giovedì, 2 Maggio, 2024
Attualità

Donazione degli organi: i più generosi sono i 30enni sardi, Trento la città che dice di più “sì”

L’Indice del Dono, il rapporto annuale del Centro nazionale trapianti che analizza le dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nei Comuni italiani, rivela per il 2023 interessanti tendenze e conferma alcune costanti nella cultura della donazione in Italia. L’Indice, pubblicato in vista della ‘Giornata nazionale per la donazione’ che si tiene domenica 14 aprile, mette ancora una volta in fila alcuni indicatori come la percentuale dei consensi, quella delle astensioni e il numero dei documenti emessi. Una delle principali rivelazioni dell’edizione di quest’anno è che, ancora una volta, Trento si conferma come la città più generosa d’Italia nella raccolta dei consensi alla donazione di organi. Con un indice di 71,07 su 100, una percentuale di consensi del 78,1% e un tasso di astensione del 32%, la città trentina primeggia tra le metropoli con più di 100.000 abitanti, seguita da Verona e Sassari, con Livorno ai piedi del podio. Tra le altre grandi città più virtuose Cagliari è quinta, Ferrara sesta, Padova settima, Firenze ottava e Perugia nona, Bergamo decima. In calo le quattro città maggiori: Milano è 24esima (era 16esima l’anno precedente), Torino passa dal 29esimo al 31esimo, Roma dal 32esimoal 33esimo mentre Napoli resta ferma al 39esimo posto su 44.

Bene Corato e Geraci Siculo

Tra i Comuni medio-grandi (tra i 30 e i 100mila abitanti) è di nuovo Corato (Ba) a ottenere il risultato migliore, con un indice di 75,70/100, il 76,2% di consensi e solo il 15% di astenuti. La cittadina pugliese precede Nuoro e Gravina in Puglia (Ba). Per quanto riguarda i Comuni medio-piccoli (5-30mila abitanti), in testa c’è l’abruzzese Guardiagrele, in provincia di Chieti (indice 88,92/100, consensi 97,2%, astenuti 22,5%), davanti a Leverano (Le) e a Primiero San Martino di Castrozza (Tn). Fra i piccoli centri, quelli con meno di 5mila abitanti, primeggia ancora una volta Geraci Siculo (Pa), il piccolo paese delle Madonie dove, grazie alla scelta di donazione da parte dei genitori di una bambina di 11 anni scomparsa nel 2021, la piccola Marta Minutella, l’intera comunità è coinvolta ormai da anni in numerose attività di sensibilizzazione.

Il dato più significativo, però, emerge a livello regionale: i trentenni sardi si distinguono per la loro disponibilità a dare il consenso alla donazione degli organi, con una percentuale straordinaria dell’84,7% tra i 31 e i 40 anni. Questa fascia d’età rappresenta la categoria più generosa a livello nazionale, con una media del 73,8% di consensi.

Le criticità

Ma nello stesso tempo l’Indice del Dono mette anche in luce alcune criticità. A esempio, la raccolta dei consensi tra i giovani tra i 18 e i 30 anni risulta inferiore rispetto ad altre fasce d’età, probabilmente a causa di una minore informazione sulla donazione degli organi. A livello nazionale, il consenso medio in questa categoria è del 68,9%, con il 31,1% di contrari. Inoltre, emerge un dato preoccupante riguardo alle fasce più anziane della popolazione: oltre i 70 anni, la percentuale di chi si oppone alla donazione tende a salire esponenzialmente, raggiungendo il 55% tra gli ultraottantenni. Questo potrebbe essere dovuto alla diffusa convinzione errata che la donazione di organi in età avanzata non sia possibile.

Complessivamente, il Sistema informativo trapianti ospita poco meno di 19 milioni di dichiarazioni registrate, di cui 13,5 milioni di sì e 5,5 milioni di no. Si tratta di dati che evidenziano l’importanza di sensibilizzare la popolazione su questo tema e di garantire un accesso equo e informato alla possibilità di donare gli organi.

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