sabato, 27 Aprile, 2024
Lavoro

Sicurezza sul lavoro, rischi aumentati per i minori

Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni il rischio di morire sul lavoro è superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (23,6 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 14,4).

È un dato preoccupante evidenziato, tra l’altro, dall’Osservatorio Vega di Mestre a margine della presentazione di qualche settimana fa, da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali  del Manuale informativo per la prevenzione di Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro.

“Un luogo di lavoro sano e sicuro, si precisa nel documento, salva vite umane, protegge i lavoratori da infortuni e malattie professionali e può anche abbassare i costi connessi al verificarsi degli infortuni, ridurre l’assenteismo e il turnover, aumentare la produttività e la qualità lavorativa.
Ma è chiaro che non basta più soltanto una efficace azione di contrasto al fenomeno infortunistico attraverso le regole contenute nel decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 concernenti la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È necessario, infatti, un vero e proprio cambiamento di mentalità, che non releghi più la tematica della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro tra gli obblighi normativi ma, per contro, la consideri un valore e un imprescindibile investimento da strutturarsi nel quotidiano.

In altre parole, occorre promuovere azioni e programmi per l’elaborazione e lo sviluppo di una “cultura” della sicurezza in tutti i luoghi – di vita, studio e lavoro – attraverso iniziative di sensibilizzazione, responsabilizzazione e promozione della prevenzione, finalizzate alla riduzione sistematica degli eventi infortunistici.”

In più, ha precisato, tra l’altro il Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, nel corso del 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali intende rimodulare il tasso di oscillazione per quelle imprese che, investendo in sicurezza, riducono il proprio indice infortunistico.”

Ecco perché UNICEF Italia, attraverso il proprio Osservatorio Nazionale per la prevenzione dei danni da lavoro minorile, evidenzia in uno dei documenti pubblicati sull’argomento che, gestire la salute e la sicurezza sul lavoro tra i lavoratori minorenni richiede un approccio globale, che tenga in considerazione i diversi fattori che incidono sulla capacità lavorativa di un soggetto.

La capacità lavorativa può essere descritta come l’equilibrio fra le risorse del singolo da un lato e i fattori inerenti al lavoro dall’altro. Le risorse personali consistono in capacità funzionali e salute (primo piano), competenze e abilità (secondo piano) e valori, inclinazioni e motivazione (terzo piano). Il lavoro comprende le mansioni, l’ambiente di lavoro, l’organizzazione del lavoro e la leadership (quarto piano). Le scale che collegano questi piani evidenziano che le diverse dimensioni di capacità lavorativa interagiscono le une con le altre.

Per esempio, le risorse personali variano con l’età, mentre la globalizzazione e le nuove tecnologie producono effetti sulle richieste che vengono fatte al lavoratore. I fattori che incidono sulla capacità lavorativa sono quindi in continuo mutamento. Per assicurare una buona capacità lavorativa nell’arco dell’intera vita lavorativa, è necessario adottare misure in ogni aspetto della capacità lavorativa: salute, abilità, competenze e motivazione

La capacità lavorativa è inoltre influenzata dall’ambiente extralavorativo. Anche la famiglia e una comunità collaborativa possono incidere sulla capacità lavorativa di una persona in molti modi diversi nel corso dell’intera vita. Pertanto assicurare l’equilibrio fra vita privata e lavoro è importante.

La società e l’ambiente operativo creano le infrastrutture, i servizi e le regole che possono dare sostegno alle organizzazioni nel mantenere e promuovere la capacità lavorativa.

La valutazione del rischio è obbligatoria in tutte le attività ove sono presenti lavoratori con meno di 18 anni. Questa va fatta anche se i lavoratori derivano da progetti scolastici, alternanza scuola lavoro o se sono assunti con normali contratti di lavoro.

Tale valutazione è importante per andare a certificare l’assenza di quei rischi alla quale secondo la norma un lavoratore minorenne non può essere esposto.

La valutazione del rischio per i minorenni, è un utile strumento per il controllo e la tutela dei lavoratori minorenni in azienda.

Infatti, prima di inserire il lavoratore minorenne nella realtà lavorativa dell’azienda è necessario oltre che a valutare i rischi, fornirgli le informazioni specifiche, relative all’organizzazione della sicurezza, ai rischi legati alle attività che dovrà svolgere ed ai corretti comportamenti da tenere nel caso di eventuali emergenze; così come indicato nelle procedure e nel DVR.

  1. Si va ad analizzare la mansione svolta dal minorenne per verificare che non sia esposto ai rischi vietati per legge.
  2. La Valutazione del Rischio (VDR) è sempre obbligatoria, per tutte le attività che hanno uno o più lavoratori con meno di 18 anni (minorenni).
  3. Occorre garantire un piano di miglioramento che deve indicare le misure che il lavoratore deve attuare per evitare l’esposizione ai rischi indicati dalla normativa vigente.

Poiché la normativa a tutela del lavoro per minorenni si applica a tutti i rapporti di lavoro, ordinari e speciali, che riguardano minori da 16 a 18 anni, vi risultano soggetti sia i contratti di formazione e lavoro, che quelli per il lavoro a domicilio e l’apprendistato.

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