C’era una società, non molto lontana dai nostri giorni, in cui le associazioni Pro-Loco animavano la vita dei 7904 comuni d’Italia (fonte Istat al 1° gennaio 2020) nelle calde serate di luglio e agosto promuovendo momenti culturali di vario genere (cinema, teatro, concerti, sagre). Erano gli anni dei film di Sergio Leone, con le musiche di Ennio Morricone, o del neorealismo.
Poi il turismo ha mutato pelle: gli italiani, presi dal desiderio di vivere lo spirito cosmopolita che animava il mondo, hanno imparato a prenotare voli e vacanze on-line rinunciando alla villeggiatura nei comuni di origine. Ora questo spirito deve rivedere le proprie abitudini riprogrammando modo, tempi e spazi del periodo dedicato al riposo estivo (e ne abbiamo tutti bisogno). Anche dopo il lockdown e lo smart working gli italiani hanno necessità di cambiare aria, poter dedicare tempo (autenticamente) libero allo sport, alla cultura, ai rapporti familiari e di amicizia. Anche le vacanze al mare, con il lievitare dei costi e l’economia in crisi, rischiano di essere un miraggio, forse anche solo per quella sana prudenza del buon padre di famiglia che non saprà cosa ci aspetta a ottobre e con la finanziaria di dicembre: nulla è gratis et amore Dei.
La villeggiatura nei nostri comuni di origine, riscoprendo il valore e la storia dei territori e delle vecchie amicizie, può essere una valida alternativa, che va però compresa, intercettata e organizzata per tempo.
A questo sono sempre servite le Pro-Loco nella storia dell’associazionismo d’Italia: oggi peraltro, queste associazioni godono dei benefici della riforma del c.d. “Terzo Settore”, posta in essere con il d.lgs. 3 luglio 2017 n. 117 ma che, dopo tre anni, ancora attende alcune messe a punto per essere pienamente operativa, soprattutto sul piano fiscale e di funzionamento del registro.
Quella del Terzo Settore è la riforma che in qualche modo dovrebbe accompagnare la rinascita dei c.d. “corpi sociali intermedi”, la cui crisi ha anticipato il diffuso malessere sul piano politico istituzionale, come evidenziato da autorevoli giuristi (tra cui, nelle pieghe della sua relazione annuale, anche dal Presidente Marta Cartabia).
La riforma del Terzo Settore nasce, infatti, per sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione della Costituzione.
In Italia il cinema ha sempre assolto a questo ruolo culturale, con un mix di funzioni e scopi: animare le serate, rendere leggeri temi impegnati, raccontare i nostri cambiamenti sociali. Bar Giuseppe, uno dei tanti film italiani trasmessi in anteprima al Festival del Cinema di Roma del 2019, ha affrontato alcuni dei temi che animano la nostra vita politica e sociale: integrazione, lavoro, giovani, famiglia, rapporto padri-figli.
Il cinema (oltre che svago e divertimento) è cultura: non a caso sono molteplici le iniziative legislative e fiscali di sostegno, che accompagnano la produzione cinematografica in Italia (tra cui il tax credit).
Il Mibact con decreto direttoriale del 14 aprile 2020 ha indicato le date di apertura della prima sessione 2020 di invio delle richieste di credito d’imposta e le ulteriori modalità operative di presentazione delle domande.
A seguito dell’audizione del Ministro Franceschini, il 5 maggio 2020 la VII Commissione della Camera (fonte Camera dei Deputati, Servizio Studi, documento del 7 maggio 2020) ha approvato, all’unanimità una risoluzione (la n. 8-00073) con cui chiede al Governo alcune misure:
- l’incremento dei finanziamenti riservati al settore;
- la realizzazione di un Fondo nazionale per la cultura;
- il micro-finanziamento per garantire la liquidità del settore;
- il sostegno al reddito dei lavoratori;
- la sospensione degli adempimenti tributari e contributivi, misure fiscali di sostegno e di agevolazione per i canoni di locazione ed altre misure di garanzia;
- il riavvio delle attività di spettacolo aperte al pubblico in condizioni di sicurezza;
- la cessione a intermediari finanziari dei crediti di imposta già maturati da produttori, distributori ed esercenti.
Queste misure dovrebbero però accompagnarsi con impegni concreti volti a rendere leggeri i prossimi mesi; urge quel ruolo di promozione sociale e culturale nei territori, in modo tale da rendere concreto, attuale e percepibile – alla popolazione dei circa 8000 comuni italiani – l’impegno economico del d.l. rilancio che altrimenti rischia di tradursi in classica manovra di sola finanza su carta.
Questa stagione sembra offrire buoni spunti per un accordo tra Associazione delle Pro-Loco, Anci, il mondo rappresentativo del Cinema (produttori, distributori ed esercenti) ed il Mibact per una grande iniziativa che traduca in concretezza il d.l. rilancio e le misure della risoluzione sui territori, consentendo agli italiani, nei luoghi di villeggiatura o di residenza, nei mesi di giugno, luglio e agosto, di attingere alla cultura italiana attraverso le rappresentazioni cinematografiche, teatrali e musicali all’aperto. Ricostruire una normalità possibile e compatibile con le misure di prevenzione e distanziamento sociale è ormai una necessità: consentendo anche agli artisti di stare a contatto con i territori dei comuni italiani.
Ci sono ben 7904 cinema all’aperto da sostenere con una raccolta pubblicitaria ad hoc, regolata da Agcom, per l’occasione Covid-19, al fine di dare fiato alle casse dello Stato già impegnate su molte emergenze, valorizzando e sostenendo (con misure fiscali ed incentivi) anche l’innovazione tecnologica per garantire la qualità della visione e dell’ascolto all’aperto, in condizioni di comodità e sicurezza.
Era solo il 1988 l’anno di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore che ha incantato i nostri cuori con alcuni spezzoni del film e musiche rimaste a lungo impresse nel nostro immaginario.
Il 2020 (guardando ora anche al 2021) potrebbe essere la stagione con cui tornare ad accendere i riflettori guardando le stelle, tornando a sognare e a socializzare all’aperto in sicurezza, facendo cultura, intrattenimento e istruzione: a tutto questo serve il cinema d’estate, ma non basta un d.l. rilancio e una risoluzione, servono anche azioni concrete da mettere in atto prima che il tempo scorra inesorabile nella clessidra lasciandoci solo un sapore di sale.