lunedì, 6 Maggio, 2024
Esteri

Alta tensione tra Israele e Iran: chiuse 28 sedi diplomatiche anche a Roma

Netanyahu ascolta Biden: aperto un valico per gli aiuti a Gaza

Alta tensione tra Iran e Israele, con Teheran che ha duramente condannato Tel Aviv per le “uccisioni di massa” nella Striscia di Gaza, chiedendo alle assemblee internazionali, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e alla Corte Penale Internazionale “misure preventive efficaci e azioni punitive” contro il governo di Netanyahu. A reclamare la sommossa è stato il Ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian in occasione del ‘Quds Day’, una ricorrenza legata al sostegno alla Palestina e all’opposizione a Israele. E proprio per questa celebrazione ieri le autorità israeliane hanno adottato misure preventive significative in risposta alle minacce di rappresaglia da parte dell’Iran, decidendo di tenere chiuse oggi 28 ambasciate in tutto il mondo, tra cui quella di Roma.

Intanto in questo fine settimana i capi del Mossad e dello Shin Bet si recheranno al Cairo questo fine settimana per cercare di portare avanti i colloqui sugli ostaggi in mano ad Hamas a Gaza.

Netanyahu ascolta Biden

Ha sortito di certo effetto la dura telefonata del Presidente americano Joe Biden (ancora scosso dall’attacco al convoglio della World Central Kitchenche costato la vita a sette operatori umanitari) che via cornetta aveva chiesto giovedì a Benjamin Netanyahu di ‘aprire’ a maggiori aiuti umanitari a favore della popolazione civile della Striscia di Gaza, gravemente minacciata dalla carestia. Pena, un repentino cambio di politica statunitense sul sostegno dato fino a questo punto al Paese mediorientale. E ieri il Primo Ministro israeliano ha risposto presente, dando il suo ok: i soccorsi saranno distribuiti attraverso il porto di Ashdod, situato a circa 40 chilometri a nord della Striscia, e attraverso il valico di Erez, che collega il territorio palestinese al sud di Israele.

Una decisione che ha ricevuto il plauso del Segretario di Stato Usa Antony Blinken che però a questo punto vuole vedere le buone intenzioni trasformarsi in fatti concreti. Insomma, gli Usa si aspettano risultati convincenti, a partire da sùbito.

Rimossi due ufficiali israeliani

Ancora in primo piano l’attacco del convoglio dell’organizzazione World Central Kitchen, ieri Israele ha rimosso due militari ritenuti responsabili dell’accaduto: secondo le Forze di difesa di TelAviv l’obiettivo di chi ha sferrato l’attacco erano agenti armati di Hamas e non di certo gli operatori umanitari. Insomma, si sarebbe trattato di un incidente comunque non giustificabile in nessun modo: “Quell’attacco è stato un grave errore, fallimentare, dovuto a un’identificazione errata”, la spiegazione. Da qui la rimozione dei due ufficiali.

Del tragico attentato al World Central Kitchen ha parlato ieri anche il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il quale ha affermato che affinché si evitino “errori” gravi come quelli perpetrati da Israele bisogna necessariamente “far tacere le armi” poiché “il problema essenziale sono le procedure militari in atto che consentono a tali errori di ripetersi ancora e ancora”. Ha comunque aggiunto che Tel Aviv ha le sue colpe e che l’indagine in corso per accertare i responsabili sarà portata a buon termine “solo se Israele deciderà di collaborare”.

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