mercoledì, 6 Novembre, 2024
Esteri

Medio Oriente: Caschi blu italiani trovano ordigni incendiari intorno sede Unifil. L’Onu chiede un’indagine sul raid in villaggio cristiano

Hezbollah, "Attaccheremo Israele". Gallant, "La risposta all'Iran sarà precisa e letale". Netanyahu agli Usa: "In Iran colpiremo obiettivi militari"

Durante un movimento logistico ieri mattina, una pattuglia del contingente italiano di Unifil ha trovato una serie di ordigni esplosivi incendiari posizionati lungo la strada che conduce alla base operativa avanzata UNP 1-32A, nel sud del Libano. Un team di artificieri del contingente nazionale ha messo in sicurezza l’area ma non ha potuto completare le operazioni di bonifica poiché, per cause in via di accertamento, uno degli ordigni si è innescato provocando un rogo nell’area circostante. Non si registrano danni a persone o mezzi.

Il portavoce di Unifil: “Restiamo in Libano”

Il portavoce della forza di pace Onu nel Libano Meridionale, Andrea Tenenti, al sito di informazione delle Nazioni Unite UN News. Tenenti ha definito “estremamente preoccupante” la situazione nella regione, “con attacchi alle nostre truppe” e “dopo che le forze di difesa di Israele ci hanno chiesto di ritirarci”. Gli “attacchi deliberati” sui caschi blu di Unifil “sono anche una violazione del diritto internazionale”, ha ribadito.“Unifil resta. Abbiamo preso la decisione perché siamo nel Libano meridionale sotto mandato del Consiglio di Sicurezza, ed è quindi importante mantenere una presenza internazionale e che la bandiera dell’Onu resti nella regione”. Tenenti ha aggiunto che la presenza di Unifil nel Libano meridionale “è più cruciale che mai” alla luce delle crescenti tensioni. “È importante restare o per monitorare la situazione e riferire al Consiglio di Sicurezza” ha detto il portavoce di Unifil, ammettendo peraltro che “le capacità di monitoraggio in questo momento sono limitate a causa dei bombardamenti”.

Israele ha emesso ordini di evacuazione per oltre il 25% del Libano

Gli ordini di evacuazione emessi da Israele ai civili libanesi riguardano ormai più di un quarto del paese: lo ha detto ieri in una conferenza stampa a Ginevra la direttrice per il Medio Oriente dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Rema Jamous Imseis. La quota del territorio del Paese attualmente nel mirino delle truppe dell’Idf, ha spiegato la funzionaria, si basa sui nuovi ordini israeliani di evacuazione in 20 villaggi nel sud del Libano. “Le persone sentono questi appelli all’evacuazione e fuggono senza quasi nulla”, ha aggiunto Jamous Imseis.

L’Onu chiede indagine indipendente sui raid d’Israele nel villaggio cristiano

Le Nazioni Unite hanno chiesto un’indagine “rapida, indipendente e approfondita” per fare chiarezza sul bombardamento contro un edificio di quattro piani che lunedi ha ucciso 22 persone, tra cui 12 donne e due bambini, nel villaggio cristiano di Aitou nel nord del Libano. Lo ha dichiarato un portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Hezbollah: la soluzione della guerra è il cessate fuoco a Gaza

Il vice segretario di Hezbollah, Naim Qassem, in un discorso televisivo rilanciato da Al Jazeera, ha dichiarato che la soluzione al conflitto c’è: che Israele smetta di attaccare il Libano e Gaza; altrimenti più di due milioni di israeliani nel nord saranno sotto costante minaccia: “Sto dicendo agli israeliani che la soluzione è smettere di sparare. La soluzione è un cessate il fuoco. Dopo un cessate il fuoco, i coloni israeliani potranno tornare al nord”.

“Attaccheremo nord, centro e sud di Israele”

Secondo Qassem “La resistenza non sarà mai sconfitta perché sono loro a possedere la terra. Combatteranno e moriranno con dignità. La vittoria arriverà con pazienza”. Israele colpisce tutto il Libano, ha detto, e noi colpiremo tutto Israele: “Visto che il nemico israeliano prende di mira tutto il Libano, ora attaccheremo ogni punto di Israele, al nord, al sud, al centro”.

Israele, attacco in autostrada: morto uno dei feriti

È di un morto e tre feriti il primo bilancio di un attacco terroristico che ha avuto luogo sull’autostrada tra Ashdod e Yavne, nel sud di Israele. L’aggressore ha aperto il fuoco in due punti, colpendo le persone. Un uomo gravemente ferito è morto durante il trasporto in ospedale, hanno riferito i soccorritori. L’uomo è stato neutralizzato.

Unicef: “In Libano 400 mila bambini sfollati”

Ted Chaiban, vicedirettore esecutivo dell’Unicef per le azioni umanitarie, mette in guardia dal rischio di una creare una “generazione perduta” in Libano, alle prese con molteplici crisi e ora anche con gli attacchi israeliani. Visitando le scuole trasformate in rifugi per ospitare le famiglie sfollate, ha commentato: “Quello che mi ha colpito è che questa guerra dura da tre settimane e che sono stati colpiti così tanti bambini.Mentre siamo qui seduti oggi, 1,2 milioni di bambini sono privati ​​dell’istruzione. Le loro scuole pubbliche sono state rese inaccessibili, sono state danneggiate dalla guerra o sono state utilizzate come rifugi”. Gli scontri nel Paese hanno costretto 1,2 milioni di persone, di cui 400 mila bambini, ad abbandonare le proprie case, la maggior parte delle quali è fuggita a Beirut e altrove nel nord del Paese nelle ultime tre settimane.

