venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Emergenza Covid-19 e questione dei migranti

Nel pieno dell’emergenza Covid-19, se ne potrebbe innescare un’altra legata ai migranti che si trovano in questo momento in Italia.

Mascherine, guanti e disinfettanti non sono stati ancora inviati né ai Siproimi (ex Sprar) né ai Cas (Centri di accoglienza straordinaria).

Ma c’è di più. Le equipe dei progetti non hanno competenze specifiche per gestire questa fase.

Il Tavolo Asilo nazionale (che riunisce le maggiori associazioni che si occupano di diritti dei migranti, tra cui Amnesty, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cir, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Fcei, Migrantes) ha inviato una serie di proposte a Governo e Parlamento per migliorare le condizioni di vita delle persone straniere presenti in Italia, garantendo anche a loro e al personale dei progetti la possibilità di attenersi alle regole socio-sanitarie volte a impedire il diffondersi del contagio da Coronavirus.

Gli stessi evidenziano che, come ampiamente anticipato ai tempi della sua approvazione, per effetto del Decreto Salvini su sicurezza e immigrazione sono cresciuti gli stranieri irregolari, molti dei quali senza fissa dimora o costretti a vivere in insediamenti informali, in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili.

Analoga vita viene condotta dalle migliaia di lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo.

Ed ecco le proposte indirizzate al Governo: per Siproimi e Cas è stata avanzata la richiesta di “garantire la proroga dei progetti in corso sino alla fine del 2020, disporre il non allontanamento delle persone accolte per il periodo dell’emergenza, prevedere specifici protocolli per i casi positivi, garantire un’adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale”.

Rispetto ai grandi centri (hotspot e Cpr), dove è impossibile applicare le regole previste dal ministero della Salute, il Tavolo Asilo chiede “che si sospenda ogni nuovo ingresso e si individuino subito alternative alla detenzione amministrativa”. Viene inoltre sollecitata “la sospensione delle espulsioni e delle pene previste in caso di non ottemperanza all’ordine di allontanamento dal territorio”.

L’organizzazione dedica attenzione anche agli gli stranieri fuori dal circuito dell’accoglienza, affinché ai cittadini senza fissa dimora venga concesso di accedere a strutture adeguate, individuandone anche di nuove se necessario ed anche chi non è in regola col permesso di soggiorno si vede riconosciuto l’accesso ai servizi sanitari.

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