, dai conflitti e in ultimo dalla pandemia di Covid-19, promozione della coesione sociale e della pace. “I medesimi ambiti di intervento”, ricorda la Caritas italiana, “seppur con programmi differenti, sono presenti anche in altri Paesi del Sahel, in particolare Niger, Senegal, Mali e Nigeria in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali con le quali vi è un impegno anche in programmi di contrasto al traffico di esseri umani e in favore di migranti lungo la rotta verso il Nord Africa e l’Europa nell’ambito della campagna Liberi di partire, Liberi di restare della Conferenza Episcopale Italiana”. In Niger infine è in atto un programma di corridoi umanitari verso l’Italia per rifugiati evacuati dalla Libia.

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Redazione

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