domenica, 15 Settembre, 2024
Ambiente

Grandine nuovo killer

Campi allagati per la violenza di temporali e piogge, piante sradicate e serre divelte per il vento. Sbalzi di temperatura dal caldo afoso a irruzioni di aria gelida. Eppoi la grandine il fenomeno oggi più temuto dagli agricoltori, capace di radere al suolo colture, di distruggere migliaia di ettari di frutteti, di ortaggi, vigneti. Nel giro di pochi minuti una super grandinata spazza via mesi di lavoro, mette in crisi bilanci economici, la sopravvivenza finanziaria di migliaia di aziende agricole. Lo scenario è questo, non si tratta di previsioni o allarmi, ma della realtà.

A sottolinearne gli effetti e le gravi ripercussioni per l’agricoltura è la Coldiretti che riassume i dati degli eventi estremi che si sono abbattuti in Italia. Tra lunghi periodi siccitosi, a quelli di pioggia tropicale, tra pioggia, vento e grandine in 10 anni sono state danneggiate colture per 14 miliardi di euro.
“In questa estate 2019”, calcola la Coldiretti, “si contano sul territorio nazionale in media cinque grandinate al giorno, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+113%), con effetti sul turismo e danni alle coltivazioni agricole colpite”. La grandine poi non lascia scampo, sia per imprevedibilità che per la velocità e forza di distruzione.

“La grandine”, sottolinea la Coldiretti, “è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché i chicchi si abbattono su verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. I chicchi, inoltre, si abbattono sulle verdure e sui frutteti e spogliano le piante compromettendo i raccolti successivi, dopo un anno di lavoro”. Colpa, secondo le verifiche della Coldiretti, anche dei mutamenti climatici. “Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione”, dicono i ricercatori della Coldiretti, “che si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.

E l’anno in corso mostra gli effetti di un cambio climatico. “Il 2019 è stato segnato da primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi”, evidenzia la Coldiretti, “ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un mese di giugno al secondo posto tra i più caldi ed un mese di luglio segnato da tempeste nella prima metà alle quali sono seguiti giorni di gran caldo ed ora il ritorno del maltempo nel finale”.
La conta dei danni è in corso, si tratta dai primi monitoraggi di centinaia di milioni di euro, e dovranno essere avviate le procedure per la richiesta dello stato di calamità. Nessuna regione è stata risparmiata dal maltempo. In 10 anni secondo il Centrostudi Coldiretti si sono persi 14 miliardi di euro a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Tutta la Penisola è stata toccata da fenomeni estremi e i danni si registrano ovunque. Sul banco degli imputati ancora una volta le tempeste di grandine. “Dalla Puglia al Molise, dall’Abruzzo alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Emilia Romagna fino al Veneto la grandine”, spiega la Coldiretti, “si è abbattuta a macchia di leopardo sulle campagne dove chicchi dalle dimensioni del tutto anomale hanno provocato danni irreparabili alle coltivazioni prossime alla raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro”.

Poi vi sono i danni provocati dal caldo con il ripetersi della siccità e degli incendi. “In Sicilia favorite dalle condizioni di caldo e siccità le fiamme”, ricorda la Coldiretti, “hanno divorato ettari di macchia mediterranea e costretto ad evacuazioni anche nelle campagne dove in pericolo ci sono coltivazioni e allevamenti”.

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