venerdì, 26 Aprile, 2024
Lavoro

Rinnovo dei contratti. Fim, Fiom e Uilm vanno allo sciopero. Dialogo fermo con Federmeccanica. La Fiom: ecco i punti del disaccordo

“Per riconquistare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Fim, Fiom e Uilm hanno deciso – nel rispetto delle norme anti Covid – 2 ore di sciopero con assemblea e 4 ore di sciopero nella giornata del 5 novembre”. Non accenna ad “ingranare” la trattativa tra sindacati di categoria e Federmeccanica, così, se non c’è una vera rottura, si procede per strappi e mosse che allontano le parti. Il sindacato non intende salire sulle barricate ma nemmeno “retrocedere” dalle conquiste e dalle aspettative che il nuovo contratto a loro giudizio deve riaffermare, con, aumenti salariali, formazione, incentivi per sicurezza e salute, ammortizzatori sociali, assunzioni. Un pacchetto su cui si discute ma non si fanno passi avanti, anzi negli ultimi giorni, le posizioni si sono allontanate di parecchio.

La Fiom-Cgil ha messo in fila “Punto per punto”. Il confronto (senza risultati) sulla piattaforma dei metalmeccanici con Federmeccanica e Assistal.

“Relazioni industriali e partecipazione”, scrive la Federazione italiana operai metalmeccanici,
“C’è stata una dichiarazione di disponibilità da parte di Federmeccanica e di Assistal ad un lavoro comune sui settori e sui comparti al fine di definire richieste condivise da avanzare al Governo sulle politiche industriali ma il confronto non è mai entrato nel merito dei singoli settori”. Federmeccanica e Assistal chiedono, secondo la Fiom, di “semplificare”, la parte del Contratto sull’informazione, ma non ha dato risposte positive alle nostre richieste su maggiori diritti di partecipazione e di informazione. Anche sulle “Politiche attive”, la trattativa è rimasta al palo.

“La nostra richiesta di garantire l’occupazione attraverso piani sociali e soluzioni condivise per evitare i licenziamenti viene risolta da Federmeccanica e Assistal ‘con il ricorso agli ammortizzatori sociali’, mentre”, sottolinea con disappunto la Fiom-Cgil, “vi è una generica disponibilità a chiedere congiuntamente al Governo un intervento sulla ‘staffetta generazionale’ senza prevedere, secondo Federmeccanica, costi ulteriori per le imprese”.

“Sull’Inquadramento” e ruoli c’è ancora molta distanza, e saranno punti cruciali se si vuole arrivare ad un accordo.

“Federmeccanica e Assistal hanno messo in discussione gli automatismi previsti dal Contratto”, rivela la Fiom, “scatti di anzianità e mobilità tra i livelli (2/3 per gli operai, 4/5 per gli impiegati). La nostra richiesta”, sottolinea il sindacato, “chiede un adeguamento delle declaratorie e dei profili professionali e il riconoscimento delle nuove competenze ma, con la cancellazione degli incontri già calendarizzati per l’8, il 14 ed il 15 novembre utilizzando come pretesto la decisione unitaria di Fim, Fiom e Uilm di mobilitare la categoria, su questo punto non ci sono risposte e non si è ancora svolto alcun confronto”.

C’è poi il capitolo del “Diritto soggettivo alla formazione”. Per la Fiom la Federmeccanica-Assistal non sono disponibili al “trascinamento” delle 24 ore di formazione non svolte nel triennio precedente in questo Contratto e, rimarca duramente la Fiom, “si sono dichiarati contrari alle nostre richieste di rendere esigibile il diritto in percorsi formativi per acquisire competenze digitali e concordati con la Rsu. Inoltre propongono di realizzare la formazione anche fuori dall’orario di lavoro”. La formazione, sostiene il sindacato, è “uno dei punti più importanti del Contratto del 2016, è stata largamente disatteso dalle imprese, la piattaforma chiede di rendere realmente esigibile il diritto per tutte le lavoratrici ed i lavoratori”. Nessuna intesa, inoltre per il “Mercato del lavoro e appalti” “Federmeccanica e Assistal”, sottolinea con disappunto la Fiom-Cgil, “non vogliono definire nel Contratto percentuali o limiti nel ricorso al lavoro precario o percorsi di stabilizzazione per dare maggiore stabilità ai rapporti di lavoro e respingono le nostre richieste di introdurre clausole sociali e di garantire l’esercizio dei diritti sindacali per le lavoratrici e i lavoratori degli appalti”. Distanti e per ora inconciliabili le posizioni su “Orario, conciliazione vita-lavoro”.

“Federmeccanica e Assistal non hanno manifestato alcuna disponibilità sulla riduzioni di orario a tutela dell’occupazione”, osserva polemico il sindacato, “a fronte delle innovazioni tecnologiche o al maggiore utilizzo degli impianti perchè non sono disponibili a sostenere costi aggiuntivi. Hanno chiesto garanzie di maggiore flessibilità per rispondere al mercato. Smart working, lavoro agile e telelavoro Non sono disponibili ad intervenire sulla parte normativa del Ccnl e intendono regolare lo strumento solo con la normativa ‘emergenza’ Covid-19 per lo smart working”. Capitolo ancora più controverso quello della “Salute e sicurezza”.

“Federmeccanica – Assistal”, rivela il sindacati, “ci hanno presentato un “conto” sui costi sostenuti dalle imprese per l’applicare le misure anti Covid e imputato un ulteriore “costo” per l’indennità sul terzo turno dovuta con l’aumento della turistica necessaria al distanziamento”, fa presente la Federazione, “Non c’è disponibilità sui break formativi e sul registro dei quasi infortuni.

Sono state respinte”, rimarca la Federazione italiana operai metalmeccanici, “le nostre richieste di una maggiore tutela per i lavoratori”. Mentre c’è la disponibilità ne bloccare le “Molestie sessuali” “C’è la disponibilità ad individuare azioni che possono essere intraprese”. Nessuna apertura stando al resocontò della Fiom anche sul “Welfare”. “Sono disponibili a un approfondimento per mantenere l’iscrizione a metà Salute dei lavoratori in pensione e a promuovere l’iscrizione a Cometa. Non c’è alcuna disponibilità sui Flexible benefit, parte economica della piattaforma”, critica la Fiom così come c’è chiusura sul “Salario ed elemento perequativo”.

“Non c’è da parte di Federmeccanica e Assistal alcuna diponibilità ad aumentare i minimi contrattuali oltre l’Ipca e confermano l’attuale meccanismo della rivalutazione dei minimi ex-post, a maggio dell’anno successivo. Noi in piattaforma abbiamo chiesto un aumento dell’8% sui minimi tabellari, sull’indennità di trasferta e reperibilità dopo aver verificato l’andamento sperimentale del Ccnl del 2016 sul salario e aver constatato che, negli anni di vigenza del Ccnl, non si è estesa la contrattazione di secondo livello, anzi in molte imprese ci sono disdette unilaterali degli accordi in vigore. Per queste ragioni, oltre alla richiesta di aumento dell’8% dei minimi, la piattaforma chiede di aumentare l’elemento perequativo a 700 euro e di estenderlo alle imprese senza premio di risultato”. Così il muro contro muro ha innescato nuove tensioni e l’organizzazione di scioperi scaglionati.

“Per riconquistare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro”, sottoscrivono Fim, Fiom e Uilm, “nel rispetto delle norme anti Covid – 2 ore di sciopero con assemblea e 4 ore di sciopero nella giornata del 5 novembre”.

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