martedì, 21 Maggio, 2024
Attualità

Intelligenza artificiale e Pubblica Amministrazione

È stata diramata nei giorni scorsi la Relazione annuale al Parlamento dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale-ACN, Che ha affrontato le questioni di propria competenza nell’ottica di un sempre maggiore uso di quell’insieme di strumenti Hardware e software che – nell’uso comune – vengono ormai identificati come “intelligenza artificiale” (IA).

Quest’ultima coinvolge ormai Lo sviluppo di tutte le discipline, ma non c’è dubbio che quelle giuridiche ne stiano ricevendo il maggiore impulso e che, fra queste ultime, è ormai inevitabile l’incontro con l’uso del potere discrezionale di cui ogni potere pubblico gode.

Per ragionare sull’uso dell’IA nell’esercizio di una tale forma di potere è bene ricordare che esso consente alle autorità amministrative di prendere decisioni non sempre compiutamente definite dagli atti normativi che lo contemplano, ma che sono sempre più spesso basate su giudizi personali di coloro che sono investiti della relativa autorità per governare le situazioni più disparate.

Con l’avanzare delle tecnologie, l’IA sta così emergendo come lo strumento cruciale per migliorare la qualità di tali decisioni.

In Italia, l’adozione dell’IA nei processi decisionali amministrativi è ancora agli albori, ma promette di rivoluzionare il modo in cui le politiche e le procedure vengono implementate al fine di ottenere quella che dovrebbe essere la migliore decisione possibile e queste mie note vogliono esplorare appunto come l’IA stia influenzando il potere discrezionale amministrativo, lasciando a studi più approfonditi il compito di analizzare vantaggi, sfide e casi di studio pertinenti – in particolare – al contesto italiano.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi decisionali quotidianamente avviati nel nostro Paese dovrebbe dunque portare notevoli benefici anche in termini di accuracy, poiché quella tecnologia permette non solo di automatizzare processi precedentemente gestiti manualmente, ma anche di analizzare grandi volumi di dati per fornire previsioni e raccomandazioni più mirate e precise.

L’esempio più rilevante di un tal modo di operare è identificabile nell’uso dei sistemi di elaborazione automatica delle pratiche: tali sistemi riescono infatti a processare rapidamente richieste di permessi, licenze e altri documenti amministrativi, riducendo drasticamente i tempi di attesa per i cittadini e migliorando l’efficacia con cui le risorse umane possono venir allocate all’interno di ciascuna pubblica amministrazione.

In alcune città italiane si stanno poi sperimentando sistemi predittivi per la gestione della manutenzione urbana che utilizzano algoritmi di machine learning per analizzare i dati storici e ambientali, prevedendo in anticipo dove e quando sarà necessario intervenire e ottimizzare così l’uso delle risorse al fine di prevedere l’insorgere di problemi prima ancora che gli stessi si manifestino.

Il diretto beneficio di tali implementazioni è nella maggior trasparenza di ogni procedura amministrativa, perché – utilizzando l’IA – ogni decisione potrà esser tracciata e giustificata attraverso l’analisi dei dati: il che non solo riduce il margine di errore umano, ma fornisce anche ai cittadini una maggiore evidenza delle motivazioni che supportano le decisioni che li riguardano, il che vuol dire che l’IA può servire innanzitutto come strumento potente per rendere l’amministrazione pubblica italiana non solo più efficiente, ma anche più equa e accessibile agli aventi diritto.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle nostre amministrazioni pubbliche, oltre ad ottimizzare i processi decisionali, porterà anche vantaggi significativi in termini di trasparenza e riduzione della soggettività delle decisioni in favore di una loro maggiore oggettività e miglioramento delle risposte offerte alle domande dei cittadini.

L’impiego dell’IA permette infatti alle amministrazioni di rispondere più rapidamente alle richieste degli amministrati, perché la capacità di processare grandi volumi di informazioni in tempo reale significa che le richieste possono essere elaborate e risolte in tempi molto più brevi rispetto ai metodi tradizionali: questo non solo contribuirà a migliorare l’efficienza del servizio pubblico ma dovrebbe aumentare anche la soddisfazione dei cittadini nei confronti della gestione amministrativa nel suo complesso.

Tali vantaggi delineano un quadro promettente per l’evoluzione del settore pubblico, mostrando come l’IA possa essere un alleato fondamentale nella modernizzazione delle nostre strutture e nei procedimenti che si svolgono al loro interno .

Nonostante i notevoli vantaggi, l’adozione dell’intelligenza artificiale nel settore pubblico del nostro Paese presenta tuttavia pure significative sfide e limitazioni, che riguardano questioni etiche, legali, tecniche e culturali: in particolare segnalo come la resistenza al cambiamento da parte dei funzionari pubblici e dei cittadini possa diventare un altro ostacolo rilevante, perché i dipendenti possono percepire l’IA come una minaccia alla sicurezza del lavoro o una complicazione nei loro processi lavorativi consolidati.

Allo stesso modo, i cittadini potrebbero essere scettici o preoccupati per l’impersonalità di un sistema amministrativo guidato dall’IA: ecco perché occorrerebbe dotare tutto quel sistema di un quadro normativo adeguato, che regoli l’uso dell’IA dentro la pubblica amministrazione nel suo complesso.

La Relazione dell’ACN dedica pochi cenni alle questioni da ultimo indicate e sembra demandare la risoluzione dei problemi che ne scaturiscono agli strumenti che abbiamo a disposizione utilizzando le risorse messe a disposizione dal PNRR. Ci attendiamo, quindi, maggiori approfondimenti che potranno derivare dagli indirizzi che saranno forniti ai redattori della Relazione .

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