lunedì, 19 Maggio, 2025
Esteri

Zelensky e Vance, tregua diplomatica a Roma

Faccia a faccia alla vigilia della telefonata Trump-Putin prevista per oggi. Intanto Mosca lancia il raid di droni più massiccio dall’inizio del conflitto

Un incontro breve, ma carico di tensione. A margine dell’insediamento di Papa Leone XIV, a Villa Taverna (la residenza dell’ambasciatore statunitense a Roma) Volodymyr Zelensky e J.D. Vance si sono seduti per un faccia a faccia durato appena trenta minuti, ma che segna comunque una svolta importante nei rapporti tra Washington e Kiev, dopo settimane di gelo e un clamoroso scontro alla Casa Bianca. Il vertice, che è arrivato alla vigilia della telefonata prevista tra Donald Trump e Vladimir Putin di oggi, è stato confermato dalla presidenza ucraina e si è svolto in un clima cordiale. I due leader hanno discusso del fronte di guerra, dei possibili esiti della conversazione Trump-Putin, dello stallo nei negoziati di Istanbul, e di una finestra diplomatica che potrebbe aprirsi nei prossimi giorni. Tra i punti trattati, anche l’ipotesi di nuove sanzioni contro Mosca e l’eventualità di un cessate il fuoco limitato. L’incontro è il primo diretto tra il Presidente ucraino e il vicepresidente Statunitense dopo il duro scontro di febbraio, quando, nello Studio Ovale, Vance accusò Zelensky di “mancanza di rispetto” verso un’amministrazione che “sta impedendo la distruzione del vostro Paese”. All’epoca, Donald Trump intervenne con una correzione diplomatica, ma i rapporti restarono congelati.

La giornata romana ha cambiato tono. Prima il saluto cordiale tra i due alla Messa in Piazza San Pietro, poi l’invito ufficiale da parte di Zelensky a Papa Leone XIV a visitare l’Ucraina, infine il bilaterale riservato con Vance. Fonti ucraine lo definiscono “positivo, franco, utile”.

Trump e Putin si parlano

Intanto, l’attenzione si sposta su oggi. Alle 9 ora di Washington (le 16 in Italia) è prevista una telefonata tra il Presidente americano Trump e il leader del Cremlino Vladimir Putin. Un’iniziativa che, come confermano fonti diplomatiche statunitensi, punta ad aprire nuovi spiragli dopo il fallimento sostanziale del vertice “informale” di Istanbul. Nella capitale turca, infatti, le delegazioni di Russia e Ucraina avevano raggiunto un accordo limitato sullo scambio simultaneo di mille prigionieri, ma nessun passo avanti sulla tregua richiesta da Kiev. Mosca ha ribadito la sua posizione intransigente: le cinque regioni annesse (Crimea, Lugansk, Donbass, Kherson e Zaporizhzhia) resteranno sotto controllo russo. Kiev, dal canto suo, ha chiesto un cessate il fuoco di almeno trenta giorni. Ma la distanza resta ampia.

La telefonata Trump-Putin potrebbe servire a capire se esiste uno spiraglio o se anche questa mossa si tradurrà in un altro nulla di fatto.

Pressioni da Berlino, Parigi e Londra

Nel frattempo, Berlino, Parigi e Londra hanno chiesto a Trump di essere coinvolti prima del colloquio con il presidente russo. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, a margine della cerimonia vaticana, ha reso noto di aver discusso della questione con il Segretario di Stato americano, Marc Rubio. “Con Macron e Starmer abbiamo concordato un contatto diretto con il presidente americano. Vogliamo prepararci insieme a questa conversazione”, ha dichiarato. Telefonata che si è tenuta nella serata di ieri

Notte di fuoco sull’Ucraina

Mentre la diplomazia cerca di guadagnare terreno, la guerra sul campo continua a dettare il ritmo. Nella notte tra sabato e domenica, la Russia ha sferrato un attacco aereo di intensità senza precedenti: 273 droni lanciati verso il territorio ucraino, in quello che è stato definito il più massiccio raid dall’inizio del conflitto. Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, 88 velivoli sono stati abbattuti, mentre 128 droni-esca sono esplosi in aree non urbanizzate. Le regioni colpite includono Kiev, Donetsk e Dnipropetrovsk, con danni a infrastrutture civili e almeno sette feriti confermati, tra cui due minori.

Il precedente record risaliva al 23 febbraio, quando furono impiegati 267 droni. Il nuovo picco rappresenta una strategia ormai consolidata: logorare le difese antiaeree ucraine e mantenere la pressione costante.

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