I colloqui indiretti tra Israele e Hamas a Doha sono giunti a un punto critico: secondo fonti palestinesi citate dalla BBC, sarebbero “sull’orlo del collasso”. Dopo l’incontro di Netanyahu con Trump alla Casa Bianca, la delegazione israeliana inviata in Qatar è apparsa indebolita, priva di figure chiave come il capo del Mossad David Barnea e il ministro Ron Dermer. Secondo le fonti, lo scopo del premier israeliano sarebbe stato guadagnare tempo, inviando negoziatori con un mandato limitato per rallentare deliberatamente le trattative. Hamas accusa Tel Aviv di presentare una finta mappa di ritiro delle truppe da Gaza, che in realtà prevede solo una redistribuzione militare. Il gruppo insiste sul fatto che la presenza delle forze israeliane impedisce qualsiasi intesa, e accusa lo Stato ebraico di voler prolungare quella che definisce “una guerra di sterminio”. Mentre i negoziatori parlavano in Qatar, a Rafah si consumava l’ennesima tragedia: almeno 27 civili palestinesi sono stati uccisi e oltre 180 feriti quando l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su una folla in attesa di aiuti umanitari. L’episodio è avvenuto nei pressi del centro di distribuzione di Al-Shakoush, nel nord della città. Secondo l’ONU, sono quasi 800 i palestinesi uccisi nelle ultime sei settimane mentre cercavano cibo, segnale drammatico della crisi umanitaria in corso. L’IDF ha rivendicato oltre 250 raid aerei su obiettivi considerati terroristici a Gaza nelle ultime 48 ore. Secondo l’esercito israeliano, sarebbero stati colpiti depositi di armi, tunnel e postazioni di lancio. Il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, parla invece di almeno 143 vittime civili in due giorni. Israele ha anche emesso un ordine inedito: vietato entrare in mare lungo la costa di Gaza, per “motivi di sicurezza”. In Cisgiordania, due giovani palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani vicino a Sinjil. Una delle vittime, Sayfollah Musallet, aveva cittadinanza americana e viveva in Florida. Secondo la sua famiglia, è stato picchiato a morte mentre cercava di proteggere i terreni di famiglia. Anche il secondo giovane, Mohammed al-Shalabi, è stato colpito mortalmente al petto. Altri dieci palestinesi sarebbero rimasti feriti. La famiglia Musallet ha chiesto agli Stati Uniti di indagare e punire i responsabili.
Albanese (ONU): “Le sanzioni USA vogliono zittirmi”
Intanto, la relatrice speciale dell’ONU Francesca Albanese, impegnata sulla questione palestinese, ha denunciato l’effetto “paralizzante” delle sanzioni americane contro di lei. Gli USA la accusano di aver incitato procedimenti giudiziari “illegittimi” contro Israele presso la Corte Penale Internazionale. Albanese ha ribattuto: “Non ci sono più linee rosse. Questo è un precedente pericoloso per i difensori dei diritti umani”.
Tajani: “Tregua cruciale per il Mediterraneo”
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito ieri dal ‘Dubrovnik Forum’ l’importanza di una tregua a Gaza e di un accordo sul nucleare iraniano per la stabilità dell’intera area mediterranea. “È essenziale – ha dichiarato – che gli attori internazionali si impegnino con determinazione”.
Scontro sul nucleare iraniano
Sul fronte nucleare, Teheran ha perso fiducia in Washington. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha dichiarato che “la fiducia nell’America è scesa sotto zero”, accusando gli USA di condurre attacchi “scandalosi” durante i negoziati. Il ministro Abbas Araghchi ha ribadito l’impegno iraniano a una soluzione diplomatica, ma ha avvertito: “Se l’Europa imporrà nuove sanzioni, il suo ruolo nei negoziati terminerà”. La cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha spiegato Araghchi, continuerà ma “in una nuova forma”, più selettiva e meno trasparente, in base alla sicurezza nazionale. Secondo fonti di Axios, persino Vladimir Putin avrebbe chiesto direttamente a Teheran di accettare un compromesso sul “zero arricchimento” dell’uranio, offerta discussa anche con Trump e Macron. Mosca si sarebbe detta pronta a fornire all’Iran uranio a bassa percentuale per scopi energetici e sanitari, ma Teheran ha respinto l’idea. Fonti diplomatiche confermano che il Cremlino vede questa concessione come l’unico modo per riavviare i negoziati con Washington.