venerdì, 29 Marzo, 2024
Attualità

Capodanno 2021: i discorsi del Capo dello Stato e del Papa coniano una moneta forte per l’Italia

Il discorso di Fine Anno 2020 del Capo dello Stato ed il discorso dell’Angelus del Papa del primo giorno dell’anno, hanno coniato una moneta forte per l’Italia operando una sintesi politica ed umana che mettono in sicurezza le linee programmatiche del nuovo anno in ognuno di noi che vorrà sentirsi attore protagonista del nuovo Rinascimento Italico. E la rinascita non può essere solo politica senza essere etica, consapevole e condivisa. Da una parte quindi l’appello ad ogni cittadino ad essere azionista del nuovo rinascimento, dall’altra, frecce di fuoco ai politici decisori delle scelte imminenti da cui dipenderà parte importante del nostro destino politico economico prossimo. A termine di un anno cosi terribile, noi italiani avevamo bisogno di questo verbo. Era una cerniera che il Popolo in cuor suo si attendeva e che facesse da tenuta alle tante vaghezze istituzionali che hanno contraddistinto la fine del 2020. Infatti oltre 15 milioni di Italiani hanno seguito in TV il discorso del Capo dello Stato con uno share del 60%. Il Capo dello Stato, nella prima parte del suo discorso, ha condiviso sensazioni, sentimenti e riflessioni comuni rivolgendosi ad ognuno di noi, nella necessità di dare memoria del vissuto di questo anno.

E senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà di adesso che bisogna affrontare a viso aperto dove  angoscia e speranza minano  le nostre esistenze, la forte volontà di riappropriarci della nostra vita, della solitudine umana  imposta dalla malattia, il dolore della morte dei propri cari senza dare a loro un ultimo saluto, le diseguaglianze vecchie e nuove create dalla pandemia, il senso di smarrimento che mette in discussione prospettive di vita ,non meno il preoccupante calo delle nascite, spia dell’incertezza di poter programmare il nostro futuro, soprattutto giovanile, caratterizzano il discorso iniziale. Nella seconda parte ha toccato il disagio sociale del lavoro. Di quanto la pandemia abbia prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche, con la perdita dei posti di lavoro soprattutto per donne, giovani e persone con disabilità. Il richiamo anche alle tante imprese che temono per il loro futuro. Il crollo del reddito in una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari. Evidenze di un tessuto sociale in ginocchio e fortemente ferito. Da qui il discorso ha un cambio di passo incoraggiando speranze concrete e ricordando che la paura può trasformarsi in quell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire.

Il vaccino e le iniziative dell’Unione Europea saranno due vettori decisivi della nostra rinascita in una Unione Europea più responsabile verso i suoi cittadini, con la Scienza arma vincente contro ignoranza e pregiudizi, sottolineando equità di diritto a vaccinarsi per ogni cittadino europeo che potrà operare una scelta di responsabilità. Il Presidente ha contestualizzato lo scenario in cui la nostra rinascita nel suo progresso possa avvenire: l’Italia, protagonista vincente, in una realtà europea oggi dove ha prevalso l’Europa dei valori comuni di fronte ai forti venti sovranisti e separatisti. Poi i messaggi diretti alle forze politiche di maggioranza e non, come a dire “guardiamoci negli occhi” con rispetto, senza annullare le vostre diversità di idee, ma uniti per poter realizzare quelle convergenze di fondo che hanno permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà perché, ci accingiamo a un grande compito. Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale – che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse – possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto. Ognuno faccia la propria parte.

Ora dobbiamo preparare il futuro. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova. Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. È questo quello che i cittadini si attendono. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni. Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco. Tale compito richiama e sollecita anzitutto la responsabilità delle Istituzioni. Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire. Il 2021 deve essere l’anno della ripresa.

La fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone. Dobbiamo riscrivere l’agenda delle priorità, per agire da protagonisti nella comunità internazionale. Una vetrina mondiale per noi, da non perdere, il G20, per la prima volta in Italia. Poi un richiamo alle radici della nostra Costituzione, i settantacinque anni della nostra Repubblica, occasione di straordinaria importanza nell’azione coesiva nazionale che ci aiuterà a costruire il futuro. Infine il Presidente esprime un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero, testimone di speranza e di giustizia. Una sottolineatura importante per un’alleanza strategica di Rinascita. Unisce i due discorsi dei Potenti la ricorrenza nel primo giorno dell’anno della XIV Giornata Mondiale della Pace, mai simbologia più consona. Papa Francesco, lancia un messaggio di fuoco: “educare il cuore alla cura, prendersi cura delle persone e delle cose” e che ognuno diventi testimone della cultura della cura, coltivando concetti di responsabilità do ognuno nella sua comunità. Così, per le persone, per la natura, per l’ambiente, per la solidarietà in generale, non meno quella economica fra i popoli. Messaggi universali. La condivisione delle varie forze politiche a termine del discorso del Capo della Stato è stata, unanime. Cosa non sempre scontata. Questa convergenza politica sul Capo dello Stato gli conferma stima incondizionata, che lo vede ancora al disopra delle parti e si pone come augurio di buon auspicio per tutta la programmazione della ripartenza. La visione etica sull’Uomo offertaci da Papa Francesco  e quella politica del nostro Presidente della Repubblica, mettono una moneta forte di fiducia nella tasca di ogni italiano, tutti convinti che ancora una volta ce la possiamo fare. Vorremmo anche davvero pensare che esista già una visione programmatica politica del nostro Governo in linea con le aspettative europee, con i bisogni strutturali veri di cui l’Italia ha bisogno, perché questo è davvero l’ultimo treno con un unico biglietto: quello di sola andata. Buon Anno Italia.

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