sabato, 27 Aprile, 2024
Lavoro

Crescita e nuovi posti di lavoro riempiono le casse dello Stato

Cgia: al fisco 30 mld in più rispetto al 2022

“Per le casse dello Stato sarà un Natale con i fiocchi.” Nei primi 10 mesi di quest’anno, infatti, l’Erario ha incassato 28 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (pari al +4,4 per cento). L’osservazione è dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. In una nota si parla di “un maggior gettito impressionante” pari a 1,4 punti di Pil che, sicuramente, è “destinato ad aumentare ancora.” Il dato manca degli ultimi due mesi.

I motivi dell’impennata

Sono stati acchiappati gli evasori fiscali? E’ aumentata tantissimo il carico fiscale? Niente di tutto questo: sarebbero “equivoci.” L’incremento è dovuto alla“moderata crescita economica avvenuta nel 2023”, l’aumento dell’inflazione, l’incremento dell’occupazione e il rinnovo di alcuni contratti di lavoro. Va altresì ricordato che con la fine del 2022 è venuto meno anche il taglio delle accise sui carburanti. Misura, quest’ultima, che aveva trovato applicazione per una buona parte dell’anno scorso.

Le banche accantonano

Poi la Cgia spiega che è venuto a mancare anche il gettito sugli extraprofitti delle banche, oltre 2 miliardi, deciso in un primo momento, ma modificato in sede di conversione del decreto consentendo alle banche, in alternativa al versamento dell’imposta, di accantonare questo importo a riserva non distribuibile, incrementando così la propria situazione patrimoniale. “Una opportunità, quest’ultima, che è stata “sfruttata” da tutte le grandi banche italiane che hanno accantonato quasi 5 miliardi di euro. I dati ufficiali saranno disponibili solo nei primi mesi del 2024, tuttavia è molto probabile che dal prelievo sugli extraprofitti delle banche il gettito sarà nullo o quasi.”

Scende pressione fiscale

Alla fine del 2023 la pressione fiscale dovrebbe essere scesa al 42,5 per cento, 0,2 punti percentuali in meno rispetto al dato 2022. Torneremo a livello pre-covid e, secondo la Commissione Europea, solo la Danimarca (48,1 per cento), la Francia (45,1 per cento) e il Belgio (43,6 per cento) registravano nel 2021 una pressione fiscale superiore alla nostra (pari al 43,3 per cento). La media dei 27 Paesi UE si è invece attestata al 40,6 per cento: 2,7 punti in meno che da noi.

Le novità per il 2024

L’Ires e l’Irpef sono state le imposte dirette che in questi primi 10 mesi dell’anno sono cresciute di più. Se la prima ha subito un incremento rispetto allo stesso arco temporale del 2022 del 15,7 per cento (+4,3 miliardi di euro), la seconda, invece è salita dell’8,2 per cento (+13,6 miliardi di euro). Tra le imposte indirette, invece, il gettito dell’Iva è aumentato dell’1,7 per cento (+2,2 miliardi di euro). Mentre nel 2024 ci saranno alcune novità fiscali: per i lavoratori autonomi in regime forfettario con compensi superiori ai 25 mila euro sarà obbligatorio emettere la fattura elettronica; per le imprese verrà altresì abrogata l’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), mentre è destinato a tornare in vigore il Concordato preventivo biennale. Per i lavoratori dipendenti, invece, i fringe benefits saranno più “pesanti”, verrà confermata per un altro anno la riduzione del cuneo fiscale per i redditi inferiori a 35 mila euro (costo totale pari a 10 miliardi di euro) e le lavoratrici madri di almeno due figli con un contratto di lavoro a tempo indeterminato godranno dell’esonero contributivo al 100 per cento sino al decimo anno di età del figlio più piccolo. Per tutti i contribuenti è prevista la rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni Irpef che da quattro si ridurranno a tre, con l’unificazione dei primi due scaglioni di reddito (aliquota 23 per cento). Questa misura comporterà un alleggerimento del carico fiscale in capo ai beneficiari pari a 4,2 miliardi di euro. Infine, è prevista una riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro.

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