martedì, 23 Aprile, 2024
Sanità

Domenico Palmieri: Coronavirus, impegno e sacrifici di tutti per arginare contagi e terapie intensive. A Penne e Popoli due percorsi diversi per Covid e altre patologie

Eccellenza dell’ortopedia e delle applicazioni robotiche, suoi gli interventi innovativi. Il chirurgo: tendini ricostruiti ad un giovane prelevandoli da una persona deceduta. L’innovazione però non è tutto serve studio e ricerca.

Il colpo improvviso della emergenza Coronavirus per la sanità pubblica abruzzese è stato durissimo: contagi, isolamenti, ricoveri, terapie intensive. Un super lavoro pagato al prezzo di stress di medici, infermieri, personale sanitario. Eppure le strutture hanno retto il colpo, salvando vite umane grazie all’impegno e al sacrificio di tutti: lavoratori sanitari, aziende Asl responsabili amministrativi. Un risultato che premia il ruolo di Claudio D’Amario, nuovo direttore del dipartimento sanità della Regione, e dell’assessore alla sanità Nicoletta Verì. Oggi che i contagi sono scesi al minimo, e l’emergenza si è placata il panorama della sanità torna a farsi “normale”, ossia con i ricoveri, le urgenze di patologie che sono altrettanto gravi e anche più severe del Covid 19. Negli ospedali abruzzesi ci sono decine di eccellenze che riescono a tenere alta la bandiera della qualità, dell’impegno professionale, della ricerca e anche dei rapporti umani. Tra queste figure che meritano attenzione, oggi intervistiamo il dottor Domenico Palmieri, responsabile delle unità operative di ortopedia degli ospedali di Penne e Popoli (Curriculum Breve Palmieri.)

Dottor Palmieri, lei ha all’attivo interventi di particolare interesse non solo chirurgico ma anche scientifico. Prima di parlare di lei, le chiediamo come hanno vissuto questa emergenza gli ospedali Penne Popoli. Ci può raccontare cosa è accaduto, che idea si è fatta di una situazione così difficile e improvvisa?
“È stata una emergenza che ha imposto sacrifici enormi, da parte di tutti. Un impegno eccezionale che ha evitato il peggio. La Regione Abruzzo e in modo particolare la Asl Pescara , è stata la più colpita per numeri dal Covid. Una situazione delicatissima che è stata fronteggiata tempestivamente ed egregiamente. L’emergenza è stata superata grazie a molte sinergie, e con il lavoro di tutti”.

Lei che ruolo ha avuto?
“In modo particolare in qualità di responsabile delle unità operative di entrambe le ortopedie delle strutture periferiche di Penne e Popoli, di concerto con le linee regionali e aziendali, sono state immediatamente distinte le vocazioni dei due nosocomi e di conseguenza delle unita operative trasformandole appunto in una realtà Covid Penne e in una realtà no covid Popoli. Questo ha consentito una ottimizzazione delle risorse e una maggiore efficacia di risultato per fronteggiare emergenza dando sostegno sia agli ammalati affetti dal virus che a quelli che avevano bisogno di cure urgenti pur non essendo affetti e ricoverati in una struttura che non li metteva a rischio di contagio. È stata una iniziativa saggia che ha permesso di ridurre rischi e contagi”.

Lei è esperto di chirurgia robotica in ambito ortopedico ed opera a Penne in Abruzzo. Una grande eccellenza che ad oggi attrae pazienti da tutta Italia. Ci parli delle novità in questo campo dove di integrano saperi diversi, tra tecnologie, ricerca e abilità professionale. È un contesto romanzato, oppure è una sinergia innovativa che produce risultati?
“Di sicuro c’è una unione di più conoscenze, ognuna utilissima per arrivare a dare al paziente le migliori garanzie che un intervento riesca e sia anche risolutivo, andando incontro alle aspettative di chi si opera. Circa la chirurgia protesica all’interno della nostra unita operativa oggi siamo in possesso delle tecniche computer assiste che ci danno opportunità di avere una buona percezione e un buon risultato circa il gesto chirurgico che facciamo e l’impianto posizionato al paziente.
È in cantiere, grazie ai nostri organi aziendali, l’idea di un upgrade con acquisizione di un robot con il quale poter lavorare per migliorare ulteriormente le tecniche sin d’ora acquisite. La a robotica in campo sanitario fa grandi passi ma, naturalmente deve esserci la presenza determinante umana”.

Lei è il primo in Abruzzo ed uno dei pochissimi in Italia ad aver effettuato un trapianto un po’ particolare, semplificando, lei ha prelevando un tendine di una persona deceduta per impiantarlo ad un giovane in gravi difficoltà. Si tratta di un intervento senza dubbio impegnativo, con molte indicazioni. Ci può parlare con quali risultati medici e ortopedici?
“È un intervento che ha molte implicazioni tecniche, scientifiche, di studio e servono anche molte capacità di equipe e strutture. Nel mio bagaglio di esperienza sulla chirurgia artroscopica di ginocchio ho quello di aver  impiantato in un ginocchio più volte operato e instabile di un soggetto giovane un tendine da cadavere poiché i suoi ormai già utilizzati e le richieste funzionali erano compromesse. Come si capisce di tratta di un intervento estremo, quando non ci sono altre soluzioni. Questa esperienza la considero assolutamente positiva con buoni risultati va destinata ovviamente solo a casi selezionati e davvero come paracadute. Mai da preferire come prima scelta dove invece l’autologo la fa da padrone”.

Domenico Palmieri, lei ha all’attivo, studi, ricerche e interventi che sono innovativi. Ce ne può parlare?
“Già da diversi anni quando lavoravo in altra regione ho cominciato ad utilizzare e studiare i fattori di crescita derivati dal sangue in ambito ortopedico con un gran numero di pazienti e buoni risultati
Oggi abbiamo fatto dei passi avanti grazie alla introduzione di tecnologie che ci permettono di estrarre del grasso delle cellule mesenchimali che possono essere impiantate in chirurgia ortopedica per stimolare i processi di guarigione cartilaginei”

Lei come chirurgo deve attenersi ai risultati. Come considera queste ricerche, sono passi in avanti nel migliorare la situazione dei pazienti?
“Siamo in una buona fase di follow-up con dei risultati buoni ovviamente abbiamo ancora tanta strada da fare in questo campo”.

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