Usa, Israele faccia di più per evitare vittime civili

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha chiesto a Israele di “fare di piu’ per evitare vittime civili” nella Striscia di Gaza, in seguito a un incendio all’ospedale Al-Aqsa di Deir al-Balah di ieri. Quattro persone sono state uccise e circa 50 ferite nell’attacco, mentre il portavoce dei media internazionali dell’IDF, il tenente colonnello Nadav Shoshani, ha affermato che l’incendio è stato causato da esplosioni secondarie. “Le immagini e il video di quelli che sembrano essere civili sfollati che bruciano vivi dopo un attacco aereo israeliano sono profondamente inquietanti e abbiamo espresso chiaramente le nostre preoccupazioni al governo israeliano”, ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale. “Israele ha la responsabilità di fare di più per evitare vittime civili, e ciò che è successo qui è orribile, anche se Hamas stava operando vicino all’ospedale nel tentativo di usare i civili come scudi umani”.

Netanyahu ha assicurato a Biden che non colpirà i siti nucleari iraniani

Il Washington Post, che cita fonti dell’amministrazione americana, ha rivelato ieri che Benjamin Netanyahu ha assicurato a Joe Biden che non attaccherà i siti nucleari o petroliferi iraniani nella risposta che Israele darà all’attacco missilistico di Teheran del primo ottobre scorso. Secondo il quotidiano, il premier israeliano avrebbe detto che i raid colpiranno solo siti militari iraniani. Secondo il Wall Street Journal, la ‘promessa’ sarebbe arrivata nella telefonata di mercoledì scorso tra Biden e Netanyahu e nei contatti di questi giorni tra il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. L’impegno, secondo il Washington Post, sarebbe stato “accolto con sollievo a Washington”.

Decisioni in base all’interesse di Israele

Alle domande dei giornalisti dopo le rivelazioni del Washington Post, l’ufficio del premier israeliano ha risposto che “Stiamo ascoltando le opinioni dell’Amministrazione Usa, ma prenderemo le nostre decisioni ultime sulla base dell’interesse nazionale di Israele”. Secondo il Post, “Benjamin Netanyahu ha assicurato al presidente americano Joe Biden di non attaccare siti nucleari o impianti petroliferi iraniani”.

Gallant, “Presto risposta all’Iran, sarà precisa e letale”

Israele “risponderà presto” all’attacco missilistico iraniano del primo ottobre. Parola del ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, che ha assicurato che sarà “una risposta precisa e letale”. Il ministro si è espresso così, riporta il Times of Israel, durante un incontro con attivisti del Gvura Forum.

“Negoziati bloccati, minimo coinvolgimento degli Usa”

Incontrando le famiglie degli ostaggi tenuti a Gaza, in seguito, il ministro ha detto che la comunicazione con Hamas e Sinwar è lenta e che il gruppo insiste sulla proposta fatta dal presidente usa Biden di inizio luglio. I negoziati sono bloccati, seconto Gallant, Hamas sta inasprendo la sua posizione e non c’è quasi nessun coinvolgimento americano nei negoziati. Hamas sta probabilmente aspettando gli sviluppi negli scontri con l’Iran e Hezbollah e al momento non vuole andare avanti nei negoziati perché, ne conclude il ministro israeliano, “non ha nulla da perdere”.

Mikati, garanzie Usa su una riduzione degli attacchi di Israele a Beirut

Nel frattempo il governo libanese dichiara di aver “ricevuto garanzie americane riguardo alla riduzione del livello dell’escalation israeliana su Beirut e i suoi sobborghi meridionali”. Lo ha detto il premier libanese Najib Mikati in un’intervista ad Al Jazeera rilanciata dai media israeliani e libanesi, tra cui L’Orient Le Jour e Haaretz. Sul piano diplomatico, Mikati ha sottolineato che “ci sono tentativi da parte del Consiglio di Sicurezza Onu di decretare un cessate il fuoco ma non sono ancora giunti a un una conclusione”.

Pacifisti ebrei bloccano la borsa di New York, 200 arresti

“Centinaia di ebrei e amici stanno chiudendo la Borsa di New York per chiedere agli Stati Uniti di smettere di armare Israele e di trarre profitto dal genocidio”, scrive Jewish Voice for Peace su X. In tutto, su circa 500 dimostranti, 206 sono stati arrestati secondo fonti di polizia locale; in buona parte membri di gruppi come Jewish Voice for Peace. “Lasciate vivere Gaza” e “smettete di finanziare il genocidio” sono stati gli slogan scanditi dai manifestanti che hanno scelto come luogo di protesta l’iconico edificio della borsa vicino a Wall Street, a Manhattan. Alcuni hanno anche intonato slogan contro gli attacchi israeliani in Libano. Nessuno di loro è entrato nella borsa, ma decine hanno attraversato una recinzione di sicurezza della polizia fuori dall’edificio principale in Broad Street, facendo scattare i fermi.

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