sabato, 27 Aprile, 2024
Esteri

Netanyahu: “Controlleremo Gaza”. No dell’Anp. A Parigi passi avanti

"Via Crucis a Gerusalemme"

In Medioriente si cercano spiragli di pace, e all’avvicinarsi della Pasqua potrebbe favorire migliori disposizioni d’animo. Ieri le delegazioni che stanno trattando il cessate il fuoco, sia di Israele che di Hamas, sono andate a Parigi per cercare un accordo duraturo. Il premier israeliano Netanyahu ha anche proposto un piano per il dopoguerra per il controllo della Striscia di Gaza oltre il terrorismo. In Italia, invece, una manifestazione a Pisa è stato motivo di violenza quando, contemporaneamente, a Gerusalemme hanno sfilato migliaia di bambini e studenti cristiani per invocare la fine della guerra.

Trattative a Parigi

Questa volta potrebbe essere la volta decisiva. Verso Parigi sono volate le delegazioni israeliana e quella di Hamas dopo i “progressi” di questi giorni nei negoziati avuti al Cairo, dove era presente per i miliziani il capo dell’ufficio politico Ismail Haniyeh. Nella capitale francese sono riuniti i capi dei servizi di intelligence di Stati Uniti con William Joseph Burns, Israele con David Barnea, ed Egitto con Abbass Kamel, nonché il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Al Thani. Secondo quanto riferito da un comunicato di Hamas, Haniyeh ha incontrato al Cairo alcuni funzionari di Israele e il capo dei servizi segreti egiziani, Abbas Kamel, con cui ha discusso della liberazione degli ostaggiisraeliani detenuti dal gruppo islamista a Gaza in cambio del rilascio dei prigionieri palestinesi trattenuti nelle carceri dello Stato ebraico: 300 imprigionati per ogni ostaggio israeliano liberato.

Il piano di Netanyahu, il no dell’Anp

Non a caso, si comincia a parlare anche più concretamente del dopoguerra.
Dapprima ha circolato per qualche giorno, ieri è diventato ufficiale: il premier israeliana Banjamin Netanyahu ha un piano basato sulle idee che, appunto, sono già state fatte trapelare durante questi mesi di reazione all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Non è ancora chiaro se ci sarà o no l’offensiva annunciato per il 10 marzo nel sud della Striscia o se si riuscirà ad arrivare al cessate il fuoco, ma Israele vuole la distruzione totale dei gruppi terroristici palestinesi. Poi potrebbero gestire Gaza “elementi locali con esperienza da amministratori” e, puntualizza il documento presentato da Netanyahu ai ministri del suo Governo, che non devono avere legami, appoggiato o sponsorizzato il terrorismo. Non è chiaro se Netanyahu voglia escludere anche l’Anp (che ha già dichiarato di opporsi al Piano) o se l’ambiguità derivi dalla decisione di lasciare ancora spazio per future trattative. A Israele è riservato il totale controllo delle sicurezza in tutta la Striscia, come già avviene in Cisgiordania, ed è anche prevista una zona cuscinetto lungo tutto il confine “per tutto il tempo che sarà necessario.” Questo ridurrebbe il territorio palestinese ed è un altro aspetto non condiviso dagli Stati Uniti. A Sud, “per quanto possibile”, in accordo con l’Egitto, l’esercito israeliano avrà il controllo del confine per contrastare il contrabbando e il via vai di terroristi. Israele ritiene che nell’area siano state costruite e utilizzate ampie reti di tunnel per sottopassare il corridoio Philadelpia che separa Gaza dall’Egitto. Tutta la Striscia sarà smilitarizzata e sarà prevista soltanto una forza di polizia palestinese armata solo di pistole. Quanto alla ricostruzione dovranno partecipare i paesi arabi, ma anche in questo caso è aperta una controversia: gli arabi chiedono uno Stato palestinese indipendente prima di mettere mano ai portafogli, mentre la Knesset, il Parlamento israeliano, ha appena votato ad ampissima maggioranza che contrasterà con tutte le forze uno Stato palestinese con decisione unilaterale. Il piano Netanyahu prevede anche la “deradicalizzazione” nelle moschee e la sostituzione dell’Unwra, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi depotenziata dallo scandalo che ha visto dei suoi dipendenti partecipare all’attacco a Israele il 7 ottobre.

Via Crucis con bambini e studenti

A Gerusalemme, sulla Via Dolorosa nella Città Vecchia, più di mille bambini e studenti provenienti da tutte le scuole cristiane della città hanno ripercorso ieri mattina la tradizionale Via Crucis, invocando la pace in terra Santa. Lo riferisce la “Custodia di Terra Santa.” Tutti avevano addosso una sciarpa bianca con la colomba simbolo della pace. Bambini e insegnanti si sono radunati al Santuario della Flagellazione, insieme al Custode di Terra Santa frate Francesco Patton, a monsignore Adolfo Tito Yllana, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e la Palestina, e a numerosi capi e rappresentanti delle scuole e delle comunità cristiane locali. “Abbiamo calpestato le pietre che Gesù ha calpestato 2000 anni fa mentre portava la croce e saliva verso il Calvario. L’abbiamo fatto per invocare la fine della guerra e il dono della riconciliazione e della pace”, ha detto il Custode di Terra Santa, padre Patton.

Scontri e violenze, le parole di Mattarella

La traduzione tutta italiana della guerra in Medioriente passa per le università del Centro Italia: prima a Bologna con tensioni dialettiche per l’invito di Omar Barghouti, intellettuale palestinese, e ieri a Pisa, dove un corteo di studenti pro Palestina è sfociato in scontri con la Polizia. I manifestanti hanno tentato di oltrepassare uno sbarramento delle forze dell’ordine e sono stati caricati. Alcuni sono stati fermati. Altri sono rimasti feriti. Le opposizioni in Parlamento, da Conte dei 5Stelle a Schlein del Pd hanno detto che non a manganellate si “risponde al dissenso” e che un “clima di repressione” e di “violenza spropositata.” Sulle contrapposizioni, gli insulti e le azioni violente sono criticate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa Presidente del Consiglio, alla quale va espressa piena solidarietà”. Sottolinea il presidente Mattarella parlando con un gruppo di studenti al Quirinale.

“Il confronto politico”, ha aggiunto, “la contrapposizione delle idee e delle proposte, la competizione, anche elettorale, ne risultano mortificate e distorte”.

Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, ha detto: “i manifestanti si sono autoconvocati sui social” con l’intenzione “di scatenare il caos.” Mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanché alla richiesta di un commento di quanto avveniva a Pisa ha risposto: “io penso che non ho sentito una parola sul fantoccio con le sembianze della Meloni bruciato, sugli insulti “stronza” alla Meloni. Guai se si insulta una donna, guai se si tocca una donna, meno la Meloni. Sono molto contenta e ringrazio oggi il Presidente della Repubblica che è coraggioso più di molti esponenti, capi e capetti, bande della sinistra di questa nazione.”

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