sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

“Finito il tempo in cui si buttavano i soldi”. “Stellantis? Acquisizione francese”

Meloni al Question Time: "Patto di stabilità sostenibile". Scontro con Conte e Schlein

Un question time, quello di ieri a Montecitorio, dai toni alquanto ruvidi, dove il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto a varie interrogazioni sui temi più ‘caldi’ del momento’, dal pianodi rilancio del comparto automobilistico (con un attacco neanche tanto velato a Stellantis) al conflitto in Medioriente, dal sistema sanitario nazionale passando al Patto di Stabilità. E su questi due ultimi argomenti il Primo Ministro ha avuto un duro faccia a faccia prima con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e poi con la Segretaria del Pd Elly Schlein.

Tra Patto di Stabilità e Superbonus

Sul Patto di Stabilità, l’ex Premier Conte ha sferrato un attacco diretto a Meloni, definito un “Re Mida al contrario. Lui trasformava in oro tutto ciò che toccava, lei tutto ciò che tocca lo distrugge, faccia anche meno”. Insomma, il riferimento al mitico re della Frigia, noto per il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava, è stato utilizzato in modo critico, facendo intendere che il Primo Ministro avrebbe un effetto distruttivo su ciò che tocca. Nel corso del suo intervento, il numero uno del M5S ha accusato il Premier di aver illuso gli italiani con promesse di andare a Bruxelles per far tremare l’Europa, sottolineando che, al contrario, è l’Italia che sta tremando. Durissima la replica di Meloni: “Secondo le condizioni in cui ci avevano lasciato i due governi Conte con le nuove regole del Patto di Stabilità si passa dall’obbligo di un avanzo di 0,35% a un deficit del 3%, liberando 35 miliardi. Non sono le regole che avremmo scritto, ma era la soluzione migliore possibile. Quando ti presenti al tavolo delle trattative con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e terze case e chiedi maggiore flessibilità è possibile che qualcuno ti guardi con diffidenza. Siamo riusciti a portare a casa un buon compromesso perché abbiamo dimostrato in Europa che la stagione dei soldi buttati al vento era finita”.

Tetto delle assunzioni mediche

Successivamente Schlein, durante la sua interrogazione a Meloni, ha sollevato questioni cruciali riguardo alla carenza di personale nel sistema sanitario. La Segretaria dem ha portato alla luce un messaggio toccante di una donna che ha sottolineato la difficoltà di ottenere un appuntamento per la madre malata, fissato addirittura per ottobre 2026, mettendo in luce la grave situazione delle liste d’attesa: “Mancano almeno 30mila medici, 70milainfermieri, mentre 21mila medici sono già fuggiti all’estero. Gli eroi della pandemia sono stati già dimenticati da questo governo. L’unico modo di abbattere le liste d’attesa è di abbattere il tetto alle assunzioni. Intendete farlo e mettere le risorse per un piano straordinario? Non risponda che potevamo farlo noi, io al governo non ci sono stata ancora e lei governa da 16 mesi”, ha chiesto la Segretaria. “Il tetto alla spesa del personale sanitario”, la risposta di Meloni”, “fu introdotto nel 2009: ha portato al crescente ricorso ai contratti a termine e al devastante fenomeno dei medici gettonisti. Facciamo i conti con una situazione stratificata in 14 anni. Non chiederò perché non lo avete risolto voi questo problema. Le dirò che è un’implicita attestazione di stima che chiedete a noi di risolvere i problemi che non avete risolto in dieci anni al governo: grazie per fidarvi di noi e del nostro governo”, la replica. Schlein ha quindi ribattuto dicendo che la risposta non soddisfa e ha sottolineato che Meloni è al governo per risolvere i problemi, non per scaricare su altri le questioni create dal passato. Ha anche ricordato al Premier che nel 2009, quando è stato introdotto il tetto alle assunzioni, era lei a far parte del governo, svolgendo il ruolo di Ministra.

Un milione di auto ogni anno

Riportare la produzione di veicoli nel Paese a un livello di almeno un milione di unità ogni anno. Ecco una delle maggiori ambizioni del governo secondo Meloni che così ha risposto a un’interrogazione di Matteo Richetti di Azione nell’ambito di un piano di rilancio del comparto automobilistico. “Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana, e questo significa anche che se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia. Queste sono le regole con l’attuale governo e valgono per tutti”, ha detto il Premier. Il piano dell’esecutivo mira quindi non solo a garantire la continuità produttiva, ma anche a preservare l’occupazione presso gli stabilimenti italiani di Stellantis e Magneti Marelli.

Meloni ha sottolineato l’importanza storica del gruppo automobilistico Fiat e dei marchi a esso collegati come parte integrante della storia industriale italiana, ma ha evidenziato la necessità di criticare le scelte che, secondo lei, hanno penalizzato gli interessi degli italiani, tra cui lo spostamento della sede fiscale e legale al di fuori dei confini nazionali e l’operazione di fusione tra FCA e il gruppo francese PSA, che ha portato a Stellantis. Ha quindi annunciato modifiche normative per scoraggiare la delocalizzazione, stabilendo che chi delocalizza dovrà restituire ogni beneficio ricevuto negli ultimi dieci anni.

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