sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Ucraina. Card. Parolin: “Mettere fine all’aggressione”

Zelensky alla tv francese: “I vostri figli non moriranno a Kyiv, non siamo membri della Nato"

Il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin è intervenuto sulla guerra russo-ucraina ha spiegato che le ostilità devono cessare e che la “prima condizione” è quella di “mettere fine all’aggressione.” Secondo Parolin bisogna “avere una maggiore considerazione per la vita umana, per le centinaia di migliaia di vite umane che sono state sacrificate in questa guerra nel cuore dell’Europa. Sono parole che valgono per l’Ucraina come per la Terra Santa e per gli altri conflitti che insanguinano il mondo.” Insomma la vita umana è la vera questione e non la produzione di armi e munizioni. Tutto dipende dalla “volontà umana” pertanto c’è “sempre la possibilità di arrivare a una soluzione diplomatica.” “La Santa Sede – ha detto Parolin – è preoccupata per il rischio di un allargamento della guerra.” E’ pur vero che una resa incondizionata non è accettabile, ma Papa Francesco ha parlato di un tavolo negoziale e di intervento della comunità internazionale pertanto ogni strada per raggiungere la pace è solo volontà politica. Una volontà che potrebbe essere spinta anche dalla stanchezza.

Ambasciatori ucraini a Londra

Una stanchezza di cui riferisce in una lunghissima intervista alla Ukrainska Pravda, l’ex ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, appena sostituito dal “generale di ferro”, Valery Zaluzhny. Per Pristaiko il generale “incontrerà una diffusa stanchezza a Londra e dovrà fare uno sforzo erculeo per rilanciare il sostegno britannico.” Secondo Pristaiko, in termini di ulteriori aiuti, “la Gran Bretagna ha per lo più esaurito le sue risorse, comprese quelle militari”. “Ci è stato dato tutto ciò che poteva essere dato”, ha sostenuto e soprattutto, ha spiegato, mancano uomini da mandare al fronte. Nonostante, ha aggiunto il diplomatico ucraino, esiste una “coalizione di volonterosi”, già dall’inizio della guerra con in testa la Gran Bretagna, che aiuta e ha aiutato l’Ucraina. Tra i paesi che, comunque, agiscono al di fuori della Nato, ci sono anche Francia, paesi baltici e Polonia. Non a caso gli interventi del Presidente Macron, ha spiegato Pristaiko, di inviare truppe di terra, servono per “preparare i francesi all’idea.” Infatti ieri l’Assemblea francese ha dibattuto la questione degli aiuti all’Ucraina (il gruppo di Le Pen si è astenuto al voto non vincolante) mentre il Presidente Zelensky è apparso alla tv francese dove tra l’altro ha detto: “i vostri figli non moriranno in Ucraina”.

Cremlino: Kiev nega negoziato

“Per ora, c’è solo una cosa che tutti noi, sia noi che i rappresentanti della Nato, possiamo vedere: una posizione piuttosto coerente del regime di Kiev che nega la possibilità di qualsiasi negoziato. Questa è la realtà, de facto e de jure”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando le parole del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, secondo cui la capitolazione dell’Ucraina non aiuterebbe a raggiungere la pace nel conflitto con la Russia, per cui le parti devono avviare i colloqui con la preservazione dell’Ucraina come nazione sovrana sul tavolo.

Mentre il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ricevuto il Presidente polacco Andrzej Duda e il primo ministro Donald Tusk per cercare di rassicurare Varsavia, alleata chiave della Nato, sul sostegno di Washington, anche se ha ribadito che non c’è bisogno di altre truppe americane in Polonia. Mentre sono stati assegnati all’Ucraina altri 300 milioni di dollari, anche se il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan confermando il nuovo pacchetto di armi ha sottolineato che “questo non basterà senza l’approvazione al Congresso della legge” sugli aiuti.

Aiuti dall’Unione europea

Aiuti all’Ucraina arriveranno anche dall’Ecofin. A Bruxelles il Commissario all’economia, Paolo Gentiloni, ha rassicurato sul finanziamento di quattro miliardi e mezzo di euro e “la conferma che questo sostegno andrà avanti per tutto il tempo necessario”. Il Consiglio dell’Ue ha anche deciso di prorogare di altri sei mesi, fino a metà settembre, le sanzioni nei confronti della Russia. La Commissione europea starebbe anche cercando di sbloccare entro l’estate almeno 2-3 miliardi di euro – profitti derivanti dagli asset russi congelati dalle sanzioni Ue – per sostenere finanziariamente l’Ucraina.

La lotta dei partigiani ucraini
Sul campo di battaglia altri morti si sono aggiunti: i partigiani russi filo-ucraini hanno preso il controllo di Lozova Rudka nel Belgorod e il controllo del villaggio di Tyotkino, ma la Russia ha reso noto di aver ucciso oltre un centinaio di essi e di aver respinto l’attacco. Altri quattro attacchi da parte di “gruppi di sabotaggio e ricognizione” ucraini sono stati respinti circa cinque ore dopo nella regione russa di Kursk, aggiunge il ministero di Mosca. La responsabilità dei raid è stata rivendicata da almeno due gruppi armati con sede in Ucraina – la Legione Russia Libera e il Battaglione Siberiano -, formazioni che sarebbero formate da russi contrari al Cremlino. E’ stato abbattuto anche un aereo russo con 15 miliari a bordo; tutti morti.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Mattarella: “Due popoli due stati”

Stefano Ghionni

Papa Francesco rinnova lo IOR all’insegna della trasparenza

Pietro Lauri

Mosca: gli Usa ci fanno una “guerra ibrida”, ma finirà come in Vietnam

Maurizio Piccinino

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.